Inizia la spallata al Governo Conte. Gli italiani in pista nelle regioni dove si vota. In Umbria finalmente si volta pagina con la Lega, Salvini e il centrodestra unito.
Conte non può essere finito perché non è mai cominciato. O meglio è finito perché non è mai cominciato. Mi ricorda il pupazzo Provolino di Raffaele Pisu se non fosse che quello aveva più personalità. Oggi poi, lui presidente del Consiglio, sentendosi papa e primus inter pares, era in Umbria a far campagna elettorale, anche se in questi giorni ha snobbato la vicenda dicendo che: “Una popolazione pari alla provincia di Lecce non può cambiare le sorti del governo”. Parole inaudite, e offesa a tutti gli abitanti della provincia di Lecce, compreso me che ho casata e origini nel Capo di Leuca. Parole durissime di risposta anche dalla collega Maria Giovanna Maglie, che su Twitter si interroga: “Secondo voi queste frasi geniali, che riescono a far incazz*** umbri e leccesi contemporaneamente, gliele scrive Rocco Casalino o le pensa da solo?”. Con i suoi 882 mila abitanti, un’estensione che è un terzo della Sicilia, la Regione diventa l’ombelico del mondo politico anche per i Cinque stelle, che proprio in questi ultimi giorni hanno puntato con il PD su una figura che ha nome Vincenzo Bianconi, emerito sconosciuto albergatore, ma si dice anche questo in odore di vescovi e cardinali per via dell’aria mistica che ha. .L’Umbria, che è considerata soprattutto una delle terre di quello che in spregio viene chiamato “cattocomunismo”, certo può stupire ancora. Si racconta anche di come i candidati individuati dal centrosinistra prima di quello attuale potessero contare sull’appoggio incondizionato delle alte cariche del clero. La regione umbra, per dirne una, è la zona di provenienza del cardinal Gualtiero Bassetti, presidente Cei ed arcivescovo dell’arcidiocesi di Perugia. Non è difficile capire da che parte stia l’alto porporato, essendo un cardinale di sinistra, troppi resoconti giornalistici lo danno vicino al governo in carica in Umbria; quindi anche, al novello candidato presidente di sinistra Vincenzo Bianconi. Il Pd prima di pronunciarsi su Bianconi aveva messo in campo il cattolico Andrea Fora, un “senza tessera” che serviva a fugare i fantasmi dello scandalo delle assunzioni ed era ampiamente sostenuto dal cardinale Bassetti, presidente della Cei. Scandalo che ha colpito al cuore il Pd ma anche una parte del suo elettorato. Regione Umbria primo appuntamento, dunque. Poi a novembre 2019 toccherà alle regionali in Emilia e se vincerà Salvini la scossa, ben più forte di quella proveniente da Perugia e dintorni, sarà fortissima su Palazzo Chigi. La regione Umbria è sempre stata in mano ai comunisti per decenni dal dopoguerra in poi, qui se non avevi la tessera del partito, prima comunista e poi del PD, non avevi lavoro. Gli scandali scoppiati recentemente hanno fatto saltare il coperchio, badate bene che non si poteva essere primario di ospedale se non eri stato battezzato dal partito della sinistra. Ho fatto un giro tra Perugia, Todi e Spoleto in queste ultime settimane, ed ecco cosa diceva la gente nei ristoranti e nei bar su indicazione dei preti di campagna ( forse per ingraziarsi il Cardinale Bassetti) come ce ne sono tanti da queste parti: “Il mio parroco mi dice che Salvini è un demonio. Sarà pure così, ma altri 70 anni di quelli che governano da 70 io non li voglio proprio…». Queste votazioni sono proprio come quelle del 1948, quando il PCI puntava il dito contro la DC di De Gasperi. Tant’è vero il personaggio di sinistra Bianconi non fa altro che parlare di San Francesco nei suoi comizi.
Qui specie nelle ultime settimane si è vista una “crociata dei preti anti-Lega”. Considerando quello che è accaduto durante il mandato del governo gialloverde con la questione dei porti aperti per i migranti, lo stupore dovrebbe essere contenuto. Ma la grancassa antisalviniana viene anche da Zingaretti (lui come tutti o i ministri grillini e dem sono entrati in partita, per non dire di Di Maio sempre presente, ma si sono mossi tardi rispetto a Salvini qui ormai troppo vero, genius loci e troppo amato dalla gente che non ne può più), ebbene Zingaretti dal palco di Perugia ha tuonato: “Questa è la terra della pace e di San Francesco e non sarà mai la terra dell’odio e della Lega”. Di sicuro è terra di Chiesa, regione tradizionalmente comunista ma anche molto cattolica, e fin dall’inizio il cardinal Bassetti, arcivescovo di Perugia e numero uno della Cei, è stato magna pars della contesa elettorale. Lui come i frati francescani di Assisi, e loro come tutto il resto del mondo cattolico cui ha dato indicazioni precise Papa Bergoglio che funge anche da Presidente italiano; qui preti e frati vogliono fermare -a detta loro- Salvini l’anti-cristiano che brandisce il rosario ma attacca gli immigrati, e confermare l’Umbria terra di accoglienza e di solidarietà. Ma non sarà così perché il popolo -visto che ho percorso l’Umbria in lungo e in largo ve lo assicuro- non voterà per Bianconi candidato di sinistra che tornerà a fare l’albergatore mistico, qui si volterà pagina , e Domenica 27 ottobre giorno di voto nella prima roccaforte rossa vincerà Donatella Tesei, avvocatessa di 61 anni, presidente della Commissione Difesa al Senato, espressione del centrodestra. E non vincendo Vincenzo Bianconi per Giuseppe Conte sarà un fortissimo campanello d’allarme. E’ certo che per Salvini si gioca una partita per lui cruciale. Infatti anche oggi è in Umbria e da qui a domenica starà più lì che a Roma. Se riesce a strappare la roccaforte rossa al Pd, mentre al governo dell’Italia governano i giallo-rossi, ha un argomento in più per sostenere che il governo è in mano ad una minoranza. Penso tuttavia che questa sarà l’inizio della spallata al governo, sarà un cedimento forte quasi un terremoto nella terra già martoriata e che la vera spallata al governo non arriverà dall’Umbria, ma a gennaio. Ne è sicura anche Lucia Borgonzoni, la candidata della Lega alla presidenza dell’Emilia Romagna per le regionali di inizio 2020. Domenica prossima, l’attesissimo voto alle regionali in Umbria. Attesissimo perché si confronteranno per la prima volta la coalizione composta da Pd e M5s contro il centrodestra unito. Una sorta di anticipazione delle politiche che potrebbero esserci presto. Un voto regionale ma con forti implicazioni a livello nazionale: se i giallorossi, come appare probabile, ne uscissero sconfitti, faticherebbero e non poco a fingere che nulla sia accaduto. Soprattutto se ne uscissero sconfitti e per distacco. Intanto i parroci umbri hanno acceso ceri davanti agli altari di san Benedetto, San Francesco, Santa Chiara e Santa Rita. Ma sono convinto che anche questi santi hanno ormai messo i tappi alle orecchie per non sentire certe bestemmie e falsità.
Carlo Franza