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05Lug 17
Alla Pinacoteca di Brera si balla. Il “Ballo di Brera” conferma ancora una volta la mercificazione dell’arte e della cultura nell’era del Ministro Franceschini.
Il “Ballo di Brera” nasce da un’idea del museologo anglocanadese James Bradburne, 59 anni, nuovo direttore della Pinacoteca di Brera, facente parte della serie dei nuovi incarichi introdotti dal Ministro Franceschini, e del critico -già gallerista in Via Montenapoleone a Milano- Philippe Daverio . Adesso non bastano più le discoteche -e a Milano ce ne sono a iosa- i pub, i locali vari, locali per vip e via andare, per attirare gente al museo si sono inventati un ballo riservato in esclusiva per circa un migliaio di invitati selezionatissimi. Un ballo nientedimeno al museo, in quel regno sacro della cultura e dell’arte in cui vivono -ma non vegetano- capolavori di fama mondiale. Una serata riservata quella del 21 giugno scorso a 1000 ospiti tra autorità locali, vip e sponsor che hanno danzato nel cortile della Pinacoteca, il più generoso dei quali si è aggiudicato un gioiello, la rosa di Brera. Si è danzato sulle tracce del film «La La Land», e a guardarsi intorno per tutti era stato consigliato l’ abito da cocktail per signore e cavalieri. Tra gli invitati che sono stati ben 1000, il Sindaco Sala, il ministro Franceschini, il presidente della Regione Maroni, il sovrintendente della Scala Pereyra, il direttore del Piccolo Escobar, l’assessore Del Corno, e altre autorità, ma c’erano anche noti industriali, finanzieri, banchieri, personalita’ della cultura e della moda, fra questi il regista Giovanni Veronesi, Carlo Verdone, gli architetti Stefano Boeri e Cino Zucchi, numerosi stilisti da Giorgio Armani a Miuccia Prada, Dolce e Gabbana, Lella Curiel, e persino chef come Cracco e Oldani, insieme a numerosi amici del museo e gli sponsor della serata. A questo punto mi sono chiesto, ma il Palazzo di Brera con la sua rinomata Pinacoteca è un palazzo della Cultura o un palazzo delle feste per tutte le stagioni, da affittare per farne luogo di marketing? Son venuto a sapere che questa è stata la prima edizione del ballo, quindi una sorta di “numero zero” -come per l’uscita di un nuovo quotidiano- ; e dal prossimo anno, il ballo avrà un biglietto, così come accade per la prima della Scala e ciò per Brera-nelle intenzioni del direttore straniero- sarà la risposta estiva. Sapere poi che nel corso della serata è stato anche assegnato il premio ‘Rosa di Brera’ a uno degli sponsor della Pinacoteca, mi riporta ai Premi anni Settanta, quando c’erano la rosa d’oro, la rosa d’argento e la rosa di bronzo che venivano assegnati ai tanti pittori della domenica che partecipavano ai concorsi messi in piedi dalle gallerie dell’epoca. Un Ballo ispirato al musical film pluripremiato agli Oscar La La Land con l’esibizione di cinquanta ballerini del corpo di ballo Dance Haus; questo è stato il tema della serata di qualche giorno fa, tema che cambierà poi di anno in anno. A Milano insomma non basta “il Gran Ballo dei debuttanti” organizzato dall’Austria Italia Club per ragazze dai 17 ai 24 anni, accompagnate dai cadetti dell’Accademia militare Teulie, adesso noi storici dell’arte, scrittori e intellettuali tutti ci dobbiamo sorbire questa carnevalata estiva messa in piedi per far parlare della Pinacoteca di Brera. Dunque, per farla breve, altro che Cultura, un evento mondano che più mondano di così non si può. E pensare che in quella Pinacoteca c’è il “Cristo morto” del Mantegna, la “Pala Montefeltro” di Piero della Francesca e lo “Sposalizio” di Raffaello, per citare taluni capolavori.
Carlo Franza
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