images.jpg666Con questa mostra, Brun Fine Art a Londra  sta esplorando le avanguardie del gruppo Cenobio, emerso negli anni ’60 a Milano in un fertile clima culturale internazionale a seguito della crisi di Art Informel. La nascita del gruppo affondò le radici negli insegnamenti di Lucio Fontana (1899-1968) e nelle relazioni, in alcuni casi anche collaborazioni, tra i suoi membri e Piero Manzoni (1933-1963). La mostra aperta fino al 22 novembre 2019,  è stata sviluppata in collaborazione con gli studi degli artisti viventi e gli archivi in ​​cui è conservata la loro arte. Quando l’ambito premio della Biennale di Venezia fu assegnato congiuntamente a Halargens Hartung e Jean Fautrier nel 1960, gli artisti più giovani e più attenti avevano già guardato avanti per diversi anni. La chiara, brusca transizione che ha avuto luogo in Europa in reazione alla crisi di Art Informel, che ha generato una scissione con il mondo dell’arte americano, risiede probabilmente nei ricordi delle prime avanguardie, indifferenti alle macerie fisiche e ideologiche guerra mondiale.Tra le figure che fungevano da ponte che collegava generazioni di artisti altrimenti distanti, i più rappresentativi in ​​Italia furono Lucio Fontana e Bruno Munari (1907 – 1998), che lavoravano entrambi alla fine degli anni ’50 in una Milano che si trovava cullata l’esplosione della produzione e una nuova generazione di desindex.jpg567igner.Durante quel periodo, Milano non solo riacquistò un posto a tavola, ma, nell’ambito dell’arte occidentale, divenne anche, per citare Angela Vettese, un “precursore assoluto”.

Fontana e Munari, i cui percorsi di vita coincidevano in molti punti, erano entrati in contatto con i leader della seconda ondata futurista, il movimento era stato ripreso dopo il crollo culturale negli anni ’20. Per Fontana, ciò era accaduto attraverso la sua attività di vasaio ad Albisola, mentre il rapporto tra Munari e il futurismo era stato più duraturo e più regolare. Nel 1947, Fontana fondò il Movimento spaziale e poi, l’anno successivo, con Munari, fu tra i fondatori del Movimento dell’arte concreta. La prima buca di Fontana, realizzata nel contesto della sua esplorazione del monocromo, risale al 1947.

Dopo la rottura del gruppo spaziale, Fontana sostenne il movimento nucleare (guidato da Enrico Baj e Sergio Dangelo) dall’esterno. Ad Albisola, ha incoraggiato il contatto tra i giovani artisti del movimento e Asger Jorn, ex leader del gruppo CoBrA. Durante questa fase, il promettente Piero Manzoni si Segno-Forma-Colore_-80x120x15-cm-1972avvicinò a Fontana e due artisti del futuro gruppo Cenobio, Ettore Sordini (1934 – 2012) e Angelo Verga (1933 – 1999), si unirono a Manzoni.

Al culmine del periodo nucleare, Manzoni, Sordini e Verga hanno firmato il manifesto Per una pitturaorganica , affermando che “l’immagine è il nostro spazio di libertà, dove reinventiamo continuamente la pittura in una ricerca senza fine per la nostra prima immagini’. Pochi mesi dopo, sempre nel 1957, i tre hanno firmato il manifesto Contro lo Stile , esprimendo la speranza che l’opera d’arte diventi una “presenza modificante, in un mondo che non ha bisogno di rappresentazioni celebrative ma piuttosto presenze.

In questo melting pot e in un momento in cui il nucleare fu finalmente superato, Fontana si preparò a diventare il padre artistico di una nuova generazione. Così presentò la mostra collettiva Manzoni -Verga- Sordini alla Galleria Pater, Milano, nel 1957. I tre continuarono a mostrare il loro lavoro in altre mostre collettive a Milano nello stesso anno. Ma la poetica dei tre artisti divergeva rapidamente, e in effetti Sordini e Verga non seguono Manzoni nell’esplorazione dell’azzeramento proto-concettuale dell’opera d’arte. Invece, si sono mossi in una direzione che sarebbe stata successivamente descritta come semantica, mirando alla riduzione del dipinto in uno spazio di ricerca preliminare del segno.Era il 12 dicembre 1962 quando si aprì l’avventura del Cenobio. Il termine era stato scelto da Cesare Nova e Rina Majoli per dare un nome alla galleria da loro aperta a Milano, in via San Carpoforo. I loro sforzi costituirono la base per la successiva fondazione, nel 1962, del gruppo Cenobio, affiancato dal poeta e teorico Alberto Lùcia. A lui si unirono anche Arturo Vermi (1928 – 1988), che attinse a locali espressionisti e simbolisti di Diari (Diari) fatti di bacchette, e Agostino Ferrari (1938), che era propenso a risparmiare, pittura lirica, “come un musical Punto’. Vermi, che aveva trascorso un lungo periodo a Parigi assorbendo le sue aspirazioni culturali, aveva già lavorato con la Ferrari per alcuni anni. Un altro membro del gruppo fu Ugo La Pietra (1938), che lavorò principalmente nelle aree della pianificazione e del design.

I cinque artisti, rimanendo saldamente radicati nel campo della pittura, guardarono Fontana come un insegnante e trassero da lui l’obiettivo di ridurre il segno ai suoi termini minimi. A differenza degli altri artisti astratti, il loro lavoro ha accentuato la necessità di sigillare l’immagine e trasformare la pennellata in un segno grafico, al punto da anticipare i successivi esperimenti di poesia visiva. Gli strumenti del mestiere sono rimasti intatti nel loro approccio all’opera d’arte. Questa esperienza, che è stata in termini storici la terza reazione milanese ad Art Informel, (le altre oggetto / costruttivo e nichilista), ha avuto  una profonda influenza su tutta la successiva produzione artistica di Ferrari, La Pietra, Sordini, Verga e Vermi nella loro ricerca di percorsi individuali.E il loro lavoro è stato e rimane una ricca fonte di ispirazione per altri giovani artisti.

Carlo Franza

 

 

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