La Bibbia di Borso d’Este a Roma per il Giubileo. In Sala Capitolare del Senato della Repubblica
Fino al 16 gennaio 2026 esposta nella Sala Capitolare del Senato della Repubblica, in Piazza della Minerva 38 a Roma, la Bibbia di Borso d’Este, uno dei massimi capolavori dell’arte rinascimentale italiana. L’esposizione, inserita nel programma delle
attività giubilari, è promossa dal Senato della Repubblica, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero della Cultura, le Gallerie Estensi, il Commissario Straordinario di Governo per il Giubileo e l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani.
L’evento costituisce un’occasione straordinaria per ammirare la Bibbia di Borso d’Este, uno dei più alti capolavori dell’arte rinascimentale italiana. Realizzata tra il 1455 e il 1461 dal calligrafo Pietro Paolo Marone e dai miniatori Taddeo Crivelli e Franco dei Russi, l’opera rappresenta una delle massime espressioni dell’arte della miniatura, unendo in modo mirabile raffinatezza ornamentale, perizia artistica e ispirazione religiosa. Si tratta di un evento eccezionale poiché il manoscritto è conservato nella Biblioteca Estense di Modena e viene esposto al pubblico solo in rarissime occasioni. I visitatori avranno a disposizione schermi touchscreen per consultare la versione digitale della Bibbia, con immagini ad altissima risoluzione.
La mostra è aperta dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18, con ingresso libero. Aperture straordinarie sono previste:
– sabato 15 e domenica 16 novembre
– sabato 29 novembre dalle 20 alle 24 (Musei in musica)
– sabato 15 e domenica 16 novembre dalle 10 alle 18
– sabato 6, domenica 7 e lunedì 8 dicembre dalle 10 alle 18;
– sabato 20 e domenica 21 dicembre dalle 10 alle 18;
– mercoledì 24 dicembre dalle 10 alle 13;
– sabato 27 e domenica 28 dicembre dalle 10 alle 13;
– mercoledì 31 dicembre dalle 10 alle 13;
– sabato 3, domenica 4 e martedì 6 gennaio dalle 10 alle 18.
Un capolavoro per un doppio Giubileo
Ignazio La Russa
Presidente del Senato della Repubblica
“Non c’era luogo più adatto della Biblioteca del Senato, intitolata a Giovanni Spadolini, fondatore del ministero dei Beni culturali, per guidare il visitatore alla scoperta di uno dei più luminosi capolavori di quello che la Costituzione definisce «patrimonio storico e artistico della Nazione»: la Bibbia di Borso d’Este, custodita presso un’altra biblioteca italiana – una delle più importanti -, la Biblioteca Estense di Modena, ora parte delle Gallerie Estensi dirette con passione da Alessandra Necci.
Come tutte le mostre ospitate dal Senato, la volontà di creare momenti di cultura e di condivisione della bellezza con i cittadini e i numerosi visitatori che accorrono a Roma da ogni parte del mondo si accompagna alla riflessione sui valori che sono alla base della nostra convivenza civile.
Il riferimento, nel titolo, alla Creazione segna una continuità ideale con la precedente mostra ospitata nella stessa sala tra il
dicembre 2024 e il marzo 2025 e dedicata a san Francesco e al Cantico delle creature nella ricorrenza degli ottocento anni del suo immortale componimento poetico.
Una mostra apriva il Giubileo 2025, una mostra lo chiude, in entrambi i casi con il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione. Questa volta, inoltre, siamo di fronte a un esempio positivo di collaborazione istituzionale, perché il Senato ha aderito con impegno e convinzione a una iniziativa promossa dalla presidenza del Consiglio dei Ministri – ringrazio per questo il sottosegretario Alfredo Mantovano – e dal commissario Straordinario per il Giubileo.
La scelta di esporre una Bibbia è intimamente collegata all’anno giubilare. La scelta di esporre questa Bibbia è invece un omaggio al valore universale e trasversale dell’arte. Per gli esperti si tratta del più bel libro miniato del Quattrocento: negli stessi anni in cui veniva inventata la stampa, lo splendore del Rinascimento si fondeva all’arte della miniatura, che raggiungeva così una delle sue vette più alte. La tecnologia, peraltro, consente a tutti i visitatori di sfogliare, in formato digitale, ogni singola pagina di questa vera e propria pinacoteca in forma di libro.
Celebrare la Bibbia di Borso d’Este, però, significa anche celebrare il “giubileo” di un epico recupero e di un’istituzione culturale che tuttora dà lustro all’Italia. Il recupero è quello che l’imprenditore e mecenate Giovanni Treccani degli Alfieri effettuò, con slancio e generosità, dopo più di sessant’anni di assenza del capolavoro dal nostro Paese. Nel 1923, dopo aver incontrato Giovanni Gentile nella sede del ministero della Pubblica istruzione, che all’epoca si trovava proprio al Palazzo della Minerva, si recò immediatamente a Parigi, acquistò a proprie spese la Bibbia – le finanze pubbliche sono per definizione limitate – e la riportò personalmente in Italia donandola allo Stato. L’evento ebbe ampio risalto nella stampa dell’epoca e fu vissuto da tutti come un momento di orgoglio nazionale. Treccani, che aveva scongiurato l’uscita irreversibile dall’Italia del capolavoro, l’anno dopo sarà nominato senatore del regno: esattamente cento anni fa, nel 1925, veniva inaugurata, a Modena, l’esposizione al pubblico della Bibbia.
In quello stesso anno Giovanni Treccani aveva fondato l’Istituto della Enciclopedia Italiana: con questa mostra e questo volume – edito da Treccani – anche il Senato intende celebrare, al culmine di un centenario ricco di iniziative, l’intuizione e la realizzazione più importante del suo fondatore.
Così, in due soli splendidi volumi e nella loro storia, troviamo concentrati i valori fondanti della cultura italiana: l’auspicio è che, dopo questa esposizione, l’opera possa trovare, come un secolo fa, una definitiva e stabile esposizione al pubblico nelle Gallerie che la custodiscono, a beneficio della collettività e della cultura come strumento per la crescita sociale e l’unità nazionale.
Dalla Prefazione del catalogo della mostra, edito da Treccani
Carlo Franza
