Mille volte vediamo ogni giorno i  segnali stradali e quanta familiarità abbiamo ormai con essi è fuor di dubbio. Ma ne ha di più Clet Abraham, francese e bretone, classe 1966, che dopo l’Accademia di Belle Arti a Rennes  dal 1990 si è trasferito in Italia, prima a Roma, poi a Poppi(Arezzo) e nel 2005 a Firenze dove oggi vive e lavora. Ed  è proprio a Firenze che è maturata la sua  creatività, in Via dell’Olmo dove dimora, quartiere di San Niccolò. Niente pennelli, niente cavalletti, niente studio, niente mostre, niente biennale, niente performance. A Clet Abraham interessano i cartelli stradali.  “Ho sempre considerato i segnali  stradali come un errore, come un imposizione dall’alto, come un messaggio nemmeno tanto subliminale  del potere. E poi sono diventati davvero troppi”. E’ stato così con queste idee che gli giravano per la testa che, da poco più di un paio d’anni, con una “strada senza uscita” trasformata in Crocifissione, ha “iniziato a guardarli meglio, a studiare un modo per aprire grazie a loro un dialogo estetico con la città”.  Prepara uno “sticher”, prima stampato  da un file, che poi attacca a puntino sul cartello stradale preso di mira.  La fama è nata subito, certo scioccando un bel po’ di gente,  ed è ormai cresciuta a tal punto che tutti sono a caccia dei cartelli di Clet Abraham. Ma la fama gli ha portato anche sequestri e multe, tanto che se taluni volessero  vedere le sue mostre devono recarsi presso i vari uffici della polizia municipale di Firenze, Milano, Pistoia,ecc., dove sono sequestrati i Crocifissi, le  Madonne, i diavoli, i linguaggi neopop, la nuova comunicazione. Mi confessa che ha intenzione di andare anche ad Amsterdam perché quella città “è uno spazio urbano ideale con il quale confrontarsi”. Certo il suo modo di lavorare in arte, sicuramente vitale e innovativo linguaggio artistico, deve stupire ma non scandalizzare -come invece è stato- perchè  anche Christo ha innervato nell’ambiente quotidiano i suoi impacchettamenti. Sequestri, processi e multe non hanno dissuaso mai Clet che continua imperterrito  a provocare con la sua arte stradale. E molti, moltissimi, dei suoi segnali trasformati spariscono rapidamente, presi a ruba dagli ammiratori e dai collezionisti. E se oggi è artista fuori dalle regole, geniale e innovativo, capace di stupire tutti i giorni, da piccolo è vissuto con genitori e fratello su un’isola, Penfret, al largo dell’Ile de Sein  dove il padre faceva il guardiano del faro. Oggi questo suo manipolare i segnali stradali è quanto di più coinvolgente ci sia, l’artista vive nel quotidiano e interagisce con ciò che lo circonda. Ma una volta manipolati i segnali, per essi cambia  uso e destinazione, giacchè  raccontano nuovi significati.

Carlo Franza

 

 

 

 

 

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