Papa Paolo VI e gli Artisti. “TORNIAMO AMICI” è il titolo della grandiosa Mostra alla Galleria d’Arte sacra dei Contemporanei (Gasc) a Villa Clerici a Milano.
In anteprima ho visitato alla GASC Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei di Milano la mostra ospitata, dal 15 febbraio al 14 aprile 2019; vi assicuro di grande significato storico e artistico che documenta la svolta verso l’arte contemporanea di papa Paolo VI, raccontata attraverso le opere degli artisti che gli furono amici. Ed è proprio questa mostra ad avermi fatto rivalutare la figura di questo grande Pontefice lombardo, che ho frequentato personalmente e che mi ha sempre colpito per essere stato estremamente colto, fortemente discreto, ed anche caratterialmente tenace e dottrinale.
L’esposizione, dal titolo “Torniamo amici”. Paolo VI e gli artisti, curata da Luigi Codemo e Alice Tonetti, organizzata dalla GASC | Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei Villa Clerici, raccolta museale della Casa di Redenzione Sociale di Milano, col patrocinio dell’Arcidiocesi di Milano e dell’AMEI- Associazione Musei Ecclesiastici Italiani, presenta 50 lavori, tra dipinti, disegni, sculture, bozzetti, grafiche, raramente o mai esposti al pubblico, di autori quali Aldo Carpi, Francesco Messina, Trento Longaretti, Silvio Consadori, Floriano Bodini, Luigi Filocamo, Lello Scorzelli, Virginio Ciminaghi, Angelo Biancini, Marisa Settembrini, Eros Pellini, Ettore Calvelli, e altri, ai quali si affiancano importanti prestiti, provenienti dalla Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani e dalla Collezione Paolo VI – Arte Contemporanea di Concesio (BS).
Il titolo dell’iniziativa prende spunto dalla domanda – Ritorniamo a essere amici? – che Paolo VI rivolse agli artisti invitati per l’udienza a loro dedicata nel maggio del 1964 nella Cappella Sistina. Un’offerta che tendeva a ricostruire il dialogo tra gli artisti e la committenza ecclesiale che si era notevolmente affievolito da almeno due secoli: da un lato la Chiesa si era limitata a chiedere una stanca imitazione di modelli, canoni e stilemi tratti dagli antichi maestri, dall’altro gli artisti erano andati a cercare ispirazione altrove, distanti dai temi dell’annuncio cristiano. La svolta impressa da Paolo VI ottenne il risultato di produrre una scossa nella ricerca artistica nell’ambito del sacro.
Fu proprio alla Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei – fondata nel 1955, durante il suo primo anno di mandato come Arcivescovo di Milano – che Giovanni Battista Montini ebbe l’occasione, grazie anche alla figura carismatica del suo primo direttore, Dandolo Bellini, di venire in contatto e instaurare un rapporto di amicizia e di collaborazione con un gruppo di autori attenti a coniugare i temi del sacro con i linguaggi artistici del ‘900. Tra questi, si segnalano Angelo Biancini, Floriano Bodini, Aldo Carpi, Virginio Ciminaghi, Silvio Consadori, Luigi Filocamo, Kengiro Azuma, Trento Longaretti, Enrico Manfrini, Francesco Messina, Luciano Minguzzi, Eros Pellini, Mario Rudelli, Aligi Sassu, Lello Scorzelli, Gianluigi Uboldi.
Il percorso espositivo comprende opere di questi autori come la versione in bronzo di Ritratto di un papa di Floriano Bodini e la croce astile di Lello Scorzelli, oltre a una serie di documenti e fotografie d’epoca che testimoniano il rapporto della GASC col Papa.
La rassegna prosegue raccontando, attraverso due esempi concreti come il Piano Nuove Chiese a Milano e la Cappella Privata di Paolo VI in Vaticano, come la GASC, dagli anni cinquanta al 1978, abbia continuato ad accompagnare Montini, prima da arcivescovo e poi anche da pontefice, nella promozione di opere d’arte sacra.
Nel primo caso, Montini promosse il piano che portò a progettare e costruire più di 100 chiese per far fronte all’espansione di Milano nel secondo dopoguerra. Tanto forte era infatti la sua preoccupazione pastorale per le periferie desolate ed anonime, da portarlo a chiedere ad architetti e artisti che le chiese diventassero come “fiori di spiritualità nel deserto”. In mostra, vengono proposti gessi di opere realizzati per queste chiese oltre che la proiezione di una rassegna di foto che illustrano le chiese oggi.
Nel secondo caso, sono esposti disegni preparatori, bozzetti, gessi, bronzi, della cappella privata di Paolo VI, realizzata nei primi anni del pontificato e curata per la parte artistica da Dandolo Bellini, con gli interventi di autori, tutti legati alla GASC, quali Enrico Manfrini, Lello Scorzelli, Luigi Filocamo, Silvio Consadori, Trento Longaretti, Mario Rudelli. Per l’occasione, aperta la Cappella di Santa Teresa di Villa Clerici realizzata dagli stessi artisti negli anni Cinquanta che presenta notevoli somiglianze con quella in Vaticano, non visitabile dal pubblico, in quanto si trova all’interno del Palazzo Apostolico.
Un’importante sezione è dedicata alla Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei che, nel periodo del magistero di Paolo VI divenne un vero e proprio cenacolo, dove gli artisti potevano liberare la propria creatività e promuovere la ricerca. Proprio a Villa Clerici si tenevano periodicamente degli incontri, coordinati da Dandolo Bellini e da monsignor Pasquale Macchi, segretario particolare di Paolo VI, durante i quali i maestri discutevano sull’arte e producevano progetti, schizzi, disegni, bozzetti preparatori – alcuni dei quali esposti in mostra – che venivano successivamente vagliati dallo stesso pontefice.
La GASC ebbe inoltre grande parte nella formazione della Collezione di Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani (oggi denominata Collezione d’Arte Contemporanea), inaugurata nel 1973, dove confluirono molti degli autori legati alla Galleria. Per questo appuntamento, sono stati presentati variazioni o multipli di opere in bronzo così come disegni preparatori e gessi presenti anche ai Musei Vaticani.
L’esposizione si chiude idealmente con la sezione che conferma il forte legame che si era instaurato tra papa Paolo VI e la GASC, attraverso importanti prestiti come un disegno preparatorio di Pericle Fazzini, proveniente dai Musei Vaticani, per l’opera monumentale Resurrezione oggi collocata nell’aula delle udienze in Vaticano e un’acquaforte di Marc Chagall e una litografia di Henri Matisse che giungono dalla Collezione Paolo VI – Arte Contemporanea di Concesio, paese natale di Giovanni Battista Montini.
Carlo Franza