Un prezioso tributo ad Azimut/h, la galleria e rivista fondate nel 1959 a Milano da Enrico Castellani (1930) e Piero Manzoni (1933 – 1963), e al contesto delle neoavanguardie. L’esposizione “AZIMUT/H. Continuità e nuovo”, a cura di Luca Massimo Barbero, è alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia fino al 19 gennaio 2015, e intende restituire al pubblico il ruolo fondante che la galleria/rivista ebbe nel panorama artistico italiano e internazionale di quegli anni: grande catalizzatore della cultura visiva e concettuale nazionale ed europea dell’epoca, e ponte ideale tra una nuova generazione rivoluzionaria e la più stretta contemporaneità.
Esperienza incredibile, di fulminea durata e intensissima attività, Azimut/h è oggi riconosciuto nella coscienza critica collettiva come fenomeno sempre più decisivo, contraddistinto da una sperimentazione radicale, rafforzata dai suoi legami con alcuni dei più grandi protagonisti della scena artistica di quegli anni, e da un vivace e dinamico dialogo internazionale. Diversificate nel lettering, Azimut (la galleria) e Azimuth (la rivista) hanno dato vita e formalizzato un’autentica “nuova concezione artistica” che vive nella dialettica di “continuità e nuovo”. In mostra, oltre ai lavori dei maestri Castellani e Manzoni, trovano spazio le opere degli artisti che ruotarono intorno alla galassia di Azimut/h, da Lucio Fontana ad Alberto Burri, Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Yves Klein, Jean Tinguely, Heinz Mack, Otto Piene e Günther Uecker, e altri. Il percorso espositivo prosegue e si arricchisce attraverso le pagine di un ampio studio monografico, edito da Marsilio Editori, che con una serie di studi scientifici, riproduzione di materiali inediti, contenuti di riviste, presenta la ricerca sviluppata per la mostra, attraverso una serie di letture trasversali e saggi.

Carlo Franza

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