Le barbe dell’Islam. Quando la fotografia certifica la storia e la racconta con immagini di strabiliante attualità.
La popolazione maschile di Mosul non ne poteva più del Califfato Nero, ovvero dell’Islam e della sharia imposta con la forza. E quando la città è stata liberata dalle forze internazionali, il sollievo della popolazione, uomini, donne e bambini, è stato grande. Fotografi al lavoro nel descrivere questi momenti, nel cogliere i cambiamenti di vita, nel documentare la vita passata e presente. Ecco allora delle foto che vanno a cogliere il taglio della barba che era stata imposta agli uomini dagli islamici del califfato. A decine, in fila davanti a barbieri volontari che si sono prestati a riportare la normalità. Liberarsi dalla barba e liberarsi dagli usi imposti dall’Islam. Agli uomini era stata imposta la barba e vietato fumare, alle donne il burqua, ai ragazzi vietata la musica e gli aquiloni, mi fermo qui perché la lista è troppo lunga per raccontare e descrivere le imposizioni varate. Adesso a Mosul e nei territori vicini ritorna la normalità e inizia con il taglio della barba. I “barbieri volontari”, sono benemeriti e paiono l’ultima tipologia di volontariato, e certo non meno utili dei volontari che distribuiscono cibo, che assistono vecchi e malati, e che si danno da fare per rendere la vita un pochino migliore, anche tagliando barba e capelli. E tra i simboli dell’islam ci sono anche barba e capelli, d’altronde le foto storiche adesso parlano fin troppo chiaro.
Carlo Franza