Ricorrono quest’anno i 100 dalla nascita a Urbino di Paolo Volponi (1924- 2024), scrittore e poeta, uomo politico, senatore del P.C.I.  e dirigente aziendale, appassionato collezionista d’arte. Nella lezione di Roberto Longhi, questa passione traspare infatti dai dipinti che oggi sono parte della collezione della Galleria Nazionale delle Marche: essi vanno dalla pittura bolognese del Trecento alla grande stagione caravaggesca ed emiliana di alcuni tra i più celebri artisti del Seicento. L’anniversario offre quindi l’occasione di approfondire – a poco più di un anno di distanza dall’apertura delle nuove sale espositive al secondo piano del Palazzo Ducale di Urbino in cui sono state ricollocate anche le due donazioni Volponi -, la figura del collezionista e alcuni aspetti della sua ricerca, tra arte e letteratura.

A tal proposito il  18 luglio 2024 inaugurata a Palazzo Ducale di Urbino la mostra Volponi corporale, curata dalla Galleria Nazionale delle Marche e allestita in continuità spaziale con le due sale espositive che accolgono i dipinti donati rispettivamente dallo stesso Volponi nel 1991 e dalla moglie Giovina Iannello insieme alla figlia Caterina nel 2003. 

Fino al prossimo 6 gennaio 2025 l’esposizione ha l’obiettivo di andare più a fondo nell’ indagine sulla predilezione di Volponi per il Seicento, tra ricerca naturalistica e virtuosismo pittorico. Infatti i visitatori si troveranno di fronte alcune tele che permetteranno di riscoprire i temi del rapimento estatico e della penitenza fisica, del nudo, sia esso femminile o maschile, indagato nella verità epidermica del tempo che logora, della natura morta come verità popolare e al contempo meditazione sull’esistenza attraverso un genere che trovò la sua massima concettualizzazione nel Seicento, del colore e della luce come strumenti per indagare la natura e come corrispettivi pittorici della prosa figurativa volponiana.

Tra l’altro, la concomitanza a Palazzo Ducale della grande esposizione Federico Barocci Urbino. L’emozione della pittura moderna offre l’irripetibile opportunità di ammirare un’ampia porzione della pittura italiana – e non solo – del XVII secolo, considerata da più punti di vista.

La mostra Volponi corporale si snoderà attraverso un nucleo di otto opere pittoriche: in posizione d’onore per chi entra dalla sala grande del Cinquecento si potrà ammirare la Maddalena in estasi (dal perduto originale del Caravaggio), cui si accosta il San Girolamo sorretto dagli angeli di Rutilio Manetti. Alle pareti di fondo seguono le due nature morte, la ricetta popolare di un Battistello ‘gastronomo’ e una vanitas tipica degli esercizi spirituali sul senso del tempo e dell’esistenza; in controparete un San Girolamo penitente di Lorenzo Gennari tratto dalla pala della Pinacoteca civica di Cento, il quale chiude la selezione accanto a una Sofonisba suicida di ambito guercinesco al pari del già citato San Girolamo del Gennari. A centro sala, a rievocare due grandi passioni di Volponi, uno straordinario Martirio di San Sebastiano di Schedoni (da ricollegare idealmente a pochi metri di distanza all’Elemosina di Sant’Elisabetta d’Ungheria) e un Cristo alla colonna di Carlo Saraceni, pittore tra i più amati e che viene evocato appunto in chiusura del Corporale.

Queste otto opere andranno ad aggiungersi alle altre 21 delle donazioni Volponi già presenti nel percorso museale
; tra di esse si segnalano anche il Sacrificio d’Isacco di Mattia Preti, il Davide in contemplazione della testa di Golia di Guido Reni, Il filosofo Origene di Jusepe de Ribera,  L’Accademia di Platone  di Salvator Rosa.

Da segnalare che tutte le opere presenti alla Galleria Nazionale delle Marche e provenienti dalla Collezione Volponi saranno riunite in un agile catalogo, che reca il testo di Massimo Raffaeli, disponibile per i visitatori.

Carlo Franza

 

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