imagesOP07FNS0images3AUESY8JimagesQI8Q2QG2imagesYIDPL433images5V6XKOHP105136676-d4e31075-dbaf-477f-8722-2b72704a35b9                                     E’ memoria fresca di cosa fosse Milano negli anni Cinquanta-Sessanta del Novecento, della sua trasformazione urbanistica e di cosa cantava Adriano Celentano nella canzone “Il ragazzo della via Gluck”, con quei versi che descrivono bene il cambiamento del secondo dopoguerra: “Là dove c’era l’erba ora c’è una città e quella casa in mezzo al verde ormai, dove sarà?” E di questi tempi, dei nostri giorni che a Milano succede esattamente il contrario e là dove c’era il cemento presto ci sarà addirittura un campo di grano, 5 ettari coltivati all’interno dell’area di Porta Nuova, tra grattacieli ed edifici futuristi. Per una volta, insomma, sarà la natura ad invadere la città e non il contrario. Una installazione artistica di circa 5 ettari è stata ideata dall’artista americana Agnes Denes (Budapest, 1931), su invito della Fondazione Riccardo Catella e della Fondazione Nicola Trussardi, sul sito che accoglierà il Parco “La Biblioteca degli Alberi” nel cuore di Milano, oggi un immenso vuoto urbano. Il progetto dell’artista americana, che prevede di ricoprire con un campo di grano la zona del previsto parco urbano, sarà terminato per Expo alla data del 1 maggio 2015, è parte integrante dei nuovi interventi che stanno animando la zona Garibaldi, Repubblica e i quartieri limitrofi. Ecologia, agricoltura, ambiente, politica agraria, tutto ritorna in forma illusoria per l’Expo, visto che in Italia non si fanno politiche agricole fin dal fascismo e Milano ricorda ancora “la battaglia del grano” in Piazza del Duomo con Benito Mussolini in maniche i camicia intento a falciare il grano. Tempi lontani, lontanissimi, ma ancora vivi nel cuore di molti italiani. Questo riscatto agricolo sarà messo in campo con un’opera singolarissima dall’artista Agnes Denes che lo annuncia con l’entusiasmo dei suoi ottantacinque anni. L’artista aveva già firmato un altro progetto gemello negli ani Ottanta a New York. Era il 1982 e Agnes Denes, realizzò Wheatfield- A Confrontation, opera che segna un prima e un dopo nella storia della Land Art: fece crescere il mais a Battery Park, tra Wall Street e il World Trade Center. Il risultato fu la natura portata nel cuore di Manhattan, nel posto più urbanizzato del mondo. Ora Denes prepara il remake. Più di trent’anni dopo, “Wheatfield” arriva in Italia. Dalla fine di questo mese un enorme campo di grano verrà seminato pubblicamente, coltivato e poi raccolto nel centro di Milano. A Porta Nuova, in una zona oggi ampiamente riqualificata, l’opera ambientale si estenderà per cinque ettari. Verso l’estate diventerà un grande prato giallo da attraversare. Non voglio pensare a quando questa enorme distesa di grano sarà invasa, a meno di non ricorrere ad alte dosi di diserbanti nel centro della città, da erbe infestanti che ne danneggeranno la crescita. Ma sarà certo spettacolare portare la campagna nel cuore della metropoli contemporanea, proprio nel momento in cui all’agricoltura interesserebbe solo rimanere dove sta ora. Nel suo curriculum artistico ci sono imprese impossibili, continui tentativi di forzare le possibilità dell’uomo, tanto che sia per i suoi disegni visionari, spesso divenuti realtà, che per le realizzazioni enormi messe in atto, in America, dove vive, è stata paragonata a Leonardo. In Finlandia ha costruito dal nulla una montagna, piantando undicimila alberi che sono ancora là. Ha incatenato una foresta sacra indiana e seppellito capsule del tempo con testimonianze per gli uomini del futuro, adatte a resistere per mille anni. Ha messo su un campo di riso ai margini delle cascate del Niagara e convertito una discarica in un’oasi naturale a Berkeley, California, perché la comunità potesse fare una nuova esperienza del verde, dove c’era solo spazzatura. Artista e operatrice della Land Art, Agnes Denes arriva a Milano con un’impresa faraonica.

Carlo Franza

 

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