Todd Webb e la New York del dopoguerra in mostra al Museum of the City of New York.
La bellezza e la grandezza della fotografia sta nell’attimo fermato come per magia dalla macchina fotografica. Attimi di storia, attimi di vita, attimi irripetibili, attimi troppo veri. Dopo aver lavorato come fotografo per la marina statunitense durante la Seconda Guerra Mondiale, Todd Webb ( 1905, Detroit, Michigan – 2000, Auburn, Maine ) si trasferì a New York e, nel 1946, iniziò a fotografare sempre più spesso la città e i suoi abitanti, documentando con un occhio insuperabile la vita nella Grande Mela dopo la guerra. E percorrendo la città in lungo e in largo con la sua macchina fotografica e un cavalletto, Webb ha catturato l’anima, il vero spirito, il colore e i contrasti della Ny di quegli anni: dai grattacieli alle case popolari del Lower East Side, dai lavoratori del distretto finanziario ai bambini che giocano per strada ad Harlem. Documentare la vita, documentare la città, documentare il fermento dei quartieri, documentare passanti e amici, ogni immagine da lui catturata porta nel fermo-immagine il crudo ritaglio di ciò che diventa protagonista di suoi scatti, e fa da sfondo a una città-metropoli che oggi non è più la stessa. Da una settimana il Museum of the City of New York ha inaugurato A City Seen: Todd Webb’s Post War New York, 1945-1960. In mostra ci sono più di 100 scatti, che hanno maggior presa sul pubblico proprio perché accompagnati da pagine del diario e da suoi scritti, e che allargano l’intera visione e l’intero lavoro portato a termine da Todd Webb e su come egli abbia come pochi non solo vissuto ma anche saputo ritrarre la vita americana del dopoguerra.
Mostra superba, scatti invidiabili, tagli mirati, focalizzazioni e primi piani indimenticabili, da offrire lavoro a sociologi dell’urbano. L’occhio della macchina fotografica di Webb ha miracolosamente colto un’America nuova e diversa, un’America effervescente.
Carlo Franza