Le artiste Lusesita e Daphne Christoforou in Myths and Fables alla Galleria Antonio Colombo a Milano
In occasione dell’apertura di Magic Bus, la nuova project room all’interno dello spazio di Via Solferino, dove saranno allestiti progetti espositivi speciali e focus su nuovi artisti, la galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea è lieta di presentare Myths and Fables, doppia personale delle artiste Lusesita e Daphne Christoforou. Il nome Magic Bus – che prende spunto da una canzone degli Who ed evoca, allo stesso tempo, la stagione dei viaggi verso l’India dei figli dei fiori tra gli anni Sessanta e Settanta – riprende le fila di Little Circus, il precedente progetto dedicato alle nuove proposte. Magic Bus ospiterà una pianificazione aperta a idee, spunti e ricognizioni che spaziano tra arti visive, design e musica, in linea con lo spirito di frontiera e sperimentazione che da sempre caratterizza l’approccio della galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea
Lusesita (nata a La Rioja, Spagna, nel 1979) e Daphne Christoforou (classe 1987 e originaria di Nicosia, Cipro), sono artiste che usano la ceramica per realizzare opere ispirate alle fiabe e alla mitologia classica. Entrambe usano l’immaginario fantastico tradizionale, adattandolo alle necessità espressive della modernità. Di fatto, nei loro lavori, diversi per tecnica e stile, l’Epos e il folclore diventano filtri o lenti d’ingrandimento per interpretare il presente e il rapporto tra il vissuto personale e dimensione universale
Lusesita costruisce un universo scultoreo sognante e delicato sotto cui si celano significati più complessi e, a tratti, perturbanti. Le sue ceramiche smaltate, ricche di rimandi simbolici e fiabeschi, sono popolate da figure ibride e da animali fantastici, immersi in una lattiginosa dimensione onirica. L’artista spagnola usa, infatti, colori pastello e tinte opalescenti per creare forme morbide, che adombrano, però, tensioni latenti e turbamenti emotivi. Le sue figure, per lo più sirene, unicorni, cigni o chimere, sono allegorie che fanno da ponte tra l’immaginario infantile e la dimensione inconscia dell’adulto. Infatti, mentre opere come Candy Mermaid e Little Unicorn attingono evidentemente a miti e leggende antichi, pezzi come Crazy Summer Vacations, Evil Spell Repellent e Dreaming with the Swan Trip, mostrano il talento inventivo e combinatorio dell’artista. Lusesita coniuga la dimensione artigianale e quella concettuale, dando vita a un originale linguaggio immaginifico, in cui si fondono memorie e impressioni individuali con simboli ed archetipi collettivi
Dal canto suo, Daphne Christoforou sviluppa una grammatica plastica che reinterpreta in modo ironico e spiazzante l’antica tradizione vascolare greca. Per l’artista, infatti, l’Epos classico non è una materia inerte, ma una continua fonte d’ispirazione che le permette di reinterpretare sui nuovi miti contemporanei. I suoi vasi sono allegorie di un Olimpo in crisi, dove le divinità affrontano un presente carico di contraddizioni e dubbi. In Ideal Pump, ad esempio, l’artista mostra gli dèi alle prese con i nuovi canoni estetici imposti dalla cultura del fitness. Zeus, Apollo, Hermes, Afrodite e Artemide, dèi che un tempo rappresentavano l’ideale di bellezza e armonia, soccombono alle odierne ossessioni estetiche, sempre più soggette a mode e gusti mutevoli e passeggeri. Nelle opere intitolate Narcissus e Hephaestus, l’artista evidenzia i temi della vanità e del rifiuto dell’estetica tradizionale. Se il primo vaso allude al narcisismo che domina buona parte della società attuale, il secondo – in cui Efesto rifiuta di eseguire le richieste della committenza per dedicarsi alla propria ricerca -, può essere interpretato come una impietosa critica dell’individualismo dell’arte contemporanea e della sua sottovalutazione dell’abilità tecnica. Insomma, Christoforou usa l’iconografia classica come strumento di analisi culturale, evidenziando, con intelligenza e ironia, la complessità contemporanea.
Pur muovendosi su piani paralleli, le ricerche plastiche di Lusesita e Daphne Christoforou si rivelano, per molti aspetti, complementari. Entrambe modellano la ceramica per narrare storie universali, in cui passato e presente s’incontrano sul piano di un’immaginazione fantastica e irriverente. Lusesita, con il suo surrealismo poetico, esplora la tensione tra innocenza e inquietudine nelle fiabe, mentre Daphne Christoforou, attraverso il filtro epico, svela i capricci e le manie della società dei consumi. L’una e l’altra ci dimostrano che il perpetuarsi di fiabe e miti nella società odierna si deve alla loro capacità di restare, in ogni epoca, i migliori strumenti d’interpretazione critica della realtà.
Lusesita (Laura Lasheras) è nata in Calahorra (Spagna) nel 1979. Vive e lavora a Madrid. Dal 2004 vive e lavora a Barcellona. Ha studiato Arte all’università di Logroño, successivamente si è specializzata in ceramica alla scuola di Arte e Mestieri di Zaragoza. Dal 2008, Lusesita tiene regolarmente corsi di ceramica presso il suo atelier a Barcellona. Tra le mostre personali si segnalano: nel 2018, Candy Memories, Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano; nel 2017 Origen, Miquel Alzueta Gallery, Barcellona; nel 2014 Picnic, Miguel Alzueta Gallery, Barcellona; nel 2013 La Piñata, Asociación de ceramistas de Cataluña, Barcellona; nel 2011 Musas (doppia personale con Sergio Mora), Drexel Gallery, Monterrey, Messico; El jardín Doméstico, Contemporary Art center Can Sisterè, Barcellona; nel 2010 Junglas y Minijunglas, Imaginart gallery, Barcellona.
Daphne Christoforou è nata nel 1987 a Nicosia (Cipro), dove vive e lavora. È un’artista visiva con una particolare attenzione alla ceramica e alla pittura.
Nel 2015 si è laureata al Royal College of Art di Londra e durante i suoi studi è stata studente dell’anno, come illustratrice, al V&A e ha ricevuto un Adobe Achievement Award a Los Angeles. Il suo lavoro è di tipo narrativo e ruota attorno ai miti greci, all’interazione e al comportamento. Produrre arte è per lei sia trasformativo che rassicurante, non solo per il piacevole processo di generazione di rappresentazioni pittoriche, ma anche per la possibilità di comunicare stati interiori attraverso il lavoro narrativo. L’artista è stata coinvolta in diversi group shows, come Collect Fair alla Saatchi Gallery di Londra (2018) ed A Brush Of Ceramics alla Schönfeld Gallery di Bruxelles (2024). Il suo lavoro è stato esposto anche presso il British Council Beijing (2015).
Carlo Franza