La Grafica d’Arte Internazionale torna alla ribalta dei mercati. La Fondazione Marconi di Milano diventa un esempio unico e motore della svolta nell’arte mondiale.
Sensazionale, storica, sensibile al mercato ancora tutto da scoprire, e ai collezionisti e investitori che oggi non sanno a cosa puntare. La Fondazione Marconi avvia nel campo dell’arte una svolta dire unica. E’ stata inaugurata negli spazi della Fondazione Marconi e dello Studio Marconi ’65 una mostra interamente dedicata alle opere grafiche di alcuni dei più importanti artisti contemporanei con i quali Giorgio Marconi ha lavorato dagli anni Sessanta in poi. Con l’occasione è stato presentato il nuovo catalogo edito da Studio Marconi ’65, “Opere grafiche internazionali”, che raccoglie oltre duecento tra opere grafiche, multipli e libri d’artista di Valerio Adami, Arman, Enrico Baj, Ben Vautier, Joseph Beuys, Pol Bury, Alexander Calder, Patrick Caufield, Alik Cavaliere, Mario Ceroli, Gianni Colombo, Salvador Dalí, Sergio Dangelo, Sonia Delaunay, Lucio Del Pezzo, Antonio Dias, Bruno Di Bello, Piero Dorazio, Gillo Dorfles, Gianni Dova, Richard Hamilton, Maurice Henry, Hsiao Chin, Marcello Jori, Keizo Morishita, Robert Kushner, Man Ray, Giuseppe Maraniello,Georges Mathieu, Joan Miró, François Morellet, Ugo Nespolo, Louise Nevelson, Angela Occhipinti, Giulio Paolini, Gianfranco Pardi, Arnaldo Pomodoro, Giò Pomodoro, Concetto Pozzati, Mauro Reggiani, Larry Rivers, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Aldo Spoldi, Saul Steinberg, Emilio Tadini, Antoni Tàpies, Joe Tilson, Emilio Vedova, Luigi Veronesi, Gerhart von Graevenitz, William T. Wiley. La mostra, una delle tante dedicate alla grafica da Giorgio Marconi nel corso della sua attività, presenta un’ampia selezione delle opere pubblicate in catalogo:oltre 70 grafiche di piccolo, medio e grande formato e più di una ventina tra multipli, oggetti e piccole sculture. Le opere grafiche sono state realizzate a partire dagli anni Sessanta in poi ed eseguite in varie tecniche di stampa (serigrafia, litografia, incisione, acquaforte, tecnica mista). Sono poi esposti multipli di Cavaliere, Maraniello, Man Ray, Nevelson, oggetti e libri d’artista di Baj (Sull’acqua, 2003), Beuys (Die Leute sind ganz prima in Foggia, 1974) e ancora Man Ray (The Fifty Faces of Juliet, 1941-1954/2009). La mostra, allestita nello spazio dello Studio Marconi ’65 e al primo piano della Fondazione Marconi, offre l’occasione ideale per passare in rassegna, ancora una volta, le atmosfere surreali di Del Pezzo, le ricerche sulla luce e sulla scomposizione della parola di Di Bello, le serigrafie di Valerio Adami, le immagini pop di Hamilton, le architetture di Pardi, le figure di Tadini, le dame e gli specchi di Baj, le litografie di Man Ray e di Sonia Delaunay, i “cieli stellati” di Schifano e ancora Rotella, Tilson, Calder… per citarne solo alcuni. Il volume che l’accompagna, con testi in italiano e inglese, racconta in breve il percorso della storica galleria fondata da Giorgio Marconi nel 1965, divenuta un punto di riferimento dell’attività artistica milanese. Fin dall’inizio della sua attività Giorgio Marconi s’interessa alla grafica perché allora, tra gli anni Sessanta e Settanta, era una componente importantissima dell’espressione artistica. Gli artisti potevano sperimentare varie tecniche e scoprire così soluzioni a vari problemi di forma, colore, stile. Inoltre la stampa permetteva soprattutto una maggiore diffusione delle idee, in anni in cui il bisogno di comunicare era molto forte. Per Marconi la grafica rappresentava una delle espressioni più vive e stimolanti della cultura e un modo per poter dialogare con un collezionismo più ampio. In breve, accostarsi ad essa significava avvicinarsi al linguaggio visivo del tempo. Litografia, serigrafia, acquatinta, puntasecca, calcografia… sono molte le tecniche che hanno fatto la storia dell’arte passata e più recente, a cui è corrisposto un mercato abbastanza vivace fino alla fine del secolo scorso, per la possibilità di poter acquistare a un prezzo contenuto, le idee e le opere dei più rilevanti protagonisti dell’arte. Lo Studio Marconi è stato anche editore di grafiche e oggetti dei suoi artisti, spesso realizzati in occasione di importanti mostre da Miró (Miró a Milano 1981) a Calder (1972 e 1975), da Tápies (1985) a Paolini (1984), dalla Nevelson (Winter Chord 1975) a Schifano (Tuttestelle 1967), a testimoniare lo stretto rapporto di amicizia e fiducia esistente tra Giorgio Marconi e gli artisti. Il catalogo dedica uno spazio alla descrizione di alcune delle principali tecniche di stampa cui seguono le riproduzioni delle opere grafiche, suddivise per formato, multipli e libri d’artista. Brevi note biografiche sugli artisti rappresentati concludono il catalogo, rivolto non solo a un pubblico di collezionisti esperti ma anche di appassionati e semplici “curiosi” della grafica d’arte dagli anni Sessanta ad oggi.
Carlo Franza