Picasso e il linguaggio delle idee. La preziosa mostra a Napoli nella Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta
La mostra Picasso. Il linguaggio delle idee, dedicata all’artista spagnolo, sotto il patrocinio Consolato di Spagna a Napoli, Instituto Cervantes Napoli e Ciu Unionquadri, è aperta al
pubblico nella Basilica di Santa Maria alla Pietrasanta di Napoli – Lapis Museum e resterà aperta sino al 29 settembre 2025.
L’esposizione, prodotta da Navigare srl in collaborazione con Lapis Museum, che gode del patrocinio della Regione Campania e del Comune di Napoli, è curata da Joan Abelló e Stefano Oliviero. La mostra “Picasso. Il linguaggio delle idee” offre un’ampia panoramica dell’arte di Pablo Picasso evidenziando i diversi linguaggi espressivi che ha sviluppato, dalle gouaches alle sculture, fino ai costumi teatrali e all’incisione.
Il percorso espositivo, suddiviso in 8 sezioni: Picasso, Arlecchino e i saltimbanchi; Le Tricorne; Le incisioni; Le ceramiche; Paloma; Manifesti; L’Amico vagabondo divertente. Le fotografie evidenziano la versatilità e la creatività dell’artista spagnolo attraverso manifesti, ceramiche e incisioni, con alcune opere originali uniche e delle riproduzioni realizzate in gran parte dopo le opere di Pablo Picasso ed Edition Madoura ceramiche, per un totale di 103 opere appartenenti a collezioni private.
“Una mostra polivalente che ruota su due grandi assi. Il primo basato sulla tipologia artistica che Pablo Picasso ha utilizzato nella sua lunga vita con lavori su carta, su ceramica e con le incisioni. Il secondo racconta i rapporti di amicizia che ha avuto con diversi artisti, come Angel Fernandez de Soto, del quale è esposta un’opera interessantissima, e i gli amici
fotografi dell’ultimo periodo della sua vita, come Edward Quinn e Andrè Villers, che l’hanno accompagnato in diversi posti in Costa azzurra in Francia, dove Picasso ha realizzato alcune grandi opere prima di morire nell’aprile del 1973“. Così lo spagnolo Joan Abellò.
Collegato all’interesse di Picasso per le maschere popolari e anche per il mondo del circo, a inizio ‘900 forma artistica e di intrattenimento molto in voga, la mostra dedica un piccolo ma
significativo spazio anche alla figura di Arlecchino e ai saltimbanchi, molto amati da Picasso che, nel suo “Periodo blu”, li rappresenta spesso, esaltandone l’anima malinconica e delicata. In mostra sono presenti 2 after work: l’acquaforte e acquatinta Les Saltimbanques (The Acrobats) au chien 1905 e la collotipia a colori
Arlequin et sa compagne (Les Deux Saltimbanques) 1901.
Altra parte importante della mostra è la sezione dedicata alla ceramica. Picasso fu il primo a sdoganare l’artigianalità della ceramica al mondo dell’arte, plasmando e decorando numerosi oggetti. In mostra ne sono presenti 10 esemplari, realizzati negli anni ’50 a Vallauris, in Francia. Di quel periodo sono anche le fotografie della apposita sezione, con 15 scatti rappresentativi dell’amicizia e della stima che legò l’artista ai fotografi Edward Quinn e a André Villers che immortalavano Picasso in
diverse occasioni private. In esposizione si possono osservare momenti di vita quotidiana e familiare di Picasso, nella villa “La Californie” a Cannes, con la famiglia e la celebre capra Esmeralda, e a Vallauris. In particolare, spicca la famosa e ironica fotografia di Villers con Picasso in posa come Braccio di ferro (1957).
Tra le altre opere esposte, come i 10 manifesti realizzati da Picasso per le sue stesse mostre degli anni ’60, e le 10 acquetinte della serie Sable mouvante, va segnalata, infine, la presenza dell’unico dipinto ad olio in mostra: l’inedito Paesaggio lussureggiante (1930), un recente
ritrovamento attribuito a Àngel Fernández de Soto, amico di Picasso che, nel 1903, lo ritrasse nel dipinto Il bevitore d’assenzio. La mostra sarà visitabile sino al 28 settembre. Apertura 9:30 -19:30 (lunedì-venerdì) e 9:30 – 20:30 (sabato, domenica e festivi).
Carlo Franza
