Birmingham musulmana. L’artista Jasper Carrot è il Califfo della città inglese di Birmingham. Ma anche Londra è sulla stessa via. Ecco l’Islam che ha conquistato l’Europa.
Francia, Belgio, Gran Bretagna, Olanda, Germania, Svezia e Danimarca. E’ una mappatura, sicuramente in difetto, della Jihad in Europa. Una rete che ha delle vere e proprie roccaforti con intere aree urbane disseminate in decine di città del vecchio continente. Una rete di quartieri dove regna un misto tra il caos e la Shariya islamica: insomma mini-emirati da cui organizzare attentati in tutta Europa e offrire rifugio a terroristi ricercati. Attacchi come quelli di oggi che hanno gettato nel terrore gli abitanti di Londra.
In Europa ci sono tante città e sobborghi che sono diventate covo dei jihadisti: da Malmo, in Svezia al distretto di Kolenkit di Amsterdam per non parlare della miriadi di mini-califfati sorti nelle ‘banlieue’ in Francia e nel Londonistan (ovvero Londra). Santa Oriana Fallaci aiutaci tu, verrebbe da dire. Quartieri dove i terroristi possono contare sulla protezione di legami familiari e dell’omertà se non la collaborazione di simpatizzanti della comunità islamica.
Se ne fa un gran parlare in questi giorni del fatto che la catena televisiva Fox News sia finita in un mare di polemiche per avere sostenuto che nel Regno Unito ci sono cittadine completamente musulmane, e badate bene dove le altre comunità sono escluse e intimidite. “Ci sono città come Birmingham che sono totalmente musulmane e dove i non musulmani non si avventurano ad entrare”, ha così detto testualmente il giornalista americano Steve Emerson davanti alle telecamere di Fox News. Di rimando subito dopo è stato interrotto da Jenine Pirro presentatrice con questa domanda: “Sai cosa mi sembra, Steve? È come se fosse un Califfato”. Apriti cielo, la rete televisiva subissata di telefonate, compresi i cittadini locali -ovvero i “brummies” – e questa ha dovuto pubblicamente chiedere scusa. Avevamo già parlato e recensito il famosissimo libro “Sottomissione” dello scrittore francese Michel Houllebecq uscito nel gennaio 2015 e questi aveva già preannunciata “l’invasione islamica”. E difatti questo ne è un esempio lampante. Birmingham è una città inglese della regione di West Midlands, con interi sobborghi dove la cultura e la pratica del Corano hanno il predominio. C’è anche una Mecca, con una sala giochi e bingo. Gli abitanti hanno nominato un califfo, l’artista Jasper Carrott, e hanno proposto che lo stadio dell’Aston Villa possa divenire un luogo di culto islamico. Pensate che il progetto architettonico è stato postato su Instagram. Ecco qualche notizia reale più incisiva. Birmingham è il luogo con la proporzione più alta di musulmani in Gran Bretagna, circa il 22% della popolazione. In alcuni quartieri periferici come Washwood, Bordesley o Sparbrook, la proporzione supera il 70%. E prima della Grande Moschea di Roma, la Moschea Centrale di Birmingham con i due minareti e la cupola dorata, è stata la più grande di Europa.Andiamo per gradi, perché certe notizie non sempre filtrano in tutta Europa, e sarà bene invece tenerle a mente e ben presenti. Alcuni mesi fa l’operazione “Cavallo di Troia” di Birmingham ha messo in massima allerta i servizi segreti inglesi. Cos’ era questo “Cavallo di Troia”? Ascoltate bene, un presunto complotto per islamizzare le scuole pubbliche della città promuovendo il “salafismo” radicale. Gruppi radicali hanno di fatto preso il controllo di quattro scuole pubbliche di Birmingham nel centro del Paese: presidi e professori di credo islamico, ottenuta la maggioranza nei consigli di istituto, cercano di indottrinare gli studenti ai dettami del Corano e della Sharia. Nei negozi si vendono persino biscotti islam, a forma di mezzaluna o addirittura con la forma di bara con croce( vedi immagini) Secondo la stampa britannica, nel mirino dell’intelligence c’erano anche le moschee di Finsbury Park, Regents Park e Brixton a Londra e i templi periferici di Sparbrook e Alum Rock. La polizia ha dovuto ammettere che sono state istallate 200 telecamere di sicurezza in un’operazione chiamata Project Champion per sorvegliare i quartieri musulmani. Massima allerta da allora perché sempre taluni mesi fa ben sei estremisti islamici sono stati arrestati a Birmingham con l’accusa di volere compiere un attentato contro una manifestazione del gruppo di ultradestra English Defence League (Edl). E’ da dire che se la fama di Birmingham -secondo il Sunday Times- sembra ascriversi al reality show “Benefits Streets”, e cioè a un programma televisivo che fece notare la vita dei britannici in questo quartiere, è anche vero che in questo quartiere inizialmente abitava la ragazza Malala Yousafazi Premio Nobel per la Pace, prima di trasferirsi nel quartiere Alun Rock detto pure Piccolo Pakistan, una sorta della Via Padova milanese, e dove appunto stette per riprendersi dall’attentato che subì. D’altronde anche Londra, la capitale inglese fornisce uno specchio perfetto di quello che sta accadendo e di quello che potrebbe accadere. Lo sapete che nel municipio di Tower Hamlets, vicino alla City e ai Docklands, i musulmani sono ormai il 35 per cento dei residenti? E che nella stessa City di Westminster, il “council” al centro della metropoli, simbolo dell’Inghilterra liberale e democratica, con il Big Ben, il Parlamento e la sede del Governo, gli islamici sono vicini al 20 per cento, mentre a Luton, dove c’è il terzo aeroporto londinese, sono più di 50 mila (oltre il 25 per cento della popolazione) ? Non dimentichiamo che il giornale The Indipendent aveva scritto che centinaia di musulmani di cittadinanza britannica erano andati in precedenza a combattere per il Califfato sotto i vessilli neri di Abu Bakr al-Baghdadi, il condottiero dell’Isis, che si ritiene erede del profeta Maometto. E uno di questi , un certo Abu Dugma al-Britani, ha scritto via Twitter promettendo al Regno Unito e agli inglesi un futuro ben preciso: “Occuperemo Downing Street (la sede del governo, ndr) e sgozzeremo a Trafalgar Square tutti quelli che non si vorranno convertire. L’Isis (lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante) sta arrivando”.Quanto successo oggi a Londra mi ha rimandato subito a quando furono proferite tali parole. Pensate che tempo fa i componenti di una giovane gang di islamici sono stati filmati a Londra mentre fermavano per strada i passanti chiedendo loro di conformarsi alle regole della Sharia, compresa la sottomissione delle donne. Urlavano: “Questa è un’area musulmana. Che vi piaccia o no, comanderemo e sconfiggeremo il male. Allah è grande! Stiamo arrivando”. Pochi giorni dopo un predicatore musulmano radicale, intervistato da un giornale on-line, ha detto chiaro e tondo cosa pensava in merito; “c’è un risveglio, c’è chiaramente uno scontro tra l’Islam e la democrazia liberale in alcuni punti chiave di Londra”. Ecco che tutto ciò da ragione e allarga su un passato di intolleranza che oggi non frena più nessuno, forse è già tardi. E ve ne racconto un’altra di storiella londinese. Un predicatore radicale, ossia un imam, mesi fa è stato ripreso mentre incitava i fedeli di una moschea a lasciare il lavoro e a chiedere il sussidio di disoccupazione allo stato inglese in modo da “avere più tempo per la guerra santa”. “Prendere i soldi ai non musulmani – ha proseguito – è una cosa pienamente giustificata”. Ecco perché ormai i cittadini del Regno Unito sono “sempre più preoccupati dalla possibilità che in Gran Bretagna nasca, parallelamente a quella originaria, una società musulmana”. E ancora è bene sapere che la British Law Society, un organismo inglese, ha dato istruzioni agli avvocati e ai notai affinché gli studi legali possano accettare testamenti redatti secondo le regole della Sharia, il che vuol dire consentire che le donne, se ritenute infedeli, possano essere escluse dall’eredità del marito o del capofamiglia. “Le suffragette – ha detto una baronessa che siede alla Camera dei Lords – si rivoltano nella tomba”.
D’altronde i fatti gravi e l’attentato di oggi ci dicono che si va in tal senso. E’ ora che il governo inglese corra ai ripari e metta alle porte come ha fatto Trump in America le persone non gradite. Sarà finalmente ora di iniziare una sorta di “nuova reconquista europea”, prima che sia realmente troppo tardi, perché gli islamici in Inghilterra sono più di cinque milioni e mezzo, e i gruppi radicali, man mano che i numeri crescono, si sentiranno sempre più forti e non avranno più alcun motivo di non uscire allo scoperto.
Carlo Franza