I Carabinieri e la tutela tricolore. Una mostra agli Uffizi di Firenze fa luce sui custodi della bellezza e dell’identità culturale.
E’ vivace tradizione che da oltre un decennio le Gallerie degli Uffizi, in occasione delle festività natalizie, offrano una mostra ai fiorentini e ai visitatori di tutto il mondo. Questi eventi hanno finora costituito la serie che portava il felicissimo titolo “I mai visti”, poiché si porgevano al grande pubblico opere poco note, ancor più perché conservate nei depositi. La sede in cui si svolgeva la mostra natalizia, le Reali Poste, è stata appena consegnata al cantiere Nuovi Uffizi, per il proseguimento dei lavori nell’ala di ponente del museo. Ora, la mostra del Natale 2016 inaugura invece l’Aula Magliabechiana, che d’ora in poi sarà riservata alle esposizioni temporanee degli Uffizi, ubicata sotto l’omonima Biblioteca. “L’inaugurazione del primo spazio permanente delle Gallerie degli Uffizi dedicato a questa funzione” – dichiara il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike D. Schmidt – “suggerisce un tema importante di riflessione, di carattere fondamentale e storico-istituzionale, sul ruolo che l’arte pubblica riveste per la collettività e sulle strategie specifiche che si sono sviluppate nel sistema italiano, dalla Seconda Guerra mondiale in poi, per la sua protezione e il suo recupero. È un compito delicato, che esige competenze altissime, e che necessita della stretta collaborazione tra il Ministero ai beni e le attività culturali e del turismo e il Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri.”
La mostra appena inaugurata per il Natale ha per titolo “La tutela tricolore. I custodi dell’identità culturale”, agli Uffizi-Aula Magliabechiana(visitabile fino al 14 febbraio 2017), presenta caratteristiche di lavoro sul campo e di esemplare storicità in quanto fa luce sugli avvenimenti storici che hanno coinvolto e troppo spesso ferito il nostro patrimonio culturale dalla Seconda Guerra mondiale ai nostri giorni, ma anche le azioni legislative e istituzionali che hanno il compito di proteggerlo e custodirlo per le future generazioni. Tra queste la creazione – caso unico al mondo – di un corpo di polizia “specializzato”, il Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri che, in quasi mezzo secolo di attività, ha preso parte attiva nella difesa e recupero dei nostri beni culturali. L’intera esposizione si articola in otto sezioni che fanno luce e storia sui crimini contro il nostro patrimonio, da quelli di guerra a quelli terroristici, fino ai furti con scopo di lucro e agli scavi clandestini con conseguenti esportazioni illecite (attività quest’ultima legata alle organizzazioni criminali di stampo mafioso e in passato assecondata perfino da istituzioni straniere troppo spesso indifferenti alla provenienza illecita di quanto acquistavano) e dell’opera meritoria del Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri.
La prima sezione “ Il crimine contro l’arte”, ragguaglia come gli Uffizi siano stati oggetto di un terribile attacco terroristico di stampo mafioso il 27 maggio 1993, con alcune opere distrutte ed altre scampate dall’oltraggioso delitto.
“L’azione di Rodolfo Siviero e la sua eredità” è il titolo della seconda sezione, dove si viene a conoscenza del salvataggio delle opere delle Gallerie di Firenze, trafugate nel corso dell’ultimo conflitto mondiale. Molte di esse furono recuperate grazie all’attività dell’allora ministro plenipotenziario Rodolfo Siviero, che nominato da Alcide De Gasperi nel 1946 diresse una missione diplomatica presso il governo tedesco allo scopo di poter riottenere una legittima restituzione delle opere italiane. Vi si trovano esposte le celebri Fatiche di Ercole di Antonio Pollaiolo, la Madonna col Bambino (detta Madonna del Solletico o Madonna Casini) di Masaccio, il Ritratto di uomo di Hans Memling, l’Avarizia di Francesco Furini, il Pigmalione e Galatea di Bronzino, Ritratto di giovane donna di scuola emiliana (illecitamente esportata negli Stati Uniti con la suggestiva attribuzione a Raffaello), tutte opere rientrate agli Uffizi grazie al ministro Siviero. Ancora oggi, grazie alle sue precise annotazioni di quanto è stato trafugato in musei, chiese e collezioni private durante la Seconda Guerra mondiale – pubblicate dopo la sua morte con il titolo “L’opera da ritrovare” – e grazie all’ assidua e solerte attività del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, continuano i ritrovamenti e i ritorni in patria. In mostra spicca la trecentesca “Dormitio Virginis”, di scuola veneta, trafugata il 20 luglio 1944 da soldati nazisti a Lastra a Signa nella Villa del Sassoforte di Federico Mason Perkins e riportata in Italia dopo esser stata individuata sul mercato londinese nel 2014; la pistola turca del Museo Stibbert restituita spontaneamente da uno degli eredi del militare che l’aveva asportata dal museo; e quella bellissima tela spesso riportata nei testi di storia dell’arte , ovvero “La carica dei bersaglieri” di Michele Camarrano, purtroppo tagliata e suddivisa in più parti per poter essere venduta con facilità.
Nella terza sezione titolata “Beni archeologici e diplomazia culturale” sono esposti preziosi recuperi archeologici, provenienti da scavi clandestini, poi usciti illegalmente dall’Italia; quindi il lavoro di ricerca e individuazione dei beni artistici da parte dei Carabinieri, sicchè la “diplomazia culturale” ha raggiunto oggi risultati mai ottenuti prima d’ora. Esiste il memorandum di intesa tra Stati Uniti e Italia sottoscritto nel 2001, che ha consentito ritorni di opere di grande importanza; ne sono esempio in mostra, la statua di Vibia Sabina, moglie dell’imperatore Adriano rientrata da Boston nel 2007, il cratere del celebre pittore Assteas rientrato da Los Angeles nel 2005 e infine l’Hydria etrusca dove è rappresentata la metamorfosi dei pirati in delfini, tornata nel 2014 dal Toledo Museum of Art nell’Ohio.
“I Carabinieri dell’arte a grandi passi verso i primi cinquant’anni” è la quarta sezione. Una rassegna cronologica di recuperi di dipinti, reperti archeologici, ed altri oggetti di varia provenienza, che illustra il cammino del Comando Tutela Patrimonio Culturale vicino al compimento dei cinquant’anni. Tra queste ricordiamo la Triade Capitolina e il Volto d’avorio, il Putto con anatra della Casa dei Vettii a Pompei e l’Adorazione dei Pastori di Dono Doni di Assisi, trafugato dalla Pinacoteca Civica di Bettona.
Con la quinta sezione “Scoperte fortuite: l’etica del cittadino”, la mostra fa luce sui comportamenti virtuosi e rispettosi della legge messi in atto da alcuni cittadini che si sono inaspettatamente ritrovati ad essere protagonisti di ritrovamenti. Allo scopo si espone una Testa di bambina rinvenuta assieme ad uno straordinario Torso bronzeo (arte romana, II sec. d. C.) nei fondali a largo della Puglia e un’Urna cineraria con raffigurazione di defunto recumbente trovata in una tomba etrusca nei pressi di Città della Pieve da un agricoltore, che segnalandola alle autorità competenti ha scongiurato il pericolo che i preziosi corredi funerari cadessero in mano a tombaroli senza scrupoli.
“La globalizzazione del crimine” è la sesta sezione, in cui troviamo le Oreficerie Castellani rubate dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia il 30 marzo 2013, su commissione di una facoltosa signora russa che ambiva possederle, e che sono state fortunatamente recuperate grazie alle indagini e agli interventi dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Infine la settima sezione con “uno sguardo sul mondo”, che spazia sulle guerre che devastano patrimoni artistici che appartengono all’umanità intera, sull’accanimento del terrorismo – vedi l’ISIS – contro i simboli di antiche civiltà e sulle calamità che continuamente mettono in pericolo edifici e oggetti. Per tutto ciò valga la visione della stele funeraria di Palmira, che assurge a simbolo delle guerre in corso, dove sono entrati in azione i Caschi blu della cultura appena costituiti, di cui i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale sono parte integrante e determinante insieme agli esperti del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Quando le richieste di prestito delle opere per realizzare l’esposizione di Natale 2016 avevano da poco raggiunto i destinatari, il terremoto dello scorso ottobre ne danneggiava gravemente una, -ottava sezione- “l’Adorazione dei Pastori” del pittore Dono Doni di Assisi della Pinacoteca Civica di Bettona; ma la tavola è stata adottata dall’organizzazione della mostra, che finanziandone il restauro ha permesso di cancellarne subito le ferite inferte dal tremendo sisma.
Certo, la mostra racconta il mondo e la storia della tutela del patrimonio in Italia, ma soprattutto mette in luce il lavoro illuminato di quella parte dell’Arma dei Carabinieri -ovvero il Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri( ricordo qui con affetto il Generale Ugo Zottin)- cui va tutto il nostro riconoscimento e la nostra devozione di storici e di studiosi dell’arte per il lavoro immane che hanno fatto e fanno tutt’oggi per il bene della nazione e del paese.
Carlo Franza