102402652-cba209a5-b0f3-49b9-b232-67374fbcdd9a virus_07100206                                                                                                                                                                   In un’intervista a Repubblica il filosofo  marxista  sloveno Slavoj Žižek ha detto a proposito del coronavirus,  che questo nuovo clima  porterà  a “un nuovo senso di comunità: ecco cosa vedo emergere da questa crisi. Una sorta di nuovo pensiero comunista, diverso però dal comunismo storico”, Slavoj Žižek (Repubblica). Il filosofo e sociologo sloveno Slavoj Zizek, celebre per le sue provocazioni, ha deciso di affrontare le tematiche sociali degli effetti del virus in un ebook ( Slavoj Zizek, Virus, Ponte alle Grazie, 48 p, 3.99 euro, ebook)   in costante e periodico aggiornamento. Dalle relazioni personali a quelle internazionali, le riflessioni di Zizek affrontano ogni aspetto della vita umana, senza rinunciare all’ottimismo in questi tempi bui.

Il filosofo sloveno poi delinea la differenza rispetto al comunismo storico: “Stiamo scoprendo che per battere il virus servono coordinamento e cooperazione globale. Ci accorgiamo di aver bisogno gli uni degli altri come non era mai accaduto prima. Persone e nazioni”. Mi pare questa  quasi una giustificazione all’idea di rinascita comunista. Idee antiquate e  la cooperazione tra le persone – quelle comuni, chiuse in casa, senza virus –  è vera cooperazione? “Cooperazione”  vuol dire l’accoglienza della sinistra italiana  e della Chiesa bergogliana? Sulla cooperazione tra Stati, alla luce del comportamento dell’Europa mi pare  che l’assenza sia tangibile.

1 GGCamUkbW-A-571PGZs7wAIl filosofo  Zizek è un marxista convinto, è vero, se  parla di “nuovo senso di comunità” nell’ accezio???????????????????????????????ne positiva, accrescitiva; non lo è nell’accezione migliorativa.  Un po’ campate in aria le due argomentazioni del filosofo,  e cioè  il rapporto tra persone e rapporto tra Stati; è oggi tutt’altro alla luce di quel che stiamo vedendo in Europa, nella Comunità Europea  in questi giorni, e cioè  ognuno per la sua strada. E’ certo che  questa “nuova comunità” è dettata  dalla paura, dal sospetto del contagio, dallo spettro del razionamento alimentare, da una povertà che probabilmente in questa misura non avevamo conosciuto, dal ricordo delle libertà limitate, da nuove nevrosi. Strano pensiero questo del filosofo sloveno Zizek che vorrebbe seminare una  “sorta di nuovo pensiero comunista”.

Slavoj Žižek ( 1949) è un filosofo, sociologo, politologo ed accademico sloveno. Ricercatore all’Istituto di Sociologia dell’Università di Lubiana, è docente all’all’European Graduate School  e Direttore del Birkbeck Institute for the Humanities (Istituto per gli Studi Umanistici di Birkbeck) presso il Birkbeck College dell’Università di Londra. Nel corso degli anni, è stato professore invitato in numerose università, in particolare negli Stati Uniti d’America (Columbia, Princeton, The New School, Università di New York, Michigan, SUNY Buffalo, Georgetown). Dal luglio 2013 è Eminent Scholar presso l’Università Kyung Hee di Seul.  Studioso di marxismo, idealismo tedesco e psicanalisi lacaniana, è divenuto celebre per la sua capacità di affrontare questioni di stringente attualità, unendo tradizione filosofica e cultura popolare. A partire dal 1989, anno di pubblicazione del suo primo libro in inglese, ha raggiunto, con il suo stile provocatorio e irrispettoso delle posture accademiche, una popolarità internazionale.  Nella sua prolifica produzione ha spaziato attraverso un grande numero di tematiche, come l’ideologia, il fondamentalismo, il populismo, la globalizzazione, la religione, l’ecologia, i diritti umani (criticati come espressione di ideologia borghese, anche se non vi è una negazione tout court), la tolleranza, il multiculturalismo, la teologia, il cinema, l’opera, le scienze cognitive. Nei suoi scritti si è confrontato in modo critico con numerosi pensatori moderni e contemporanei, come Kant, Hegel, Kierkegaard, Schelling, Marx, Lenin, Mao Zedong, Heidegger, Deleuze, Guattari, Derrida, Agamben, Negri, Hardt, Butler, Rancière, Balibar, Laclau, Jameson, Nietzsche, Sorel e Fanon.  Personalità di spicco dell’opposizione del regime esistente prima del ’89 in Slovenia negli anni ottanta (venne licenziato dal suo impiego pubblico perché ritenuto “non marxista”, nonostante si dichiarasse da sempre “leninista”), nel 1990 è stato il candidato della Democrazia Liberale Slovena (Liberalna Demokracija Slovenije) alle prime elezioni presidenziali libere del Paese.  Attualmente, Žižek è uno strenuo ed appassionato critico del modello economico e sociale neoliberista, proponendo altresì un ritorno allo spirito originario del comunismo- a quella che Alain Badiou definisce “ipotesi comunista” – in polemica contrapposizione con i teorici di sinistra della cosiddetta Terza via. Žižek è stato o è un collaboratore regolare di numerosi giornali e riviste, fra cui New Left Review, London Review of Books, Critical Inquiry, The Guardian e In These Times. È protagonista di due pellicole cinematografiche di Sophie Fiennes, The Pervert’s Guide to Cinema (2006) e The Pervert’s Guide to Ideology (2012), in cui illustra i legami tra cinema, psicanalisi e ideologia. Gli sono stati dedicati due documentari, Liebe Dein Symptom wie Dich selbst! (1996) e Žižek! (2005). È comparso anche in Examined Life (2008), firmato da Astra Taylor, e in Marx (2011) di Jason Barker. Per lo studio della sua opera è stato fondato nel 2007 l’International Journal of Žižek Studies. Nel 2012 Foreign Policy lo ha incluso nella sua lista dei cento migliori “Global Thinkers”. Nel 2013  la Royal Opera House  ha commissionato quattro opere ispirate al suo lavoro.

Carlo Franza  

 

 

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