Il 13 luglio 2025, vale a dire oggi,  ricorre il 30° anniversario dell’inaugurazione-titolazione del Vicolo Piero Manzoni a Milano. Tutto avvenne il 13 luglio del 1995, e ciò grazie all’infaticabile lavoro fatto a suo tempo da quel carissimo amico che è stato il Baritono Giuseppe Zecchillo, amico dello stesso Manzoni e suo collezionista, che poi ebbe modo di acquistare dal Conte Panza di Biumo lo studio dell’artista oggi denominato Studio Zecchillo- Ex Studio di Piero Manzoni. Mi preme ricordare quel giorno di trent’anni fa, essendone stato presente e perché fortemente mi volle al suo fianco Giuseppe Zecchillo, mèntore dell’artista concettuale che fece parlare di sé l’intero mondo dell’arte.

Così oggi Milano ha due vie Manzoni, quella che collega Piazza Cavour a Piazza della Scala dedicata ad Alessandro Manzoni il celebre scrittore-romanziere de “i Promessi Sposi”, eppoi il “Vicolo Piero Manzoni” pittore “scomodo” come scriveva il “Corriere della Sera” il 14 luglio 1995 per l’intitolazione cittadina che ci fu il 13 luglio 1995.  Pochi metri proprio a ridosso dello storico e celebre Bar Giamaica, per onorare quella sua vita, breve e provocatoria -così per le sue opere-, certamente uno dei più significativi artisti mondiali dell’Avanguardia    degli anni ’50 e ’60.  Sono quindi trascorsi ben trent’anni (1995-2025) da quell’inaugurazione della nuova strada -pur breve- cittadina che parte da Via Brera e sbuca in Largo Roberto Sanesi, mio carissimo amico e grande intellettuale, studioso di letteratura inglese e professore all’Accademia di Belle Arti di Brera. Quel pomeriggio del 1995 a tagliare il nastro della targa cittadina fu l’Assessore alla Cultura Philippe Daverio in quota Lega, insieme   a mamma Lina, storica proprietaria del Giamaica, e di artisti e intellettuali che qui si ritrovavano negli anni del dopoguerra fino al boom   degli anni Sessanta; non mancavano anche la sorella di Piero vale a dire Elena con le figlie Rosalia e Antonietta, Giuseppina e Maria.  Mi preme ricordare cosa disse un caro amico di Piero e gallerista, a nome Luca Scacchi Gracco, considerato dal mio mèntore Giulio Carlo Argan “un grande e primario mercante d’arte”: “Era un uomo scomodo, un grande innovatore e assolutamente anticonformista, al punto di negare la prospettiva e rifiutare le leggi di mercato. Certo ai suoi tempi non fu capito. Dopo la storia della “merda in scatola”  nessuno gli voleva dare spazio. Il tempo ha detto che la sua opera fu vera arte”.  Era presente alla cerimonia attesa da tutto il mondo dell’arte milanese, il pittore Dangelo iniziatore con Baj e Fontana del movimento “nucleare”: “era un artista dell’arte povera concettuale. Un vero artista che faceva arte per sè stesso e perché gli piaceva, non per piazzarsi nelle gallerie e vendere”.

La richiesta di intitolazione di una via milanese al notissimo artista concettuale, maggiormente conosciuto e osannato nelle gallerie del Nord Europa che non nella sua Milano, era partita nel 1987 e indirizzata al Sindaco Paolo Pillitteri   da parte di un’Associazione Amici di Piero Manzoni- la sede era nello Studio dell’artista in Brera-Via Fiori Chiari al 16 – il cui presidente era il Baritono Giuseppe Zecchillo amico dell’artista e tra i suoi primi collezionisti; la richiesta  era -a detta dello stesso Zecchillo-  motivata dal fatto che  in patria  solo pochi  e per lo più “addetti ai lavori” conoscevano  l’importanza culturale  culturale di Piero Manzoni, che aveva prodotto achromes, pacchi, batuffoli, la base magica, le uova con le impronte, i genius, le linee, le tele grinzate, i fiati d’artista, le opere viventi, e per finire “la merda d’artista”. Proprio nel 1987 la notorietà segnò Piero Manzoni con la merda d’artista, le famose scatolette sigillate e numerate, e fu proprio Giuseppe Zecchillo ad acquistare una di queste scatolette in asta per la bella cifra di 13 milioni di lire.

Ricordare la titolazione della via “Vicolo Piero Manzoni” a Milano a ridosso del Bar Jamaica, non è solo doveroso, ma è ricordare la storia di Milano, la storia di un grande artista dell’arte italiana del Novecento, ridare a Milano quella cornice che l’ha resa e la fa tutt’oggi capitale dell’arte mondiale.

E mi preme ancora sottolineare come a ricordare questo evento vi è oggi anche l’artista di chiara fama Lorenzo Marini, le cui opere fanno il giro del mondo; ebbene è suo “l’omaggio a Piero Manzoni” – tela qui riprodotta-, un’opera il cui titolo è “M come Manzoni” in formato 100×100 cm, tecnica mista su tela, datata luglio 2025. Ancora una volta è la storia a vincere sul tempo, passato e presente segnano il futuro. Milano corre, da qui l’arte e la cultura viaggiano per l’intero mondo.

Carlo Franza

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