La mostra Irma Blank. Tra segno e silenzio, in programma al Castello di Miradolo dal 14 ottobre al 26 novembre 2023, è dedicata all’artista, a lungo dimenticata e scomparsa da pochi mesi, che ha trasformato la pittura in segno. Mi è caro oggi ricordarla perché amica e ne ho seguito ampiamente il lavoro fin dagli anni Ottanta, quando insegnava al Liceo Artistico Statale Boccioni di Milano. Il progetto espositivo si articola attorno a tre nuclei tematici in dialogo tra loro: le opere, a tracciare autenticamente le declinazioni offerte al segno, i libri d’artista e la documentazione fotografica e video. La mostra intende costruire un dialogo con le sale storiche del Castello di Miradolo, per creare un ideale controcanto tra il segno e il tempo delle opere e la storia e l’architettura degli spazi. Quella di Irma Blank è una scrittura come narrazione e come tempo, un segno come silenzio e respiro, la possibilità offerta al particolare di essere letto come universale. Il percorso prevede inoltre un’installazione sonora dedicata, a cura di Avant-dernière pensée. 

Con Irma Blank. Tra segno e silenzio, in occasione dei suoi quindici anni di attività, la Fondazione Cosso inaugura atempo, un nuovo format espositivo in cui incontrare, per un breve periodo di tempo e in alcune sale del Castello di Miradolo, piccoli ma significativi omaggi ad artisti o a momenti della storia dell’arte che, per le loro peculiarità, ricerche o poetiche, si legano all’identità del luogo e alle sue differenti anime. “atempo”  intende indagare le possibilità dell’osservare e del leggere un’opera non soltanto come oggetto visivo in dialogo con lo spazio, ma come strumento di scoperta e di riflessione del proprio tempo e, insieme, del tempo, personale e privato, di coloro che si pongono in relazione con l’opera stessa. Nel linguaggio musicale, a tempo è un’indicazione che, nel corso di una composizione, riporta l’esecutore al regolare movimento dopo una variazione di tempo; a tempo suggerisce la temporalità di un evento, l’approssimarsi rapido della sua conclusione e, insieme, la sospensione del tempo stesso.

Irma Blank (Celle, 1934 – Milano, 2023) nasce nel nord della Germania dove vive fino al 1955, quando si trasferisce con il marito italiano in Sicilia. Questa esperienza di sradicamento è alla base del suo lavoro. Scopre che “non esiste la parola giusta” e inizia a lavorare alla sua prima serie astratta Eigenschriften (1968-1973), simile a scritti non fatti. Nel 1973 si trasferisce a Milano dove diventa insegnante d’arte al liceo artistico. Questo spostamento determina il passaggio alla serie Trascrizioni (1973-1979) avviando un processo di lavoro ciclico che risponde a esplorazioni interiori e ad eventi esterni. In questi anni inizia a partecipare a mostre personali e collettive in Italia e in Germania e, da scrittrice prolifica, pubblica i suoi testi su libri e riviste. Viene inoltre coinvolta in gruppi di poesia italiana d’avanguardia, come lo spazio sperimentale Mercato del Sale fondato a Milano da Ugo Carrega. Dopo la partecipazione a Documenta 6 nel 1977, entra a far parte di una rete più internazionale. Sempre nel 1977 effettua la prima registrazione sonora del disegno e compie le sue prime azioni in uno spazio pubblico, applicando abusivamente i suoi fogli di Trascrizioni sui muri della metropolitana di Milano. Un anno dopo la morte del marito nel 1983, Irma decide di trascorrere una parte dell’anno a Düsseldorf, dove tiene uno studio fino al 1993 e dove ri(scopre) il colore blu del cielo della sua terra natale che si ritrova nelle successive opere Radical Writings (1983-1996). Alla fine degli anni Novanta, torna definitivamente a Milano dove continua a lavorare in modo disciplinato ed ascetico producendo l’ultima serie di opere, le simultanee Hyper-Text (1998-2002), Avant-testo (1998-2006), Global Writings (2000-2016). Dopo un problema di salute nel 2016 che le ha immobilizzato la parte destra del corpo, Irma ha dovuto imparare a disegnare con la mano sinistra e questo l’ha portata a lavorare alla serie Gehen, Second life (iniziata nel 2017). “Gehen” in tedesco significa “andare avanti”.

Carlo Franza

 

 

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