Bruno Cassinari è l’artista del Quadro del Mese allo Studio Bolzani di Milano. “Fiori” è un olio su tela del 1956, opera storica “neocubista”, che va oltre la figurazione e l’astrattismo.
La storica galleria STUDIO BOLZANI di Milano che ha brillantemente festeggiato i cento anni nel 2022, già da tempo “Bottega Storica” di Milano, e attivissima sul versante dell’arte moderna e contemporanea, ci propone per il 2025 “IL QUADRO DEL MESE”. Sicchè nelle vetrine della Galleria
Strasburgo a ridosso di Piazza San Babila troveremo ogni mese un dipinto di eccezionale valore e di un artista di chiara fama. Per maggio 2025 è la volta di un dipinto di Bruno Cassinari (Piacenza 1912- Milano 1992), artista di chiara fama del Secondo Novecento italiano; aggiungiamo che i Bolzani da sempre si sono interessati di numerosi pittori di chiara fama della contemporaneità. L’opera esposta allo Studio Bolzani di Milano (in Galleria Strasburgo) in questo maggio 2025 ha per titolo “Fiori” un olio su tela in formato 40×28, firmato in basso a destra, datato 1956. Opera a nostro avviso storica che segna il superamento della figurazione e dell’astrattismo, avendo l’artista dato il via a una nuova apertura “neocubista”. “La mia pittura – ha detto Cassinari – non potrà mai essere ‘astratta’, nel senso che non potrà mai essere staccata dalla realtà delle sensazioni, né avulsa dalla gioia e dalla presenza delle cose. Credo troppo nel colore del mare, davanti a cui lavoro per tanti mesi, credo troppo nello splendore delle foglie, nel calore dei volti umani, sento troppo il loro peso, perché essi non vengano avanti, con prepotenza, nel mio lavoro. Penso che occorra illuminare sempre meglio queste presenze. Mi sforzo di tradurre sempre più chiaramente il loro peso in ritmo, il loro calore in luce” (Ponente, N. (1958): Cassinari. La Bussola/ Roma)
Tanto gli anni di “Corrente” (che si chiude nel 1943) quanto quelli subito dopo la Liberazione (1945 – 1950), hanno messo in luce nella produzione di Cassinari l’avvicinamento ad un’arte che potesse in modo autonomo differenziarsi dalle due maggiori tendenze del periodo: l’arte astratta e quella figurativa. Questa sua terza via cercata è una sintesi originalissima di neocubismo in cui lirismo e riflessione sulla classicità risultano essere un esercizio compositivo delle forme, che ha trovato la sua più alta espressione nei due decenni ‘40 e ‘50. La mostra “Forma, struttura e colore” mette in luce la pittura di Cassinari in quanto sintesi di strutturazione cubo-matissiana, cromatismo luminoso e contemplazione del vero. Il “geometrismo”, che Cassinari introduce sempre più a partire dai primi anni ’50, è da lui ritenuto il miglior modo per avvicinarsi alla realtà e alle sensazioni vissute.
E’ proprio a questo geometrismo, a queste linee in libertà che segnano l’opera “Fiori” del ’56, qui oggi in mostra da Bolzani, che individuiamo non solo la traccia di quella che stata chiamata la sua terza via, con il superamento del figurativo e dell’astrattismo, ma il canto assoluto di colori e forme che ne fanno un piccolo capolavoro.
Bruno Cassinari (Piacenza 1912-Milano 1992), è un rappresentante tra i più incisivi della generazione anti-novecentista di Corrente, attorno alla cui opera convergono in mostra i pittori compagni di percorso artistico. Gli “amici” di Cassinari, coetanei che animarono la temperie culturale milanese che si ritrovava attorno alla redazione della rivista “Corrente” e oltre, affiancarono l’autore a quegli anni di straordinario risveglio culturale, sollecitato in pittura dall’iniziale lirismo verso il successivo espressionismo e realismo, da intendersi nel senso di riflessione pittorica sul vero, nelle sue implicazioni sociali e morali e non in accezione di mera trascrizione veristica. Tendenze preavvisate dalle spinte culturali e dalle inquietudini germinate entro la vita artistica milanese nei primi anni Trenta ed evolute in energia espressiva di maggiore tensione tra il 1938 e il 1943.
La ricca produzione di Bruno Cassinari si individua entro l’arco dell’attività pittorica a partire dai finali anni Trenta per giungere fino alle soglie dei Settanta. Opere che ripercorrono per tappe sostanziali l’avventura artistica dell’autore, motivata esistenzialmente entro il clima di Corrente e in seguito sempre più maturata su riflessioni individuali, psicologiche e cromatiche indipendenti. Dalle giovanili planimetrie coloristiche organizzate in “architetture del colore”, così definite da Giovanni Testori, al rapporto di Cassinari con Corrente, scandito agli esordi da saggi lirici, neoromantici, successivamente vincolati ad una più decisa eccitazione espressionistica e al travaglio linguistico maturato in epoca bellica e nella fase seguente, alla luce del sodalizio con Morlotti. Ed ancora le topografie neo-cubiste e narrative del lavoro emozionalmente carico eseguito ad Antibes a partire dal 1949, attraverso il posteriore abbandono alla natura e alla immersione nella sua fisicità, poetica appartenente al periodo del ritorno a Gropparello (anni Sessanta), per approdare alle atmosfere sospese ed evocative dei primi anni Settanta. Dal 1942 documenta -alla luce del riferimento picassiano-, la ricerca di una forma nuova sperimentata in quel torno di anni in affini “equivalenti figurativi” anche dagli amici Guttuso, Morlotti, Ciro Agostoni.
Bruno Cassinari nasce a Piacenza nel 1912. Allievo dell’Accademia di Belle Arti di Brera, dove studia con Aldo Carpi (1934-1938), sfida con veemenza il regime fascista in Italia, cosicché la sua arte assume presto una dimensione politica, pur ispirandosi anche alle avanguardie del XX secolo, al Fauvism, all’espressionismo e soprattutto al cubismo. La sua opposizione intellettuale si manifesta attraverso l’adesione al gruppo Corrente, di cui entra a far parte nel 1939. Il gruppo, che annovera tra i suoi membri anche Renato Guttuso, Emilio Vedova, Renato Birolli, Ennio Morlotti, Ernesto Treccani e Giuseppe Migneco, riconosce l’importanza dell’opera di Picasso Guernica quale simbolo ed estetica della lotta contro la barbarie e la tirannia attraverso l’espressione artistica. Lo stesso anno vince il Premio Littoriali. Nel 1941, con l’aiuto e il sostegno di Elio Vittorini, Cassinari organizza la sua prima personale, esponendo un ritratto di Rosa Birolli (Il ritratto di Rosetta), con il quale vince il Premio Bergamo. Il decennio successivo è caratterizzato da aspirazioni e collaborazioni internazionali. Come molti dei suoi maestri moderni – Cézanne, Matisse, Picasso, Van Gogh o Modigliani – Cassinari è sedotto dal fascino magnetico della Francia. Tuttavia, a differenza dei suoi contemporanei, non sceglie come destinazione Parigi, bensì Antibes, dove risiede tra il 1949 e il 1952. Più vicina alla sua sensibilità mediterranea, la costa francese si rivela una ricca fonte d’ispirazione e opportunità. Incontra maestri contemporanei come Chagall, Matisse, Braque e Picasso, che lo invitano personalmente a esporre le sue opere al museo di Antibes. Il suo periodo internazionale è caratterizzato da innumerevoli mostre e dalla partecipazione a varie biennali. Cassinari estende la propria attività artistica al continente americano partecipando a diverse mostre a partire dal 1949, tra cui Twentieth-Century Italian Art presso il Museum of Modern Art (MoMA) di New York. Nel 1950 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia con cinque dipinti. Sarà nuovamente presente alla Biennale nel 1952 (vincitore del Gran premio della Pittura Italiana), 1956, 1960, 1962 e 1964. Nel 1951 partecipa alla mostra Italian Artists of Today in Scandinavia, allestita nei musei di Göteborg, Helsinki, Oslo e Copenaghen. Lo stesso anno partecipa alla prima edizione della rassegna Pittori d’Oggi Francia-Italia e vince il premio Taranto di pittura. Nel corso del decennio Cassinari diventa sinonimo di arte contemporanea italiana e figura regolarmente nelle mostre retrospettive o inaugurali di questa nuova generazione di artisti italiani. Tra gli esempi degni di nota figurano una mostra d’arte contemporanea italiana organizzata dall’Arts Council of Great Britain nel 1956 e le mostre Italian Art of the 20th Century in vari musei in Australia, Modern Italian Art a Londra, Plymouth e Birmingham nel Regno Unito nel 1956, Painting in Post-War Italy 1945-1957 presso la Columbia University di New York dal 1957, Moderne Italiaanse Kunst ad Amsterdam ed Eindhoven, Italian Paintings of Today a Londra e Peintres d’aujourd’hui France-Italie a Parigi (tutte negli anni ’60). Lo spirito di resistenza di Cassinari è celebrato anche in diverse mostre, tra cui Il dopoguerra. La pittura italiana dal ’45 al ’55 presso il Castello Estense di Ferrara o Arte e Resistenza in Europa alla Galleria Civica di Bologna e a quella di Torino (1965). Le retrospettive iniziano a moltiplicarsi a metà degli anni ’60. Nel 1965 la Galleria Bergamini di Milano espone un’ampia selezione di dipinti, sculture e acquerelli. La Galleria di Busto Arsizio dedica a Cassinari un’antologica nel 1981, con olii, disegni, sculture e litografie. La sua città natale fa lo stesso due anni dopo, inaugurando una retrospettiva di 150 opere curata da Gian Alberto Dell’Acqua e Giovanni Anzani a Palazzo Farnese. Cassinari muore nel suo studio di Milano nel 1992, ma la sua opera continua a essere celebrata in numerose mostre postume.
Carlo Franza

