Un libro prezioso, storico, ammirevole, colto, che segna e disegna i fari in tutto il mondo. Ha per titolo “Breve atlante dei fari in capo al mondo” di Josè Louis González Macías (pp. 168, Editore Einaudi, Ediz. Illustrata, Federica Niola traduttore, Copertina rigida – Illustrato, 2022). Il libro di José L. G. Macias è stato pubblicato per la prima volta nel 2020 da Ediciones Menguantes, Leòn, ripubblicato nel 2022 da Giulio Einaudi.

Uno straordinario viaggio geografico e letterario alla scoperta dei fari più remoti. Sentinelle che si tengono ben salde ai loro scogli, i fari sono veri e propri monumenti ai segreti del mare e del tempo. Difficile non rimanere affascinati da queste silenziose vedette. González Macías ha voluto inseguire il loro richiamo luminoso fino in capo al mondo per raccogliere le storie di trentaquattro tra i fari più remoti. In questo insolito atlante popolato da eroici guardiani, fantasmi tenaci, personaggi visionari si fanno continuamente incontri eccezionali: con Edgar Allan Poe alle prese con il suo ultimo manoscritto su un faro misterioso, con Nelson Mandela intento a ritrarre il faro di Robben Island, l’isola dove ha vissuto da detenuto per quasi vent’anni, o ancora con Virginia Woolf che da bambina ammira il faro di Godrevy, luogo che avrebbe ispirato uno dei più grandi romanzi del Novecento. I fari suggeriscono spesso immagini di isolamento e inquietudine, eppure da secoli sono un simbolo di dedizione, coraggio e salvezza: lo dimostra questo volume illustrato, corredato di carte nautiche e suggestive riproduzioni, che svela piccoli incredibili universi a ogni pagina. Vi assicuro che il libro attira e molto tra tanti testi di storia, fotografia e cinema per via che ha il dorso a strisce rosse e bianche. Ma sorprende ancora di più

perché l’autore con il suo fare storico si è degnato di scrivere due righe del “faro di Guardafui” eretto in epoca fascista dell’Italia nella Somalia del Duce. Infatti a pag. 78 leggo: FARO DI GUARDAFUI. Con tanto di immagine del possente fascio littorio alto 20 metri. Ma le sorprese non sono finite. L’autore, José Luis Gonzales Macias, inizia così la scheda dedicata a Guardafui: “Quando nel 2015 è stato pubblicato IL FARO DI MUSSOLINI, l’argomento trattato nel libro era pressoché sconosciuto. Fino a due anni

prima neanche il suo autore, Alberto Alpozzi, sapeva molto di fari. Fotografo specializzato nei reportage da zone problematiche, si era recato nel Golfo di Aden per documentare un articolo sui pirati somali. Durante la spedizione non ha trovato i pirati ma, sorvolando in elicottero l’estremo nordest della Somalia, ha fotografato una torre di pietra che ha attirato potentemente la sua attenzione.” Qualcuno si stupisce o strabuzza gli occhi? Io no.  Perché ancor più strano è che l’autore non è italiano! Conclude la scheda: “Probabilmente negli ultimi settanta anni sono pochissimi – o nessuno – gli italiani che hanno visitato le pietre rossicce del faro. Senza le fotografie di Alberto Alpozzi, oggi ignoreremmo queste rovine sopravvissute al tempo.” Questo prezioso capitoletto che sta facendo il giro del mondo, ha trovato seme e iniziale notizia grazie al libro di Alberto Capozzi che -uscito precedentemente- per Eclettica Edizioni ha pubblicato “Il faro di Mussolini – Il colonialismo italiano in Somalia oltre il sogno imperiale”.

Carlo Franza

 

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