Lo storico palazzo del XII secolo, posto nel cuore della città di Pavia, ospita, fino a01 – Robert Doisneaul 28 gennaio 2018,  una mostra di Robert Doisneau (Gentilly, 14 aprile 1912 – Montrouge, 1 aprile 1994), uno dei fotografi più importanti e celebrati dell’intero Novecento. La rassegna, dal titolo Pescatore d’immagini, curata dall’Atelier Robert Doisneau – Francine Deroudille ed Annette Doisneau – in collaborazione con il Professor Piero Pozzi, prodotta e realizzata da Di Chroma Photography e ViDi – Visit Different, in collaborazione con la Fondazione Teatro Fraschini e il Comune di Pavia – Settore Cultura presenta 70 immagini in bianco e nero che ripercorrono l’universo creativo del fotografo francese.01_LeBaiser

Il percorso espositivo, che mette in mostra alcune delle icone più riconoscibili della sua carriera come Le Baiser de l’Hôtel de VilleLes pains de Picasso, Prévert au guéridon, si apre con l’autoritratto del 1949 e ripercorre i soggetti a lui più cari, conducendo il visitatore in un’emozionante passeggiata nei giardini di Parigi, lungo la Senna, per le strade del centro e della periferia, nei bistrot e nelle gallerie d’arte della capitale francese. I soggetti prediletti delle sue fotografie sono, infatti, i parigini: le donne, gli uomini, i bambini, gli innamorati, gli animali e il loro modo di vivere questa città senza tempo.

Los panecillos de Picasso, 1952Quella che Doisneau ha tramandato ai posteri è l’immagine della Parigi più vera, ormai scomparsa e fissata solo nell’immaginario collettivo; è quella dei bistrot, dei clochard, delle antiche professioni; quella dei mercati di Les Halles, dei caffè esistenzialisti di Saint Germain des Prés, punto d’incontro per intellettuali, artisti, musicisti, attori, poeti, come Jacques Prévert col quale condivise, fino alla sua morte, un’amicizia fraterna e qui presente con uno scatto – Prévert au guéridon – che lo ritrae seduto al tavolino di un bar con il suo fedele cane e l’ancor più fedele sigaretta. Com’ebbe modo di ricordare lo stesso Doisneau, “Le meraviglie della vita quotidiana sono così eccitanti; nessun regista può ricreare l’inaspettato che si trova nelle strade”.

08 – Robert DoisneauA Pavia, si possono ammirare alcuni dei suoi capolavori più famosi, tra cui il Bacio dell’Hotel de Ville, scattata nel 1950, che ritrae una coppia di ragazzi che si bacia davanti al municipio di Parigi mentre, attorno a loro, la gente cammina veloce e distratta. L’opera, per lungo tempo identificata come un simbolo della capacità della fotografia di fermare l’attimo, non è stata scattata per caso: Doisneau, infatti, stava realizzando un servizio fotografico per la rivista americana Life, e chiese ai due giovani di posare per lui. Il lavoro di Doisneau dà risalto e dignità alla cultura di strada dei bambini; ritornando spesso sul tema dei più piccoli che giocano in città, lontani dalle restrizioni dei genitori, trattando il tema del gioco e dell’istruzione scolastica con serietà e rispetto, ma anche con quell’ironia che si ritrova spesso nei suoi scatti. 02 - Robert DoisneauÈ il caso di Les pains de Picasso, in cui l’artista spagnolo, vestito con la sua tipica maglietta a righe, gioca a farsi ritrarre seduto al tavolo della cucina davanti a dei pani che surrogano, con la loro forma, le sue mani.

 

Robert Doisneau (1912-1994), che amava paragonarsi a Eugène Atget, uno dei padri della fotografia del Novecento, percorre fotograficamente le periferie di Parigi per “impossessarsi dei tesori che i suoi contemporanei trasmettono inconsciamente”. È una Parigi umanista e generosa ma anche sublime che si rivela nella nudità del quotidiano; nessuno meglio di lui si avvicina e fissa nell’istante della fotografia gli uomini nella loro verità quotidiana, qualche volta reinventata. Il suo lavoro di intimo spettatore appare oggi come un vasto album di famiglia dove ciascuno si riconosce con emozione. Noto oggi al grande pubblico, Doisneau, dopo essersi diplomato all’École Estienne, scopre la fotografia da giovane, mentre lavora in uno studio di pubblicità specializzato in prodotti farmaceutici. Nel 1931 è operatore da Vigneau e, nel 1934, fotografo per le officine Renault da cui  viene licenziato cinque anni più tardi per assenteismo. Nel 1939 diviene fotografo-illustratore free-lance e nel 1946 entra definitivamente nell’agenzia Rapho. Nel 1974 la Galleria Chateau d’Eau di Toulouse espone le sue opere e, a partire dagli anni Settanta, ottiene i primi importanti riconoscimenti. Da allora le sue fotografie vengono pubblicate, riprodotte e vendute in tutto il mondo. Autore di un grande numero di opere (gli archivi di Robert Doisneau comprendono circa 450.000 fotografie), Doisneau è diventato il più illustre rappresentante della fotografia “umanista” in Francia. Le sue immagini sono oggi conservate nelle più grandi collezioni in Francia, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna e sono esposte in tutto il mondo.

Carlo Franza

 

 

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