La fotografia di questi tempi  sta avendo consensi in più parti del mondo, ad iniziare dall’Italia, grazie anche alla pubblicazione di  libretti monografici su singole figure. Per celebrare la sua decima candelina sulla torta, la casa editrice e agenzia di comunicazione riminese NFC lancia “Luminous Phenomena”, una nuova collana a cadenza bimestrale interamente dedicata alla fotografia internazionale. Luminous Phenomena  sta per  “fenomeni luminosi”,  e i piccoli libri monografici sono ispirati al primo libro illustrato commercializzato nella storia, “The Pencil of Nature” di William Henry Fox Talbot. La collana  intende portare a conoscenza  “il rapporto tra essere umano e corpo, tra corpo e spazio circostante”, attraverso le fotografie di giovani artisti e nomi affermati di tutto il mondo.

I racconti d’arte di Luminous Phenomena. In un’epoca multimediale in cui giornalmente veniamo bombardati da migliaia di immagini artificiali, Luminous Phenomena nasce invece con l’intento di far riscoprire il piacere sempre più raro di sfogliare un libro. Amedeo Bartolini, direttore editoriale e fondatore di Agenzia NFC e NFC Edizioni e Guya Baciocchi, direttrice della collana, hanno coraggiosamente deciso di investire ancora una volta nella cultura, realizzando un progetto che era in programma da anni ma che, non casualmente, vede la luce in un momento di profonda crisi e insicurezza globale: “Con questa collana vogliamo raccontare storie, vogliamo celebrare il rapporto viscerale tra corpo e ambiente circostante, tra essere umano e sessualità, per riscoprire una sensibilità ormai perduta verso il proprio essere. Vogliamo che una piccola parte delle immagini che ci vengono sottoposte ogni giorno siano immagini pure e belle, che ci facciano fermare a riflettere”.

Ogni volume di piccolo formato viene realizzato con materiali di pregio e prodotto in basse tirature, rendendo ogni libro un oggetto prezioso disponibile in due versioni: Light, in tiratura di 200 copie numerate, e Deluxe, in tiratura di 100 copie firmate e numerate con una foto in edizione limitata.

E’ un fatto eccezionale che siano  tradotti in tre lingue (italiano, francese e inglese) così da permetterne una distribuzione su larga scala,  perché non si tratterà di semplici cataloghi d’arte, quanto piuttosto di preziosi “racconti d’arte”, custodi di storie meravigliose che ci parlano dei “corpi, le persone, le luci e l’oscurità”.

Il primo volume cresce fra erotismo e forza vitale, acceso di fuoco persino nella copertina rossa, le fiamme  balzano  e danzano nelle fotografie di Lady Tarin. Il primo volume, uscito nel mese di settembre, è stato subito un tutto esaurito nella sua versione Light;  si tratta di un libro interamente dedicato a Lady Tarin, con i testi critici di Nathalie Leleu e Denis Curti. Lady Tarin, uno dei nomi più riconosciuti del panorama fotografico contemporaneo,  che incentra la sua ricerca “sull’erotismo come forza vitale”, esplorando il corpo femminile come luogo di scoperta e di rivelazione personale. Nutrendo i propri lavori con la presenza di nudi nella loro duplice componente sensuale e psicologica, per sollecitare l’empatia con il soggetto Lady Tarin predilige la fotografia analogica, mezzo più discreto rispetto alla fotografia digitale. Noi ce ne eravamo gia interessati nell’ottobre 2019 su Il Giornale-Scenari dell’Arte,   recensendo la sua mostra che tenne a Milano da Still Fotografia.  L’artista, laureata all’Accademia di Belle Arti di Bologna e ora di base a Milano, ha iniziato ad appassionarsi alla fotografia affacciandosi al mondo della moda, iniziando nel 2008 ad esplorare il complesso mondo femminile e celebrarne la sua intimità. Un’intimità morbosa e accattivante che movimenta il corpo, la pelle e i sensi.

All’interno del volume, Nathalie Leleu introduce le bellissime foto della Tarin  esplorando la graffiante presa  suscitata dalle immagini della fotografa e il modo in cui esse facciano scaturire, nell’osservatore, un inevitabile senso di frustrazione: “Tanto più il corpo si trova a essere ostacolato, quanto più l’immagine parla allo spirito come fosse una sorta di matrice che ne alimenta il desiderio e il piacere”. A seguire,  il collega Denis Curti, nel suo prezioso intervento, ci racconta dei sorprendenti soggetti immortalati da Lady Tarin: “Credo proprio che lo spaiamento che ho provato la prima volta abbia molto a che fare con la fascinazione di questo progetto e sono certo in quello stracciamento, in quella sensazione di non capire dove siamo, risieda la forza vera di queste immagini”.

E’ certo che questo primo volumetto della collana prefigura scelte singolari e caratterizzanti. Lady Tarin si incorona regina della fotografia, maestra indiscutibile del violato e dell’inviolabile. 

Carlo Franza

 

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