Intervista ad Antonio Onorato AD di Palazzina Grassi a Venezia. Figura italiana preziosa e innovativa, attivo fra Management e Cultura.
Antonio Onorato, Amministratore Delegato di Palazzina Grassi, boutique hotel cinque stelle sul Canal Grande interamente disegnato da Philippe Starck. Veneziano di origine, dopo diverse esperienze come AD di grandi aziende, è rientrato in città per seguire questo progetto personale. Palazzina Grassi vive luminosamente nei 2800 metri quadri, su tre piani, ogni singolo elemento, degli ambienti e degli arredi, è stato scelto per contribuire a trasmettere l’atmosfera di una casa vissuta, intrisa di fascino e di vita. Celebrata dalle più importanti testate della stampa italiana e internazionale, PalazzinaG, entrando nella “hot list” di Condè Nast Traveller dei 50 migliori alberghi in tutto il mondo, è diventata punto di riferimento di noti nomi dell’imprenditoria internazionale e di celebrities.
D: Ci racconta brevemente la storia che la lega a Palazzina Grassi?
Nell’ambito dell’incarico di AD in NH Hotel Italia, entro in contatto con l’allora proprietà di Palazzina Grassi, che era in corso di restauro e in attesa di ottenere il cambio di destinazione d’uso ad hotel; la dimensione contenuta dell’operazione e il posizionamento nel segmento lusso non interessarono ad NH, pertanto coinvolsi uno degli allora nostri partner nell’analisi del progetto: Emanuele Garosci, con il quale avevo lavorato intensamente nello sviluppo dell’hotel Nhow di Milano, fu subito convinto della bontà dell’operazione, pertanto procedetti a organizzare la struttura finanziaria, a coinvolgere Starck e a sviluppare il concept. In quel momento, un mio contestuale incarico di ad di società quotata alla Borsa Italiana, mi impedì di entrare nell’operazione direttamente; ciò avvenne successivamente nel 2016, anno in cui costituendo la società 3Onde insieme ai miei partners Stefano De Santis e Cecilia Trevisini abbiamo proceduto all’acquisizione della società immobiliare e della società di gestione di Palazzina Grassi.
D: Palazzina Grassi è dalla sua apertura un luogo dove convivono da protagonisti design, glamour e arte e da qualche mese ha aderito al Progetto “Disseminazione Monumentale a Venezia” da me curato e che già oggi ospita nella lounge sul Canal Grande due opere di un’artista italiana, e altre ne arriveranno. Come descriverebbe questo connubio?
Venezia e l’arte sono unite a doppio filo da sempre, nessun palcoscenico è migliore nel mondo per valorizzare ed esaltare le opere d’arte; la Biennale di Venezia è ormai da anni un punto di riferimento assoluto nel settore e numerose Fondazioni sia pubbliche che private si occupano di allestire ogni anno preziose mostre d’arte nei diversi musei presenti in città. Ringrazio il Professor Carlo Franza per il progetto “Disseminazione monumentale a Venezia” che ci ha privilegiati (con la consulenza del Dott. Mattia Carlin) nell’accoglienza di capolavori dell’arte contemporanea. Offrire così i nostri spazi all’esposizione permanente di artisti di arte moderna e contemporanea, vuole rappresentare il nostro piccolo tributo al connubio Venezia e arte.
D: Come vede il futuro dell’hotellerie di lusso nello scenario internazionale e veneziano?
Sono fiducioso che non appena la situazione sanitaria andrà migliorando o addirittura, si risolverà, tornerà un grande desiderio di viaggiare, specialmente per le persone più abbienti, pertanto credo che l’hotellerie di lusso sarà il primo segmento a riprendersi nel panorama dell’hotellerie mondiale. Venezia nel medesimo segmento ha già dimostrato, nello scorso mese di settembre, di poter sperare in una buona ripresa, considerando che questa rappresenta una delle primissime destinazioni nelle preferenze dei viaggiatori internazionali.
D: Quali sono i suoi consigli per prepararsi alla ripartenza e rilanciare il settore una volta terminata questa emergenza?
Ritengo sia importante approfittare di questo periodo per ripensare il posizionamento dell’Italia nel panorama turistico internazionale; è fondamentale che il Governo riesca a trovare le risorse per sostenere le attività legate al turismo e a tutta la sua filiera, in modo da preservare il valore che esse rappresentano per il nostro Paese. Unitamente a ciò si dovranno prevedere degli stanziamenti straordinari o degli incentivi agli investimenti privati e pubblici destinati ad incrementare la qualità dell’offerta.
D: Come dovrebbe prepararsi la città di Venezia?
Venezia più che mai deve riuscire a ripensare se stessa e a promuoversi in modo più rispettoso della propria identità e della propria delicatezza; il mantenimento delle attività storiche, intese come botteghe, artigiani, ristoranti e alberghi è il presupposto fondamentale da cui ripartire. La messa in funzione del Mose e la sua efficacia devono essere uno stimolo a ripartire con più convinzione di prima nel pensare Venezia per quella che è: un Patrimonio dell’Umanità che va prima preservato sotto ogni aspetto.
D: Le sue personali proposte in questo senso, al pubblico e al privato?
Il Governo della città, coordinandosi con la Regione e lo Stato, deve ripensare il modello turistico per Venezia, che non dovrà più essere composto da una massa indistinta e disorganizzata di arrivi, ma da un flusso programmato e calmierato. Ritengo sia necessario, inoltre, che privato e pubblico collaborino nella creazione di un soggetto preposto alla promozione e al marketing territoriale e non solo; tale soggetto dovrà porsi come punto di riferimento sia in termini di nuove iniziative, sia per la salvaguardia dell’immagine della città, che non dovrà più essere oggetto di vilipendio da parte dei media internazionali. Auspico cheo gni imprenditore piccolo o medio che sia, e ognuno dei tanti colleghi albergatori di Venezia, desideri dedicare sempre maggior tempo alle attività di coordinamento e confronto nell’ambito delle rispettive categorie, a tutti i livelli e in tutti i modi, al fine di rendere più omogenea e allineata la strategia di rilancio della città. Un’ultima piccola speranza è che si approfitti di questo periodo per ripulire i muri della nostra meravigliosa città dai tanti sfregi che in questi anni sono stati compiuti con scritte, murales ed affissioni che nulla hanno a che vedere con la bellezza che Venezia rappresenta nel mondo.
Carlo Franza