La mostra dal titolo “Arte e Cucina e Cucina ad Arte. Tributo ad Alda Merini” dell’artista Linda Grittini che rientra in un progetto artistico internazionale, “CAPOLINEA FRISA’ “, da me ideato e diretto per FRISA’ BISTRO’, location internazionalmente nota, che focalizza l’attenzione su talune figure in progress della nuova stagione artistica europea. La mostra è visitabile fino al 30 luglio 2024. Qui al Frisà Bistrò di Via Alserio a Milano, in zona Isola quartiere, location à la page della città capoluogo lombarda, il patron è Paride Sansò e i suoi tre figli, Samuele, Gabriele e Joele, tre enfant prodigi, capaci di misurarsi tra cucina, tavoli e intrattenimento. Essi da pochi giorni sono risultati vincitori del Premio Dodici Stelle dell’Internazionalità EuroChef dell’Anno a Firenze con la seguente motivazione:“Paride Sansò e figli si sono ritagliati una cornice aurea tra gli Chef italiani, e quest’anno 2024 si aggiudicano il Premio Dodici Stelle dell’Internazionalità Euro Chef dell’Anno. A motivo delle doti creative e la genialità e la qualità della loro gastronomia e cucina, compresa la risposta degli ospiti che ne apprezzano sempre i  piatti e le delizie, ecco meritare luce internazionale per i risultati e la vetrina del panorama culinario italiano. Lo Chef Paride Sansò e figli hanno guardato al raggiungimento di un traguardo d’eccellenza, porgendosi sempre con grazia, gentilezza, proposizione, arte e qualità”.

Un luogo tra i pochi a Milano dove relazionare è facile, dove vivere è certificato, dove trascorrere una sera è da inserire in un libro d’oro, dove musica e arte sono di casa. Ecco allora la mostra di Linda Grittini appena aperta al Frisà Bistrot di Milano dove ricette e arte hanno trovato una relazione incredibile. Il tentativo di leggere fenomenologicamente l’arte di Linda Grittini conduce inevitabilmente all’ammissione dello scacco che essa genera, mostrando l’impossibilità di una rappresentazione sincera del reale. L’obiettivo è sempre intenzionalmente rivolto a un lato dell’evento che “prende di mira” una “parte” che non soltanto non è l’intero, ma che non può neanche rappresentarlo… La seduzione dell’immagine, infatti, ha un tale effetto sull’uomo da “adescarlo” nella morsa della sua rete illusoria. Ne era consapevole anche Feuerbac. Da pochi giorni Linda Grittini ha vinto il Premium International Florence Seven Stars 2024  per la Grafica con questa motivazione: “Per la spiccata capacità di travasare nell’arte, una vivace una cultura, attenta e creativa espressività, con magistrale linguaggio.  Fogli preziosi i suoi in cui travasa il mondo con simboli e storia esistenziale, campionando e focalizzando visivamente capitoli importanti dell’arte contemporanea.  Brilla con forza e maestria, delicatezza e tecniche espressive, il racconto grafico di Linda Grittini, che nel suo studio ormai conosciuto nel mondo intero, scrive con segni e macchie la storia del presente, facendo transitare l’accademia nella modernità”. Il lavoro di Linda Grittini è in parallelo con un altro illustre artista, Jan Saudek, il quale è un fotografo concettuale e postmoderno. Non soltanto costruisce le sue foto ma ritocca l’immagine attraverso tecniche di postproduzione o modalità pittorialiste. Eppure non controlla il messaggio. Sovverte il reale conosciuto, piuttosto, oppure avverte che è una nostra costruzione. Ora Linda Grittini rende omaggio a Alda Merini cimentandosi tra ricette, piatti e food, lo fa con Frisà eccellenza della cucina guardando a un piatto italiano e pugliese che è “la tria incannulata- pasta fresca ai frutti di mare”. Che quella di Linda Grittini sia arte in senso sociale si denota dalla sua architettura, così come oggi lo vediamo in quest’occasione-tributo ad Alda, operazione che si è addentrata nel mondo del food. Il soggetto non è mai l’unico protagonista, nella costruzione dell’immagine ogni ente presente contribuisce all’emersione di quello che Ronald Barthes chiamava punctum, il suo coglimento e la sua interpretazione dipendono da noi.   L’opera ha in sé, dunque, una condizione strabica, folle, che è la sua condizione naturale, allucinatoria, iconica: ciò che è stato non è qui; è qui ciò che non è più. L’elemento che punge, che colpisce, che ferisce – il punctum – di un foglio e di una tela, è lo scarto determinato dalla convivenza di questi estremi: una contraddizione che si risolve in un unico segno da cui lo spectator è travolto, modificato, rapito. Il punctum però non è coglibile in tutte le opere, ma soltanto in quella che Barthes chiama l’opera essenziale. L’opera che conserva – come quella essenziale – è un’opera in movimento, per dirla con Eco, il cui senso rimane sempre aperto poiché è passibile di un’infinità di letture. La distanza, l’assenza, la costruzione, la manipolazione, la presenza, la riduzione, la contraffazione, la copia, l’imitazione sono particolarità sempre riferibili al reale, su cui l’opera costruisce dunque le sue caratteristiche tipologiche e stilistiche. Essa si comporta esattamente come un’immagine mentale rispetto al suo oggetto. L’oggetto intenzionale dell’opera è il reale, su di esso Linda Grittini lancia le sue “esche intenzionali”, quello che trae può anche distanziarsene totalmente, ma è comunque in quel mare che pesca.

 Linda Grittini, la trasformista della materia. È stampatore d’arte, artista e fidata assistente del maestro Giuliano Grittini, noto per essere stato il fotografo ufficiale della poetessa Alda Merini. Per oltre 25 anni ha contribuito alla realizzazione di edizioni grafiche affiancando artisti come Rotella, Missoni, Paladino, Mordillo, in tutte le fasi del processo di creazione dando vita a libri d’artista ed edizioni a tiratura limitata. La serigrafia e l’incisione artistica sono il suo elemento naturale. Adora il profumo dell’inchiostro da stampa e della vernice a cera d’api e, trasformare la materia, qualunque essa sia, è la sua missione quotidiana. Per osmosi ha interiorizzato nel tempo migliaia di stimoli creativi dagli artisti con cui ha collaborato, sublimando il tutto in un processo creativo esclusivo elaborato insieme al maestro Giuliano Grittini. La tecnica è stata denominata con il termine Cracker Art.

Carlo Franza

 

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