Il narcisismo digitale e la patologia del “mi piace” è il libro prezioso di Agostino Picicco
Un libro al passo con i tempi e, dunque, attualissimo, quello che ci consegna Agostino Picicco, fresco di stampa, dal titolo “Il narcisismo digitale. La sfida di non perdere le relazioni”,ppg. 112, 2023, Corato – SECOP Edizioni. Agostino Picicco che ha già nel suo bagaglio curriculare libri significativi(vita da social del 2015 e comunicare è condividere del 2019), oggi -può dirlo con orgoglio- con questa uscita si è cimentato su un tema di grande attualità, di grande incidenza, di grande opportunità. L’autore, giornalista e scrittore, lavora nella Direzione Comunicazione ed eventi istituzionali dell’Università Cattolica di Milano e coordina le attività culturali dell’Associazione Regionale Pugliesi di Milano. E diciamolo subito, non è un libro inutile, come tanti di quelli che ci arrivano sul nostro tavolo; serve ai docenti, serve ai genitori, serve ai comunicatori, serve ai giornalisti, serve agli educatori, serve ai magistrati, e ad altri ancora. Chi come noi conosce a fondo il campo giornalistico e la comunicazione sa con quanta facilità il mondo e la platea umana fanno uso di piattaforme come Facebook, Twitter, Youtube, Linkedin, Instagram, ecc.; sa quanto passa in questi siti, e come spesso in modo distorto vengono usati. Specie se a tutto ciò si avvicinano giovani e giovanissimi. Siamo tutti divenuti internettiani, ma internet è un servizio, un mondo di lavoro, un centro e scambio di idee, ma spesso non lo è tanto che ci sovvengono le parole di Umberto Eco che diceva: “le legioni di imbecilli che prima parlavano al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività, ora (in rete) hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel”.
Per tutto ciò la sfida del futuro è aperta, Agostino Picicco ci espone e ci introduce a capitoli di grande riflessione. Capitoli lineari, linguaggio piano e accessibile, esperienza sul campo, dati che emergono chiari. I social occorre sapere usarli, spesso con essi si fanno più danni che riceverne utilità.
Osserva bene nella prefazione l’avvocato Daniela Mainini, presidente del prestigioso Centro Studi Grande Milano: “Agostino Picicco ci invita a superare la subdola richiesta interiore di essere i migliori per essere semplicemente migliori, cogliendo l’occasione di un nuovo umanesimo digitale, con tenerezza e garbo, meravigliose doti di cui, egli stesso, ogni giorno, è autorevole interprete”.
Da gran conoscitore del mondo della comunicazione Agostino Picicco sa che “La vita non è “contattarsi” ma “comunicare”. Per questo vanno costruite occasioni di socialità concreta fatte di prossimità, collaborazioni, apertura alle sfide” e vero frutto dell’esperienza social, è reggere il senso delle relazioni nell’ottica di una comunicazione digitale intesa in modo corretto. Il libro delinea, talvolta con sarcasmo ed esempi, quelle che sono le tipologie di utenti, i vezzi che caratterizzano gli incontri virtuali, la dominanza e l’invadenza di chat che rischiano di soffocare i partecipanti nel caso in cui manchi un adeguato approccio positivo, inteso come uno stile adeguato e caratterizzato dal senso dell’opportunità. Il libro lascia intendere bene che occorre non “vivere sui social” -come spessissimo avviene 24 ore su 24-, ma “comunicare tramite i social”, impiantare e maturare più solide relazioni umane, sviluppare professionalità e competenze.
I social, oggi, per molti sono divenuti un’ossessione, non vivono se non in funzione di essi, collegati da mattina a sera, e anche la notte; i social hanno creato un linguaggio nuovo, nuovi sommovimenti, nuove cadenze e scadenze, consensi tanto facili quanto effimeri. Tutti, o quasi tutti, cercano consensi con i like. Ma i social sono pure divenuti aggressivi, qui circolano odiatori seriali, qui appaiono volgarità e ogni tipo di male, il protagonismo di cui Picicco ci parla ha contagiato molti utenti, “prezzemolini” li chiama lo scrittore. “In questo nuovo volume propongo -precisa Picicco- qualche ulteriore riflessione, frutto dell’esperienza social, sul senso delle relazioni che oggi sono alla base di una comunicazione digitale rettamente intesa. Pertanto, mi permetto di delineare, magari con un filo di ironia, quelle che sono le tipologie di utenti. I vezzi che caratterizzano tali incontri virtuali, la dominanza e l’invadenza di chat e quant’altro rischiano di soffocare senza un adeguato approccio positivo, cioè con uno stile appropriato e con il senso dell’opportunità”. Per tutto ciò il libro va letto, insegna molto, e insegna di più a chi conosce bene il problema, sarà tutto più lucido e più intenzionale sapere che Picicco non ha scritto un libro inutile, ma un libro prezioso, da custodire gelosamente.
Carlo Franza