Le sculture di Gianni Bucher Schenker preziosità del millennio, esposte da Milano a Roma.
Scultore e grafico di raffinato spessore, Gianni Bucher Schenker negli anni si è portato dalla scultura figurale alla contemporaneità linguistica che predilige l’astrazione, all’ossificazione dell’immagine. L’intero corpus di sculture e disegni di Gianni Bucher gode di una solida struttura formale ed estetica. E’ così che ultimamente è stato invitato con delle sue sculture in mostra sia nell’Omaggio a Giorgio Soavi in occasione del Centenario della nascita che si è tenuto a Milano allo Studio Bolzani e proprio in questi giorni anche nella prestigiosa Rassegna da me curata dal titolo “Album” per il Ciclo Mondi nella sede del Circolo Esteri della Farnesina a Roma. Tre erano le sculture esposte a Milano e ben cinque e piuttosto grandi quelle a Roma, di queste ultime, una (Gea e Urano), rimarrà nella Collezione del Circolo Esteri. Quando sotto le sue mani di “faber”, le forme prendono corpo si attua una specie di oscillazione tra gravità e leggerezza spaziale con il prevalere sempre di quest’ultima vista la ricorrente forma ascensionale delle opere. Il fondersi del richiamo alla monumentalità obbedisce alla definizione dell’arte intesa come nutrimento dello spirito. E a ben osservarle queste forme sempre eleganti e slanciate verso l’alto in una sorta di ascesi, è dato intravedere trame simboliche e persino filosofiche. Forme avvolte da un silenzio fertile con cui sono declinati di volta in volta i suoi materiali, dal più nobile come il marmo a quello più ricco per accumulo di tempo come il legno. Vale la pena ricordare che lo scrittore Robert Musil in un suo testo significativo scrisse che la storia dell’arte altro non è che la storia di sguardi al passato in cui le sapienti mani degli artisti aprono visioni verso nuovi orizzonti. Rigore nel concepire i volumi e ritmicità regolare delle superfici, ritornano nell’approccio alla scultura osservata come elemento modulare che affiora in molte opere di Bucher intanto come elemento a sé stante, che come segno di superficie. Questi elementi tratti dalla classicità latina e greca, queste figure, talvolta ripetitive altro non rimandano a quella scelta poetica fatta in pittura da Giorgio Morandi con le sue nature morte, per l’uso sapiente dell’oggetto come strumento di conoscenza spaziale e compositiva, capace di sospendere il tempo come in una composizione metafisica e creando anche quella che il collega Storico dell’Arte Roberto Longhi chiamava “elegia luminosa”. Incastri di volumi regolari, ossificazioni viventi, superfici inondate di luce che riverbera, segni incisi, forme armoniche, tutto ciò vive incessantemente nelle opere di Bucher, tutto filtrato in un’aura di autentica originalità.
Gianni Bucher Schenker nasce a Milano nel 1947. Frequenta la Scuola Superiore d’Arte applicata annessa al Castello Sforzesco di Milano dal 1964 al 1970, e a Brera, corsi di nudo. Nel 1969 inizia l’attività di medaglista e scultore e parallelamente anche ad esporre. All’Arengario di Milano partecipa, nel ’71, ad una collettiva di grafica che lo fa notare e lo porta ad avere diverse opere in due musei nazionali. Presto iniziano anche le mostre personali ed alcune biennali. A Lugano, nel ’98, espone presso l’UBS e da Paolo Poma a Morcote. Espone in Francia e in Giappone. Nuovamente in Francia, a Montauban viene invitato due volte per l’Incontro Europeo di Scultura. In Germania, a Passau viene invitato ad esporre sul tema “Il Volto di Cristo”. Per i 50 anni di attività organizza un’antologica presso lo Spazio Heart di Vimercate, (MB) titolata “Un Uomo Libero”, a cura di C. Bartolena. E’ in questi anni che conosce il Prof. Carlo Franza, il quale con tre personali lo porta a Firenze e Berlino, poi a Milano presso la Fondazione ATM; poi a Venezia con “Disseminazioni Monumentali” in occasione della Biennale 2022 e nuovamente a Milano presso Milano PerCorsi, con un’altra personale. Al Broletto di Novara, espone con altri cinque artisti e a seguire la personale al Castello Visconteo Sforzesco. Nel 2023 a Milano è invitato dal Prof. Carlo Franza prima presso lo Studio Bolzani nella mostra “Album. Omaggio a Giorgio Soavi” e a Roma nella Rassegna “Album” presso il Circolo Esteri della Farnesina. Sue opere si possono ammirare in una ventina di musei e fondazioni: Casa Museo Remo Brindisi – Lido di Spina; Museo Dantesco – Ravenna; Fondazione Kanagawa – Yokohama; Museo dell’Arte Italiana del ‘900 – Durazzo; Museo d’Arte delle generazioni Italiane del ‘900 – Pieve di Cento; Museo Arte e Spiritualità – Centro Studi Paolo VI – Brescia; Collezioni dei Musei Vaticani; Royal Collection – Buckingham Palace – Londra; Fondazione ATM – Milano; Unione dei Consoli d’Italia – Venezia; Scuola Civica di Musica Claudio Abbado – Milano; Circolo degli Esteri della Farnesina – Roma; Tre Musei in Macedonia del Nord, Polonia e Romania. Hanno scritto: S. Bartolena, R. Brindisi, S. Brondoni, G. Di Genova, Carlo Franza, D. Manzella, F. Motolese, M. Ortmeier, M. Scudiero, O. Villatora ed altri.
Carlo Franza