Fabio-Mauri-Ideologia-e-Natura-1973-photo-Elisabetta-Catalano-480x638imageimagesuntitled.png 1brey002Quest’anno,Okwui-Enwezor-480x321 la 56ma Biennale di Venezia diretta da Okwui Enwezor apre i battenti un mese prima, in forza dell’Expo Milano 2015, e dunque dal 9 maggio fino al 22 novembre. Il titolo “All the World’s Futures” fa ritrovare 136 artisti da ben 53 Paesi,con tante opere sia filmiche che grafiche di cui ben 159 nuove produzioni. Primeggiano una ventina di africani e altrettanti statunitensi. Non dimentichiamo che calano a Venezia paesi caldissimi, per gli eventi che attraversano il mondo e sono sotto gli occhi di tutti; Palestina, Siria, Pakistan, Egitto, e Iraq. Ma prima di passare in rassegna i nomi degli artisti invitati e presenti, occorre sapere che lo stupore, l’emotività e l’ansia saranno dettati dall’Arena che è il punto di forza del direttore nigeriano della Biennale. E’ uno spazio attivo nel Padiglione centrale ai Giardini, progettato dall’architetto ghanese-britannico David Adjayee, qui si svilupperà una programmazione di eventi interdisciplinare dal vivo e senza soluzione di continuità; vale a dire costante sarà “Il Capitale” di Marx che verrà letto per i sette mesi -sic- della mostra da attori diretti dal regista Isaac Julien. Il Capitale di Marx sarà  accompagnato da recital, canti di lavoro, discussioni, assemblee plenarie ed esplorazioni dell’opera di Marx. “Espropriare gli espropriatori” è il messaggio collettivo, come dal Libro I del “Capitale”. Sarà come essere in un centro sociale. Biennale da impegno, certamente di sinistra e di che sinistra, e a detta di Enwezor “l’Arena sarà il centro nervoso della Biennale, e tre saranno i percorsi: il primo dedicato ai “residui”(Giardino del disordine ai Giardini), il secondo al “Capitale”(Arena nel Padiglione principale) e il terzo alla “Vitalità”(diverse sedi). Tra i grandi e vecchi artisti troviamo Georg Baselitz e Bruce Nauman, Philippe Parreno e Christian Boltanski, Thomas Hirshhorn e Carsten Holler, gli impegnati “Allora e Calzadilla”, Abdel Abdessemed, Chris Marker, Robert Smithson, e altri -anzi moltissimi- nomi poco noti ma con lavori che puntano alla storia del mondo come grido di libertà. Gli italiani si contano sulle dita, Rosa Barba(1972) e Monica Bonvicini(1969) che vivono a Berlino e i classici classici-ormai defunti- Fabio Mauri e Pino Pascali. Il Padiglione Italia è curato da Vincenzo Trione. Presente il Padiglione del Vaticano per la seconda volta, non è dato sapere cosa esporrà. Insomma par di capire “avanti popolo alla riscossa bandiera rossa la trionferà”. Il budget della Biennale 2015 è di 13 milioni di euro, troppi, assai; e questa mostra di Enwezor costa più di quella precedente curata da Massimiliano Gioni.

Carlo Franza

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