La Cultura e l’Arte di Expo Milano 2015. Classifica e premi anche ai Padiglioni migliori.
L’Expo Milano 2015 si chiude. C’è chi vi ha visto un gran luna park, invece al di là delle finalità etiche che pure hanno sorretto l’evento, l’Expo è stato un grande museo a cielo aperto che, spesso, pur essendo sotto gli occhi di tutti non ha destato molta sorpresa. Un esempio? All’ingresso del sito Expo una scultura monumentale, raffigurante un seme d’arancia “ il seme dell’Altissimo” dell’artista Emilio Isgrò. «Sì, ma di quelli imperfetti, teneramente brutto ed esageratamente grande. Mi piaceva così», ha detto l’artista siculo-milanese Isgrò. Passando di fianco a sette metri di purissimo marmo bianco non tutti si accorgono di avere a che fare con un’opera d’arte e molti si fermano incuriositi a chiedere informazioni ai volontari. Nel cuore di Expo, all’incrocio tra il Cardo e il Decumano, si alzano ai quattro lati di Piazza Italia le sculture alte dieci metri disegnate da Daniel Libeskind. Composte da eliche in alluminio che si intrecciano e si sviluppano a spirale come i rami di un albero, «ricordano le ali – Wings (il loro nome) – di un grande volatile e il volo della mente», ha spiegato l’archistar. Straordinaria nella sua composizione geometrica, ogni scultura pesa 14 tonnellate ed è stata concepita come un contenuto multimediale con effetti luminosi e sonori. Expo 2015 non è stata solo l’occasione per una visita alla scoperta dei padiglioni. Collocate negli spazi espositivi o dislocate in posizioni strategiche per accogliere i visitatori, all’interno del sito esistono anche numerose opere d’arte. Vi dirò che ho apprezzato più l’arte che il cibo. Davanti al Padiglione Eataly di Farinetti “4 Cavalli” di bronzo di Francesco Messina provenienti dalla Mostra Esposizione universale del 1942 a Roma (che non ci fu), mentre nell’interno ha fatto scalpore “la donna carota” di Luigi Serafini. Nel Padiglione polacco la scultura di Igor Mitoray; nel Padiglione Messico “l’albero della vita” di Daniel Lezama e davanti al Padiglione francese una scultura di Patrick Larach che rappresenta tre carciofi, uno blu, uno bianco e uno rosso, richiamo ai colori della bandiera nazionale. Nel Padiglione di Intesa San Paolo emoziona “Officina a Porta Romana” di Umberto Boccioni. Classifica e medaglie d’oro, d’argento e di bronzo per i padiglioni migliori e più belli, ben 24. Il Bureau International des Exposition (Bie) che è l’organismo che gestisce le esposizioni ha individuato tre categorie, architettura, allestimento e tema. Un grande progetto e una straordinaria operazione artistico-culturale, che io stesso ho curato anche con un testo in catalogo, è stata quella che Bruno Fael ( nato a Sacile nel 1935, ma milanese di adozione), artista di chiara fama, ha presentato nella straordinaria sede ufficiale del “World Expo Commissioners Club Association” (ovvero sede dei Commissari dei Padiglioni Expo) di Piazza del Duomo a Milano per l’Expo 2015. A lui è spettata la realizzazione delle opere ufficiali per i Paesi partecipanti ad Expo 2015. Si è trattato di opere in tela ove sono state rappresentate le bandiere di 144 Paesi di Cinque Continenti. Ma eccellenze oltremodo distinte sui temi expo sono le mitologie del nostro tempo di Marisa Settembrini, le lievi e poetiche immagini del neochiarista Silvio Zampieri, Gabriella Ventavoli che racconta i quattro elementi del mondo e della natura, Andreas Miggiano con le sue geografie di cera, le mappe informali di Giusi Santoro e Vincenzo Parea con i suoi vibranti monocromi. A Expo sono stati premiati anche i vincitori dei concorsi “Together Expo 2015” e “la scuola per Expo” promossi dal Ministero della Pubblica Istruzione.
Carlo Franza