Riccardo Guarneri maestro della pittura analitica in mostra a Milano. Fedeltà assoluta alla pittura, al colore, alla luce, alle forme e ai toni.
Non deve sfuggire ai collezionisti e ai cultori dell’arte la bella mostra personale che Progettoarte Elm (Via Fusetti 14 Milano) dedica all’artista Riccardo Guarneri ( Firenze 1933), figura di spessore all’interno di quel movimento che gli storici dell’arte hanno chiamato “ Pittura Analitica Italiana” nella cui compagine troviamo anche una schiera di artisti, Olivieri, Griffa, Pinelli, Gastini, Verna, Marchegiani, Zappettini, e Cotani. Singolare il lunghissimo lavoro che da allora, ovvero dagli anni Settanta del Novecento Guarneri ha portato avanti, mai allontanandosi dalla pittura, dal colore, dalla luce e dai toni. Tecnica ed estetica assorbita dai ritmi, dalla consapevolezza del valore espressivo del colore, ma anche dalla coerenza e dalla sistematicità stilistica. Le sue pareti di colore sono tracciati dell’interiorità anche riconducibili a criteri strutturali; hanno la caratteristica della profondità e della organicità, ma il dato vincente è sempre stato quello pittorico in cui il colore ha teso sempre a disporsi secondo un ordine astratto ponendo in valore i significati percettivi delle stesure e delle relazioni tra i gradi diversi di intensità. E’ così che ha sempre concepito il dipingere come una continua mediazione e tensione tra lo spazio e la superficie, per esplorare la funzione spaziale del colore, e quindi vivere il valore creativo dell’astrazione. In galleria Progetto Arte ELM scivolano alla lettura dell’occhio una selezione di 16 lavori recentissimi dell’artista, tele e carte che lasciano vedere derivazioni, varianti e coniugazioni del suo percorso individuale, segmenti come campiture architettoniche, planimetrie, sequenze, ritmi, attrazioni, energie, percorsi e dinamismi. Senza dimenticare progettazione, percezione, teoria del colore, entro quella geometria impersonale che nasconde sintesi e particolare finezza.
Questa fedeltà alla pittura gli ha consentito di sviluppare una sofisticata e severa indagine che, tradendo uno stretto legame con l’astrazione delle Avanguardie storiche, ha mirato all’equilibrio tra luce e forma, giocato nella semplicità dell’accostamento dei colori sulla superfici dipinte. Opere che vivono come “primary structures” con i caratteri di geometria, aniconicità, uso di colori freddi e caldi, asserzione spaziale evidente. Riccardo Guarneri riduce la ricerca estetica in funzione di quella strutturale, pensa le forme geometriche non più un punto di arrivo della forma (Mondrian) ma quali punto di partenza della materia che si fa colore e luce. Guarneri dipinge contemporaneamente in modi diversi: da un lato in modo naturalistico -inteso in senso geometrico- visto che le opere hanno la caratteristica della profondità e della organicità; dall’altro, quello pittorico, in cui il colore tende a disporsi secondo un ordine astratto ponendo in valore i significati percettivi delle stesure e delle relazioni tra i gradi diversi di intensità. E’ pur vero che in nostro artista fiorentino, apparentato nobilmente all’arte analitica, paladino dell’assolutezza delle forme e del colore, attiva il dato formale del colore e del dinamismo crescente delle forme aggettanti , includenti o espandenti, grazie alla “legge dei contrasti simultanei” di Chevreul che analizza con la trattatistica scientifica le leggi fisico-ottiche dei colori, in quanto usa i valori cromatici e luminosi per creare ritmi in movimento. Non andava in questa direzione il “Primo disco simultaneo” di Robert Delaunay che analizzava le qualità dinamiche e costruttive del colore attraverso il contrasto dei toni e il gioco dei complementari?
Le pareti dei suoi teleri offrono una serie prismatica di ampi piani vibranti in ritmico movimento, rapportano la durata del dinamismo nel tempo come fenomeno ottico, contrasto simultaneo dei colori; senza non potrebbero tenere viva la cultura simbolica e teosofica delle corrispondenze tra forme geometriche e forme naturali, tra l’uomo e l’universo. La fedeltà a questa fare arte da parte di Guarneri, fedeltà che lo premia e lo fa ritrovare con un invito anche alla Biennale di Venezia 2017, scorre avanti e indietro come ripescando anche quanto già fatto in altri momenti del suo percorso, pur vivendo come un’eternità il proprio codice, che mostra una cifra stilistica che appartiene alla geometria euclidea già applicata anche alla pittura astratto-concreta.
Colto, sensibile, attento, illuminante il lavoro che lascia vedere oggi Riccardo Guarneri, artista/genetista con i valori della pittura che sono intuizione, stilema, forma e colore; queste opere vivono all’interno di geometrie, eterne nella loro continuità e infinite nella varietà.
Carlo Franza