Giuseppe Penone a Firenze installa una “Prospettiva vegetale”. E’ la lezione scultorea del presente e del futuro.
Al Forte di Belvedere e presso il Giardino di Boboli, con la collaborazione del Comune di Firenze e la Soprintendenza per il
Polo Museale fiorentino è possibile vedere “Prospettiva vegetale”, un grande progetto espositivo, ideato da Sergio Risaliti, curato da Arabella Natalini e Sergio Risaliti e dedicato a Giuseppe Penone, artista tra i più
affermati a livello internazionale. Dopo i successi ottenuti con la mostra realizzata nei giardini della Reggia di Versailles e l’installazione delle opere permanenti alla Venaria di Torino, Penone si confronta ora con il parco storico di Boboli e con la sfida che Forte di Belvedere – restituito al pubblico lo scorso anno dopo una lunga chiusura – ha lanciato ad alcuni dei più grandi scultori del XX e del XXI secolo. Sulla traccia della tradizione avviata nei decenni scorsi con le celebri esposizioni dedicate ad artisti come Henry Moore, Fausto Melotti, Beverly Pepper, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, le sculture di Giuseppe Penone si dislocheranno tra gli imponenti bastioni esterni della fortezza fiorentina e il magnifico Giardino di Boboli, entrambi patrimonio dell’Unesco. “Dopo il successo della mostra di Zhang Huan, l’estate scorsa, una nuova e suggestiva esposizione di un artista di fama internazionale ci consente di riaprire il Forte di Belvedere e di restituirlo alla città – ha commentato il Sindaco di Firenze Dario Nardella – Firenze è lieta di dare il bentornato a Giuseppe
Penone che, in un inedito percorso unificato attraverso il Giardino di Boboli e
la fortezza medicea, riuscirà a far dialogare l’arte con la natura facendoci
cogliere, in una continua interazione, l’anima intima e materica delle sue
sculture”. Per la prima volta le due prestigiose sedi sono state collegate tra loro in un percorso artistico che non ha precedenti. Le opere dell’artista creano, infatti, una nuova prospettiva volta ad alimentare un dialogo serrato tra scultura, architettura e
paesaggio, ma anche tra presente, passato e futuro. Il pubblico si muove tra i diversi spazi alla scoperta di Firenze e del suo skyline, seguendo il ritmo e la direzione delle opere di Penone, in cui visione e percezione sempre si rigenerano a partire da un
rapporto profondo tra uomo e ambiente, tra corpo e natura vegetale. “Con i
responsabili del Giardino, il direttore Matteo Ceriana e l’architetto Mauro
Linari – ha commentato la Soprintendente Cristina Acidini – sono molto lieta di
questa iniziativa che accomuna Boboli e il Forte di Belvedere, nel segno di un
grande artista, autore di opere in cui il trattamento sapiente delle materie fa
vibrare lo spirito della natura”. A partire dalle sue prime esperienze giovanili, entrate da tempo nella storia dell’arte del XX secolo, Giuseppe Penone ha intrapreso un lungo percorso segnato da un interesse profondo per il rapporto tra natura e cultura scultorea: legno, bronzo, marmo. Il loro utilizzo lo ha accompagnato negli anni, nelle sue prime azioni a diretto contatto con la natura, dove il gesto umano si inserisce rispettosamente nella crescita naturale; nei celebri Alberi in legno, che ancora un gesto scultoreo ha riportato alla luce, liberandoli dalle travi già trasformate dall’azione dell’uomo; in quelli in bronzo che innestano nella tradizione scultorea antica le forme arboree; nei blocchi di marmo delle Anatomie, dove emergono sia venature minerali che antropomorfiche; fino ai magnifici disegni dove l’artefice imprime una traccia del proprio corpo che si espande, attraverso il tratto a grafite, riprendendo l’andamento della crescita dei fusti. Penone ha sviluppato il suo linguaggio a contatto con la natura, o meglio, dentro alla natura stessa, cimentandosi con insuperabile maestria con
interventi in grandi spazi all’aperto, senza mai incrinare l’equilibrio antico che la caratterizza, ma riportandovi lo sguardo contemporaneo e la linfa vitale che lo contraddistinguono. Parallelamente, il suo lavoro è stato esposto in alcune delle sedi museali più prestigiose al mondo, tra cui il Guggenheim di New York, il Centre Pompidou di Parigi e lo Stedelijk Museum di Amsterdam, ricreando ogni volta atmosfere evocative attraverso opere che riflettono sul lavoro dell’uomo e della natura, sulla pratica artistica, sul trascorre del tempo e della vita.
Carlo Franza
Note biografiche di Giuseppe Penone
Sin dai primi anni Settanta il lavoro di Giuseppe Penone (Garessio, 1947) è oggetto di importanti riconoscimenti che dall’Italia si estendono rapidamente all’Europa, agli Stati Uniti e al Giappone. L’artista ha tenuto mostre personali presso numerose
istituzioni pubbliche, tra cui Kunstmuseum di Lucerna (1977), Staatliche
Kunsthalle di Baden-Baden, Museum Folkwang di Essen (1978), Stedelijk Museum di
Amsterdam (1980), Städtische Museum Abteiberg di Mönchengladbach (1982),
National Gallery of Canada di Ottawa (1983), Forth Worth Art Museum, Museum of
Contemporary Art di Chicago (1984), Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris
(1984), Musée des Beaux-Arts di Nantes (1986), Villa delle Rose, Bologna
(1990), Musée d’Art Moderne di Strasburgo, Castello di Rivoli (1991),
Kunstmuseum di Bonn (1997), Musée d’Art Contemporain di Nîmes, Toyota Municipal Museum of Art, Toyota (1997), Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento (1998), Centro Galego de Arte Contemporanea a Santiago de Compostela (1999), Centre Georges Pompidou a Parigi (2004), Museum Kurhaus di Kleve (2006),
Académie de France, Villa Medici a Roma (2008), MAMbo Museo d’Arte Moderna di
Bologna (2008), Toyota Municipal Museum of Art, Toyota (2009), De Pont Museum
for Contemporary Art, Tilburg (2010), Musée des Arts Contemporains Grand-Hornu,
Mons (2010), Kunstmuseum Winterthur (2013), Château de Versailles, 2013. Nel
2007 l’artista ha rappresentato l’Italia alla 52° Biennale di Venezia. Giuseppe
Penone ha fatto la sua prima apparizione nel territorio toscano partecipando alla
collettiva Due decenni di eventi artistici in Italia: 1950-1970, tenutasi a
Palazzo Pretorio di Prato nel 1970, seguita dalla collettiva Return to Sender,
alla Galleria Schema di Firenze nel 1974, ed ha partecipato alla collettiva
Belvedere dell’Arte-Orizzonti tenutasi a Forte Belvedere nel 2003, il luogo
dove oggi è tornato con Prospettiva vegetale a luglio del 2014.