L’Italia deformata. Si salvi chi può. E’ l’Italia di Matteo Renzi. (“Non donna di provincia ma bordello”, Dante).
Tutti i nostri politici hanno la bocca piena della parola “riforme”. Riforma Gelmini, Riforma Fornero, Riforma Giannini, Riforme Letta, Riforme Renzi (catasto, Senato, Costituzione, Jobs Act, riforma Italicum, “la buona scuola”ecc). Che presa in giro queste riforme, la gente non ne può più, l’Italia è in agonia, e questi a menarla ancora con queste riforme. Le riforme non servono, o meglio servono all’Angela Dorothea Kasner Merkel per assoggettare l’Italia. E anche fatte le riforme cari amici non partirebbe proprio nulla, men che meno l’occupazione. L’Europa non esiste conferma l’antropologa Ida Magli, l’unificazione è opere dei massoni. L’Italia è in agonia dalla cultura al lavoro, dalla scuola alla sanità, dalla sicurezza all’emigrazione, dall’immigrazione alla casa, dalle tasse alla disoccupazione, resa così da questa politica nauseabonda e questo giovanottone-bamboccione a nome Renzi, altezzoso, baldanzoso, invidioso, rottamatore, imbonitore, con la pretesa del number one, sempre presentissimo sui media invece di lavorare sul serio. In camicia bianca, questo giovanotto fiorentino ha mille colpe sulle spalle. Ha fatto nulla, ripeto, nulla. Come d’altronde aveva già fatto a Firenze.
Questi politici di pessima configurazione non pensate che ci stiano asfissiando togliendoci l’aria che respiriamo? Tasse, tasse, tasse, tasse, tasse, tasse, Imu, Ici, Tari, Tasi, e chi più ne ha più ne metta. La gente comune è stanca, ma proprio stanca e la
pazienza non può durare all’infinito. Lo dico chiaramente, se l’Italia oggi è deformata e irriconoscibile, ebbene gli va messo il busto, un busto d’intervento, che possa riportarla a nuova vita.
E’ tempo di dare il voto agli italiani, è tempo che il popolo dica la sua, è tempo che il popolo voti il partito che più gli aggrada e lo mandi al governo. Voce di popolo, voce di Dio. Renzi e i suoi sono usurpatori. Mi auguro che il più bel regalo del 2015 sia spodestare questo signore salito da Rignano sull’Arno a Palazzo Chigi. Che se ne torni al suo paesello di ottomila abitanti.
“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta”, ancora parole di Dante Alighieri, attualissime. E’ compito degli intellettuali schierarsi col popolo, e non fare casta a sé, lo fece Leonardo Sciascia, lo fece Pierpaolo Pasolini, lo fece Nanni Balestrini
per citarne qualcuno. Persino Di Pietro ha detto: “Roma capitale? Era meglio Bettino Craxi”. E’ tempo di rompere le fila. Non è il caso di dire ancora “diamo tempo al tempo”, il tempo ormai è scaduto.
E’ tempo di voltare pagina, è tempo di dare inizio a un 2015 diverso, propositivo e pieno di azioni e speranze.
Carlo Franza