La mostra di Alighiero e Boetti nel trentennale della scomparsa, all’Accademia di San Luca a Roma. Una lettura oltre i confini del mondo tra geometria e filosofia.
L’Accademia Nazionale di San Luca dedica la mostra Alighiero e Boetti. Raddoppiare dimezzando a uno degli artisti più visionari e influenti del XX secolo, curata da Marco Tirelli e concepita insieme a Caterina Boetti, presidente della Fondazione Alighiero e Boetti. L’esposizione è visitabile fino al 15 febbraio 2025.
Per il trentennale della scomparsa di Alighiero Boetti (Torino, 1940 – Roma, 1994), il Salone d’Onore, la Sala bianca e il porticato borrominiano di Palazzo Carpegna accoglieranno un nucleo selezionato di opere intorno ai temi del doppio e della proliferazione dall’uno al molteplice. Un percorso espositivo inconsueto del suo lavoro, nei suoi aspetti più rigorosi e concettuali nonché immaginifici, incentrato su un’opera di dimensioni monumentali e raramente esposta. Ospitata nel Salone d’Onore, riconfigurato per l’occasione da un’importante struttura allestitiva, l’opera è un unicum che raccoglie, in una sorta di cosmografia, la summa di tutto il lavoro precedente dell’artista e “rimette al mondo” i passaggi più alti della sua ricerca. Tra i lavori esposti, le famose Mappe di Boetti catturano l’attenzione con la loro maestosità: i confini del mondo sono ridisegnati attraverso ricami colorati, che raccontano non solo una geografia politica, ma una riflessione profonda sull’idea di identità e appartenenza. La moltiplicazione dei segni e delle bandiere diventa simbolo di un mondo frammentato, dove l’individualità si scontra con la globalità. Uno degli aspetti più affascinanti della mostra è la sua capacità di far dialogare le opere con l’architettura del Palazzo. Nel porticato borrominiano, i lavori di Boetti si fondono con la luce naturale, creando un gioco di ombre che amplifica il concetto di raddoppiare dimezzando. La presenza fisica delle opere, che si espande nello spazio, riflette quel senso di crescita organica che caratterizza tutta la produzione dell’artista. Come sottolinea Marco Tirelli, “nessuna opera di Alighiero si esaurisce in sé stessa; apre sempre a un altro senso, a nuove interpretazioni”. La curatela di Tirelli, supportata dalla profonda conoscenza dell’opera del padre da parte di Caterina Boetti, offre al visitatore una lettura sfaccettata e raffinata, dove la potenza concettuale di Boetti è valorizzata attraverso un allestimento che ne esalta la poeticità e la profondità filosofica. La mostra non si limita a esporre opere, ma diventa un’esperienza immersiva, in cui lo spettatore è invitato a riflettere sul rapporto tra l’uno e il molteplice, tra l’ordine e il caos.
E ancora Marco Tirelli: “Un artista come Alighiero ha fondato una nuova e inaudita idea del classico, in cui il rigore, la norma, i modelli e le regole fossero sempre instabili, autogeneranti e proliferanti, sia pure nella loro fissità di oggetti immobili. Nessuna opera di Alighiero si esaurisce in sé stessa, nel suo corpo fisico o nella data in cui è stata realizzata, ma apre sempre a nuovo senso, ad altro da sé. Le sue opere sono proteiformi, si trasformano sotto il nostro sguardo. Inquietano e rassicurano allo stesso tempo“. La scelta di mostrare opere simboliche come le Mappe, accanto a lavori meno noti ma altrettanto emblematici del percorso di Boetti, dimostra la volontà di campionare in toto l’opera dell’artista, senza limitarla a categorie o periodi storici. Con Raddoppiare dimezzando, la mostra non solo celebra la memoria di Alighiero Boetti, ma offre una chiave di lettura contemporanea del suo pensiero, capace di interrogare lo spettatore sulle sfide del presente. Attraverso queste opere, emerge la forza innovativa di un artista che ha saputo giocare con i confini dell’arte, con l’intero mondo innervato tra geometria e filosofia, lasciando un’impronta indelebile nella storia culturale.
La mostra è realizzata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
Carlo Franza