L’Ambasciata d’Italia a Lisbona nel libro “Il Palazzo dei Conti di Pombeiro” dell’Ambasciatore Gaetano Cortese. Il prezioso volume incornicia la sede diplomatica italiana nel centosessantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra l’Italia ed il Portogallo.
Ancora un nuovo titolo, un libro prezioso, che si aggiunge alla nutrita lista di volumi dedicati alle Ambasciate italiane nel mondo pubblicati dall’ illustrissimo Ambasciatore Gaetano Cortese. Il nuovo volume appena uscito ha per titolo “Il Palazzo dei Conti di Pombeiro. L’Ambasciata d’Italia a Lisbona”; il bellissimo tomo, documento inestimabile, vive e intende valorizzare il patrimonio architettonico ed artistico della sede diplomatica italiana a Lisbona in occasione della ricorrenza del centosessantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra l’Italia ed il Portogallo. Il libro, prezioso sia per gli scritti che per l’iconografia a corredo dei testi, che per la storia e i protocolli diplomatici e politici, è molto accurato e di grande interesse, si presenta in lingua italiana e segue la scia delle precedenti pubblicazioni dell’Ambasciatore Gaetano Cortese dedicate alle nostre più prestigiose rappresentanze diplomatiche, tese a promuovere e valorizzare il patrimonio architettonico ed artistico delle proprietà demaniali dello Stato italiano all’estero, vale a dire L’Ambasciata d’Italia a Bruxelles, L’Ambasciata d’Italia a L’Aja, Il Palazzo di Sophialaan, La Villa di Inkognitogaten – L’Ambasciata d’Italia a Oslo, Il Palazzo sul Potomac – L’Ambasciata d’Italia a Washington (2011) – The Embassy of Italy in Washington (2012 e seconda edizione 2014), Il Palazzo Metternich nel bicentenario del Congresso di Vienna (2015), Il Palazzo Metternich nel 170 anniversario della sua costruzione (2017), Il Palazzo sul Tiergarten. L’Ambasciata d’Italia a Berlino (2017), Il Palazzo di Venezia a Istanbul. Residenza dell’Ambasciatore d’Italia (2018). Il Palazzo di Avenue Legrand. Residenza dell’Ambasciatore d’Italia presso Sua Maestà il Re dei Belgi, (2019).
Il Palazzo dei Conti di Pombeiro, sede dell’Ambasciata d’Italia in Portogallo sin dal 1925, ha una lunga storia e fu costruito tra la prima e la seconda decade del ’700. Il Palazzo dei Conti di Pombeiro, sede dell’Ambasciata d’Italia in Portogallo sin dal 1925, ha origini che risalgono a un gesto di liberalità regale. La Regina Catarina di Bragança, alla morte del marito Carlo II di Inghilterra, al suo rientro a Lisbona nel 1693, dopo 23 anni di matrimonio con Carlo II Stuart, decise di acquistare nel 1698 una proprietà in località Bemposta per edificarvi una propria dimora ove potesse vivere tranquillamente, confortata dalla sincera amicizia delle sue dame di compagnia, e particolarmente della diletta D. Luisa Ponce de Leão, Contessa de Pombeiro. Mentre la Regina poté insediarsi subito nella nuova residenza acquistata grazie al vecchio edificio del “Contador-mor” Luis Peirera de Barros, la Contessa de Pombeiro non riuscì a vedere il Palazzo che su quel terreno, soltanto il nipote, il terzo Conte de Pombeiro, D. Pedro Castelo Branco de Cunha Correia e Meneses signore di Belas (1679-1733) riuscì ad edificare tra la prima e la seconda decade del ‘700. A distanza di due anni dalla scomparsa della Regina Catarina si era anche spenta la Contessa di Pombeiro. Come molti edifici della città, il Palazzo dei Conti Pombeiro, fu colpito duramente dal terremoto di Lisbona del 1755 e venne trasformato alla fine del secolo grazie al Dr. José Luís de Vasconcelos e Sousa, marchese di Castel Melhor, che aveva assunto il titolo di Conte di Pombeiro in virtù del matrimonio contratto con D. Maria Rita de Castelo Branco Correia e Cunha, dama di compagnia di D. Maria I, che era diventata l’erede del patrimonio di famiglia poiché non vi erano discendenti maschi. Il Palazzo deve la sua configurazione architettonica proprio a questa figura di rilievo della vita pubblica portoghese che visse tra la metà del XVIII secolo e gli inizi del XIX secolo, appassionato di arti. Da quel momento l’edificio ha subito interventi architettonici limitati. Entrando dalla sobria facciata che dà sulla strada, accediamo ad un patio centrale attorno al quale si conforma l’edificio, e dietro il quale si estende un giardino dove sopravvive ancora la piccola cappella Eremita de Santa Maria Maddalena, la cui esistenza risale alla seconda metà del XVI secolo. Il giardino si estende per più di mezzo ettaro ed è abbellito con cipressi, salici piangenti, palme secolari, magnolie grandiflora, buganville e ibisco. L’uso della pietra portoghese, dalle tonalità calde e chiare, la semplicità del disegno delle finestre e delle porte che danno sul giardino, denotano il rigore di un’architettura che si inserisce perfettamente in un gusto che contraddistingue l’Europa del fine XVIII secolo. La sede è impreziosita da tre grandi pannelli di azulejos. Il primo ciclo è dedicato al matrimonio di Catarina di Bragança ed al suo viaggio e arrivo in Inghilterra, un altro ciclo è dedicato a varie figure di nobili, mentre il terzo ciclo è dedicato al tema della festa e dei giochi di equitazione. Il Palazzo è stato adeguato, al suo interno alle esigenze funzionali dell’Ambasciata: la parte centrale e l’ala ovest del pianterreno sono riservate alle attività di rappresentanza diplomatica, la parte posteriore agli uffici dell’ambasciatore, mentre gli altri uffici sono stati spostati a zone più periferiche dell’edificio. Gli ambienti del piano superiore sono stati scelti ad accogliere l’appartamento dell’Ambasciatore. Gli ambienti dell’Ambasciata ospitano, tra le altre, mobilie provenienti dalla Galleria Nazionale d’Arte Antica – Palazzo Barberini di Roma, Galleria Sabauda di Torino, Palazzo Pitti di Firenze, dal Castello di Racconigi di Cuneo e dal Palazzo Reale di Genova. Nel dettaglio, il volume che esempla questo storico palazzo diplomatico, si apre con la Prefazione dell’Ambasciatore della Repubblica d’Italia a Lisbona Uberto Vanni d’Archirafi ; poi a seguire Il Palazzo con il suo Profilo storico-architettonico, ancora la descrizione della Corte d’onore, L’Androne di accesso, La Galleria, Il Salone, La Sala da pranzo – Salone Pompeiano, Lo Studio del Capo Missione, Il Salotto verde, Il Salotto blu, La Sala dei Matrimoni, Il Salone d’ingresso laterale, Lo Scalone agli Appartamenti , L’Appartamento del Capo Missione, L’Androne verso il giardino, Il Giardino, e infine La Cappella di Santa Maria Maddalena.
Preziosi i ringraziamenti dell’Ambasciatore Gaetano Cortese che ad apertura del volume ha esternato, dicendo: “Rivolgiamo un ringraziamento del tutto particolare all’Ambasciatore d’Italia in Portogallo Uberto Vanni d’Archirafi per avere sostenuto l’iniziativa di una nuova pubblicazione sulla nostra prestigiosa Rappresentanza diplomatica a Lisbona, affidandone la realizzazione alla mia cura. Il primo libro dedicato alla nostra Ambasciata a Lisbona è stato realizzato dal mio caro amico e collega Ambasciatore e Consigliere della Corte dei Conti Michele Cosentino 16 anni fa, nella stessa collana dell’Editore Carlo Colombo dedicata alla valorizzazione del patrimonio architettonico ed artistico delle sedi diplomatiche italiane all’estero. In quel volume la descrizione della parte critico-illustrativa della storia del Palazzo e dei suoi arredi più importanti sono state elaborate dalla Dr.ssa Carla Enrica Spantigati, Sovrintendente per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico del Piemonte e dalla Dr.ssa Paola Astrua, Direttore della Galleria Sabauda, e la documentazione fotografica curata da Riccardo con Paolo e Marco Gonnella di Torino. La realizzazione di questa nuova pubblicazione, iniziata già da alcuni anni, ha coinvolto numerose istituzioni pubbliche e private, musei, accademie e gallerie d’arte italiane e straniere, nonché personalità e colleghi della carriera diplomatica che hanno avvertito quanto fosse necessario consolidare la memoria storica di un edificio tanto simbolico e significativo nelle relazioni italo-portoghesi, quale il Palazzo dei Conti di Pombeiro. Desideriamo rivolgere anche un grato pensiero alla Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona, Dr.ssa Luisa Violo, per avere ben voluto curare la sezione relativa alla storia del nostro prestigioso Istituto, corredata da spendide immagini dei vari ambienti dello storico edificio italiano in Portogallo. Siamo stati sollecitati in questa iniziativa anche dal desiderio di potere tributare un doveroso omaggio a tutti i Capi Missione e loro collaboratori che, con grande impegno e spirito di servizio, hanno avuto un ruolo di grande importanza nel mantenere una rappresentanza diplomatica all’altezza del patrimonio architettonico ed artistico del nostro Paese lungo tutto il corso della lunghissima storia diplomatica tra l’Italia ed il Portogallo. Saremo soprattutto lieti se il racconto e le immagini del volume riusciranno ad esprimere il sentimento di ammirazione per le energie spese, senza risparmio, da quanti (committente, architetti, artisti, Ambasciatori italiani, Autorità portoghesi), succedutisi nella Residenza, hanno contribuito ad evitare al Palazzo dei Conti di Pombeiro – malgrado il trascorrere del tempo e le mutazioni dei costumi – una parabola discendente. La preziosa opera di costante vigilanza di tutti i Capi Missione nella manutenzione ordinaria e straordinaria, e di costante restauro di numerosi arredi e dipinti del Palazzo, nel corso degli anni, ha reso possibile che le sale di rappresentanza della Residenza continuino ad essere in effetti ambienti vivi e pulsanti idonei ad esaltare ogni tipo di evento volto a valorizzare l’immagine dell’Italia, favorendo le sue potenzialità ed incrementando il suo prestigio. Le energie profuse dai nostri rappresentanti diplomatici a Lisbona hanno assicurato la permanente vitalità del Palazzo dei Conti di Pombeiro quale centro di scambi di idee e di raffronto delle progettualità, al servizio dei due Paesi e della loro azione futura in quello che era l’obiettivo prioritario di questo ventunesimo secolo: la costruzione politica dell’Unione Europea”. Un excursus preciso, documentale, testimoniale, valorizzante la storia del passato e del presente, di grande e illuminata visione; visione che da sempre l’Ambasciatore Gaetano Cortese dimostra con meticolosa profondità e onestà intellettuale.
A seguire in apertura la prefazione dell’Ambasciatore d’Italia in Portogallo Uberto Vanni d’Archirafi: “ Il progetto di racchiudere in un libro la storia del Palazzo dei Conti di Pombeiro, che ospita l’Italia a Lisbona dal 1925, fu concepito per la prima volta dall’Ambasciatore Michele Cosentino, al quale vanno i miei più vivi ringraziamenti. Di fatto, il volume pubblicato nel 2004 ha costituito un prezioso biglietto da visita non solo del Palazzo ma anche delle missioni diplomatiche che vi si sono succedute. Altro ringraziamento sentito va all’Ambasciatore Gaetano Cortese, che ha profuso grande impegno e creatività nella stesura di questa seconda edizione del volume, seguendo con instancabile cura l’attività diplomatica italiana in Portogallo nei suoi diversi aspetti, per rendere questo libro uno specchio quanto mai rappresentativo delle attività che oggi si svolgono nel Palazzo. Nel 2004 vivevano in Portogallo circa 2500 italiani. Oggi la nostra comunità è composta da oltre 15.000 connazionali, che interagiscono con il Paese ospitante nei più diversi ambiti, dalla scienza all’imprenditoria, dalla cultura alla società civile. Si rende quindi necessaria un’azione diplomatica multidisciplinare e capace di ascoltare le diverse voci dalla presenza italiana, promuovendone il dialogo e l’interazione con i settori più innovativi del Portogallo contemporaneo. Il Palazzo dei Conti di Pombeiro, del resto, si erge sul pilastro portante dell’amicizia: esso fu costruito agli albori del XVIII secolo su un terreno che la regina Catarina di Bragança (vedova del Re Carlo II d’Inghilterra) aveva offerto in dono alla Contessa di Pombeiro, Luisa Ponce de Leão, sua dama di compagnia favorita, come prova d’affetto e per la vicinanza con il palazzo della Regina, situato nella piazza adiacente. Caratterizzate da amicizia e prossimità sono anche, da sempre, le relazioni diplomatiche tra Italia e Portogallo. Ne danno prova le reciproche visite di Stato: le più recenti sono la visita di Stato del Presidente Rebelo de Sousa in Italia nel novembre 2019 e la visita di Stato del Presidente Mattarella in Portogallo nel 2017. Si tratta di relazioni antichissime, come testimoniato dall’esistenza a Lisbona di una Chiesa degli Italiani fatta erigere nel XVI secolo dai mercanti, architetti e artisti nostrani che frequentavano la cosmopolita capitale portoghese del tempo. Testimoni di queste antichissime e solide relazioni sono anche i numerosi scienziati italiani che oggi operano nel moderno Portogallo, e che nel marzo 2019 hanno costituito la prima Associazione di Ricercatori e Scienziati italiani in Portogallo dedicata a Ipazia, scienziata greca nata nel IV secolo ad Alessandria d’Egitto. Ambasciatori del nostro Paese in Portogallo e nel mondo sono anche le grandi imprese del Made in Italy, che trovano sempre spazio nel nostro Palazzo quando si tratta di promuovere l’eccellenza italiana nello scenario della magnifica sede che ci accoglie. La diplomazia economica, insieme a quella culturale e scientifica, è il motore che anima la vita dell’Ambasciata potenziandone le dinamiche sociali e politiche di una collaborazione bilaterale sempre più pregnante. Il Palazzo, pur con la necessaria cautela che la sua antichità richiede in termini di sorveglianza e di manutenzione, è sempre più aperto al dialogo con il mondo esterno, dal bellissimo quartiere che concretamente lo avvolge, al più generale contesto socio-culturale di un Portogallo europeo e atlantico, conscio del proprio passato glorioso ma sempre attento alle grandi istanze del presente capaci di proiettarlo in un futuro prospero e sostenibile”. Ora che finalmente abbiamo tra le mani il volume, recente capolavoro saggistico, oltrechè artistico e storico, portato a compimento dall’Ambasciatore Gaetano Cortese, che illustra con ricchezza di notizie, storia iconografica e architettonica e moltissime fotografie la residenza dell’ambasciatore italiano nella sede di Lisbona e le relazioni bilaterali tra l’Italia e il Portogallo; l’intera collana vive una sua completa interezza, perché il libro molto accurato e di grande interesse, in lingua italiana, segue la scia delle precedenti pubblicazioni dell’ambasciatore Gaetano Cortese dedicate alle nostre più prestigiose rappresentanze diplomatiche, tese a promuovere e valorizzare il patrimonio architettonico ed artistico delle proprietà demaniali dello Stato italiano all’estero, da Bruxelles a L’Aja, da Oslo a Washington, da Vienna a Berlino passando per Istanbul.
Gaetano Cortese, entrato in carriera nel 1969, ha rappresentato l’Italia a Zagabria, Berna, L’Aja, Washington DC e Bruxelles. È autore di numerose pubblicazioni e, in particolare, curatore della collana dell’Editore Carlo Colombo che ha illustrato le sedi diplomatiche italiane di Washington DC, Berlino, Bruxelles, Istanbul, l’Aia, Oslo e Vienna. Recentemente ha presentato al Politecnico di Milano, nella sede dell’Accademia di Belle Arti di Brera-Brera Due, quale guest speaker al Convegno Internazionale, presieduto dal Prof. Carlo Franza (Ordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea e Critico e Opinionista de “Il Giornale”), dedicato al Master “L’Altra Fotografia. La Fotografia dei Beni Culturali”, una relazione su “La fotografia e il Patrimonio delle Rappresentanze diplomatiche italiane nel mondo”, focalizzata sulla fotografia d’arte dei beni demaniali italiani all’estero. Infine un cenno va dato a chi ha stampato, ovvero all’editore e agli sponsor che hanno sostenuto le spese per la stampa di questi splendidi volumi, pubblicazioni a titolo d’onore e non commerciali, diretti alla valorizzazione del patrimonio architettonico ed artistico delle rappresentanze diplomatiche italiane all’estero; lo testimoniano le recensioni che via via sono in questi anni uscite intorno alla Collana dell’, relative a “Il Palazzo sul Tiergarten – L’Ambasciata d’Italia a Berlino “, “ Il Palazzo di Avenue Legrand”, L’ Ambasciata d’Italia a Bruxelles “ e “Il Palazzo dei Conti di Pombeiro-L’ Ambasciata d’Italia a Lisbona”, da tali scritti si è potuto constatare ed ammirare la bellezza delle immagini, in gran parte dovuta alla qualità della carta patinata offerta gratuitamente dal Gruppo Burgo per questo tipo di iniziative editoriali, a testimonianza del coinvolgimento di questi mecenati di grandi imprese italiane tuttora interessati alla conservazione e divulgazione della cultura italiana nel mondo.
Carlo Franza