Omaggio a Vanni Scheiwiller e l’arte da Wildt a Melotti. Nel ventennale della morte dell’editore d’arte milanese, una mostra sulle opere della sua collezione alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma rende omaggio a Vanni Scheiwiller, personaggio che ha attraversato come pochi la cultura, non solo italiana, del Novecento, impegnato in esperienze professionali intense per ricchezza e qualità, quasi sempre intrecciate con le vicende personali di poeti e artisti. La parentela con lo scultore Adolfo Wildt, nonno materno di Scheiwiller, è la garanzia di una precoce familiarità con l’arte. Wildt insegna all’Accademia di Brera ed è il maestro di Fausto Melotti, il più amato da Vanni, due figure che sono rispettivamente il punto di partenza e quello di arrivo nel suo incontro con il mondo dell’arte. Nella ricorrenza dei vent’anni dalla morte avvenuta nel 1999, questa mostra mette al centro il talento di Scheiwiller, focalizzandosi sul suo lavoro di editore d’arte, sensibile intenditore e amico di artisti, che ha frequentato e seguito, anche con il suo lavoro di “cronista” in giornali e riviste.
Ho memoria di questo intellettuale, acuto come pochi e fraterno e virtuoso amico, che seppe coniugare bene arte cultura e vita. E dunque, questa mostra ne rende bene il ricordo.Come ho memoria di una sua telefonata che mi ringraziava per un articolo uscito su “Il Giornale” negli anni Novanta sulla collezione di presepi di sua moglie Alina Kalczyńska.
La mostra in questione oggi, che attraversa quasi un secolo, ruota attorno a due sale dedicate a Adolfo Wildt e a Fausto Melotti, toccando scuole, tendenze e linguaggi incrociati da Vanni Scheiwiller. Le opere, collezionate da Vanni e, dal 1980, da sua moglie Alina, in massima parte ancora nella casa milanese, sono dei seguenti artisti: Vincenzo Agnetti, Rafael Alberti, Assadour, Kengiro Azuma, Amerigo Bartoli, Luigi Bartolini, Carlo Belli, Jan Berdyszak, Martin Bradley, Alberto Burri, Massimo Campigli, Giuseppe Capogrossi, Felice Casorati, Enrico Castellani, Arnoldo Ciarrocchi, Roman Cieślewicz, Eduardo Chillida, Fabrizio Clerici, Jean Cocteau, Pietro Consagra, Aldo Galli, Giorgio de Chirico, Enrico Della Torre, Stanisław Fijałkowski, Fillia, Lucio Fontana, Tullio Garbari, Henri Gaudier Brzeska, Franco Gentilini, Arnaldo Ginna, Gianluigi Giovanola, Jerzy Grabowski, Alina Kalczynska, Janina Kraupe, Bice Lazzari, Osvaldo Licini, Leo Longanesi, Mino Maccari, Mario Mafai, Piero Manzoni, Giacomo Manzù, Arturo Martini, Marcello Mascherini, Tadeusz Myslowski, Amedeo Modigliani, Giorgio Morandi, François Morellet, Bruno Munari, Giulia Napoleone, Mario Nigro, Gastone Novelli, Roman Opalka, José Ortega, Ryszard Otręba, Jerzy Panek, Ivo Pannaggi, Tancredi Parmeggiani, Pablo Picasso, Edmund Piotrowicz, Antonietta Raphaël, Regina, Nino Ricci, Elio Roccamonte, Angelo Savelli, Alberto Savinio, Ruggero Savinio, Gino Severini, Scipione, Krzysztof Skòrczewski, Silvano Scheiwiller, Jan Tarasin, Antoni Starczewski, Guido Strazza, Emilio Vedova, Luigi Veronesi, Renzo Vespignani, Giuseppe Viviani, Anna Sobol Wejman, Ryszard Winiarski, Stanislaw Wòjtowicz, Ewa Zawadzka. Pittura, scultura, disegno, opera grafica sono i vari linguaggi espressivi delle opere esposte. La mostra include, inoltre, prezioso materiale d’archivio come libri, immagini e documenti utili per ricostruire la lunga storia di Vanni Scheiwiller e i suoi rapporti nella cultura del ‘900. Nei mesi di novembre e dicembre si terranno conversazioni con amici e testimoni della vita e dell’opera di Vanni Scheiwiller.
Vanni Scheiwiller nasce a Milano l’8 febbraio 1934 da Giovanni, libraio ed editore, e da Artemia Wildt.
Nel 1951 il padre cede al figlio, ancora studente liceale, l’attività della casa editrice All’Insegna del Pesce d’Oro. Poesia e arte sono le due vocazioni della casa che Vanni ugualmente rispetta pur cercando, per far quadrare i conti, consulenze editoriali (Rusconi, Garzanti, Mondadori) e tenendo rubriche d’arte per diversi periodici (“Europeo”, “Panorama”, “Il Sole 24 ore-Domenica”). Nel 1977 fonda la seconda casa editrice, Libri Scheiwiller, con cui pubblica prestigiose collane legate alla committenza bancaria. Significative quelle sostenute dal Credito Italiano (Antica Madre, Civitas Europaea), da gruppi industriali (Gli artisti italiani in Russia) e altri istituti bancari (Presenze straniere nella vita e nella storia d’Italia, Presepi, Scrittori vicentini). Nel 1980 sposa l’artista polacca Alina Kalczyńska e per suo tramite la cultura polacca del secondo ‘900 – e specialmente la poesia – entra in Italia. I Premi Nobel C. Miłosz (1980) e W. Szymborska (1996), oggi la poetessa più letta e amata in Italia, trovano in lui il primo editore. Muore a Milano il 17 ottobre 1999.
Carlo Franza