Thousands of spectators stand on the Duomo square as fireworks illuminate the sky over the Cathedral during the New Year’s celebrations in Milan, 01 January 2025. Authorities in Milan have designated certain areas as ‘red zones’ to increase safety during New Year’s Eve celebrations.
ANSA/MATTEO CORNER

Guardiamoci attorno, in Italia e nell’Europa intera, nelle città grandi e piccole, Milano, Roma, Parma, Modena, Torino, Trieste, Firenze, ecc., l’Europa sta cambiando il proprio volto, anzi sta perdendo la sua identità, i suoi tratti, il suo stile, la sua educazione, la sua cultura, la sua religione, la sua laicità, il suo credo, il suo modo di fare politica, ecc. Viaggio su e giù per l’Italia, ed anche in Europa, ad iniziare dall’Inghilterra  e Francia,   e ne vedo di tutti i colori. Provate ad andare a Monfalcone dove è stata sindaca Anna Maria Cisint oggi eletta al Parlamento Europeo, poi finita sotto scorta per le minacce di morte ricevute  nella sua cittadina; quella bellissima cittadina italiana oggi non lo è più, qui non sembra d’essere in Italia.  Sotto l’influenza delle organizzazioni islamiche, come i Fratelli Musulmani, le idee radicali si stanno insinuando nel Vecchio Continente.

Talvolta con la forza, come comprovano gli attentati verificatisi nel periodo natalizio. A Milano per i gravi fatti in Piazza del Duomo la procura di Milano sta indagando su un presunto stupro di gruppo che sarebbe avvenuto nella notte di Capodanno, tra il 31 dicembre e l’1 gennaio 2025 . La notizia era uscita inizialmente su giornali e media belgi dopo che una turista di vent’anni di Liegi aveva raccontato di essere stata accerchiata, immobilizzata, palpata e toccata sotto i vestiti da decine di ragazzi insieme alle amiche con cui era in vacanza. Dall’intervista riportata dai media belgi l’aggressione alle turiste sarebbe durata una decina di minuti. Ma anche ragazze inglesi hanno denunciato violenze sessuali. La piazza è stata per ore molto affollata, con fumo e forti rumori dovuti ai fuochi d’artificio. Il gruppo di

amici (quattro ragazze e due ragazzi) sarebbe stato accerchiato e immobilizzato da un gruppo tra le 50 e le 100 persone: uomini tra i 20 e i 40 anni. Secondo le testimonianze delle quattro amiche, tre sarebbero state aggredite sessualmente, con palpeggiamenti e mani sotto i vestiti e dentro i pantaloni, ma anche altre donne nella piazza si sarebbero lamentate di aver subito molestie di questo genere. Abusi riconducibili alla “taharrush gamea” che in arabo significa aggressione sessuale di massa. Il fenomeno apparve per la prima volta agli albori della Primavera araba al Cairo.

Quotidianamente, invece, giorno dopo giorno, usanze estranee all’Occidente si insinuano con metodi sottili e astuti. Non dimentichiamo che l’Islam usa “la dissimulazione”; paiono assecondare ed è invece il contrario di tutto.  Cosa vuol dire dissimulazione?  Eccolo: Comportamento, abituale o occasionale, diretto a celare il proprio pensiero o le proprie intenzioni o anche ad allontanare da sé ogni sospetto.

In Belgio sempre più forti si fanno le richieste d’introdurre l’arabo come materia scolastica obbligatoria.
In Olanda è un partito politico a promuovere gli interessi musulmani. Lo stesso in altri Paesi, come l’Italia, dove si è tentato anche di calendarizzare nelle scuole festività islamiche. Il Natale non può essere cancellato. Il Natale è nostro, dei cristiani, degli occidentali.
Non solo: gli stessi social, come Tik Tok e Facebooksono diventati terreno fertile per una campagna di radicalizzazione islamica, che mira a reclutare nuove e giovani forze per la jihad.

Si può accettare tutto questo in silenzio? Come lasciare che si abusi della tolleranza tipica degli europei per imporre a tutti valori decisamente anticristiani? Occorre opporsi! Dobbiamo fermare chi cerchi di cancellare la nostra storia, la nostra cultura, le nostre tradizioni, per sostituirvi abitudini e usanze musulmane, a noi totalmente estranee! Dove la mettiamo la nostra arte, greca e romana, neoclassica, l’arte del romanticismo, fino a quella contemporanea, con la bellezza e il nudo?  E la nostra poesia e la nostra letteratura? 

È necessario far sentire forte la nostra protesta, affinché venga udita anche nei palazzi di governo, in cui si assumono le decisioni che contano. Occorre sensibilizzare e far aprire gli occhi a chi ancora non conosce questo pericolo e far si che una campagna in tal senso smuova gli indecisi! Tutto ciò è necessario per far cessare il processo di islamizzazione in corso. Dobbiamo salvare l’Europa, prima che venga sfigurata.  In Siria la situazione è drammatica! Ora anche la Siria, la Siria cristiana con Aleppo è sotto il controllo dei jihadisti di Hayat Tahrir al-Shalam. La Siria ha un nuovo premier: è Mohammed al-Bashir, il comandante jihadista a capo del “governo della salvezza”. Smentite le voci secondo cui sarebbe stato l’ex premier in esilio a guidare il governo provvisorio. La scelta del nuovo primo ministro sarebbe stata imposta da al-Jolani, capo dei ribelli jihadisti ormai al potere.  Non lasciamoci ingannare da al- Jolani, lui usa la dissimulazione.

E mentre  l’Iran  giustizia il rapper Amir Tatalou  che è stato condannato in appello alla pena di morte con l’accusa di “blasfemia” –  a riferirlo è sul suo sito web il giornale riformista Etemad-, secondo cui “la Corte Suprema ha accettato il ricorso del pubblico ministro” contro una precedente condanna a cinque anni di carcere e “questa volta l’imputato è stato condannato alla pena di morte per insulti al profeta Maometto”; non dimentichiamo gli esempi e le parole di Oriana Fallaci  in una celebre intervista a Khomeini. L’esempio fu il velo. Se Christiane Amanpour non s’è piegata, e non ha voluto nemmeno metterselo sulle spalle il velo simbolo della sottomissione femminile, la giornalista italiana lì per lì accettò, ma poi se lo tolse. E non poteva che farlo in modo plateale. Disse a Khomeini: “Non capisco. Mi aiuti a capire. Che cosa intende per libertà?”. “La libertà… Non è facile definire questo concetto. Diciamo che la libertà è quando si può scegliere le proprie idee e pensarle quanto si vuole senza essere costretti a pensarne altre… E anche alloggiare dove si vuole… Esercitare il mestiere che si vuole”. “Ho ancora molte cose da domandarle. Su questo chador, per esempio, che lei impone alle donne e che mi hanno messo addossoPerchè le costringe a nascondersi sotto un indumento così scomodo e assurdo, sotto un lenzuolo con cui non si può muoversi, neanche soffiarsi il naso? Ho saputo che anche per fare il bagno quelle poverette devono portare il chador. Ma come si fa a nuotare con il chador?”.

(E nota, la Fallaci: “Allora i terribili occhi che fino a quel momento mi avevano ignorato come un oggetto che non merita alcuna curiosità, si levarono su di me. E mi buttarono addosso uno sguardo molto più cattivo di quello che m’aveva trafitto all’inizio. E la voce che per tutto quel tempo era rimasta fioca, quasi l’eco di un sussurro, divenne sonora. Squillante”). “Tutto questo non la riguarda. I nostri costumi non riguardano voi occidentali. Se la veste islamica non le piace, non è obbligata a portarla. Il chador è per le donne giovani e perbene” “Prego?”. “Ho detto: se la veste islamica non le piace, non è obbligata a portarla. Il chador è per le donne giovani e perbene”. “Grazie, signor Khomeini. Lei è molto educato, un vero gentiluomo. La accontento sui due piedi. Me lo tolgo immediatamente questo stupido cencio da medioevo”.

E “con una spallata lasciai andare il chador che si afflosciò sul pavimento in una macchia oscena di nero. Quel che accadde dopo resta nella mia memoria come l’ombra di un gatto che prima se ne stava appisolato a ronfare e d’un tratto balza in avanti per divorare un topo. Khomeini si alzò con uno scatto così svelto, così improvviso, che per un istante credetti d’esser stata investita da un colpo di vento. Poi, con un salto altrettanto felino, scavalcò il chador e sparì”. Fu quel pomeriggio che, a Qom, Oriana Fallaci sviluppò la sua teoria dell’islamofascismo, quella che avrebbe enunciato dopo l’11 Settembre ne “La Rabbia e l’Orgoglio”. La storia insegna, da essa e dai suoi insegnamenti dipende il nostro futuro. Gli italiani e gli europei lo vogliono ancorato a quanto costruito dai nostri padri, dai nostri nonni, dai nostri trisavoli, dai nostri antenati. Sarà così, lo spero.

Carlo Franza

 

 

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