Il Comune di Ravenna, l’Assessorato alla cultura e il MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna in occasione del Settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, presentano il progetto espositivo “Dante. Gli occhi e la mente”. Un progetto, articolato in tre mostre, partito a settembre 2020 e visitabile  fino a luglio 2021, presso la Biblioteca Classense, la chiesa di San Romualdo e il MAR, che indaga la figura di Dante Alighieri da diverse prospettive. La prima, da settembre 2020 presso la Biblioteca Classense, è un percorso di documentazione storica, “Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante” a cura di Benedetto Gugliotta, responsabile dell’ufficio valorizzazione della Biblioteca Classense. Un’esposizione che ricorda il VI centenario dantesco del 1921, inaugurato l’anno prima alla presenza del Ministro della Pubblica Istruzione Benedetto Croce. Saranno esposti in mostra libri, manifesti, fotografie, dipinti, manoscritti e numerosi oggetti d’arte conferiti come omaggio a Dante e alla città “ultimo rifugio” del poeta oltre al manifesto del VI centenario realizzato dall’artista Galileo Chini e i celebri sacchi contenenti foglie di alloro donati da Gabriele D’Annunzio alla Tomba di Dante con i disegni di Adolfo De Carolis. Parallelamente alla mostra nel Corridoio grande, nella Manica lunga della Classense, è ospitata l’esposizione “Il Dante di Guerrini” con una sezione di disegni danteschi dell’artista ravennate Giovanni Guerrini a cura di Daniela Poggiali, responsabile delle collezioni grafiche della Biblioteca. La seconda mostra in programma “Le Arti al tempo dell’esilio”, a cura di Massimo Medica, direttore dei Musei civici d’Arte Antica di Bologna, si svolge presso la chiesa di San Romualdo dal mese di marzo fino al luglio 2021. Una mostra il cui progetto scientifico rivela lo spaccato culturale e artistico del tempo di Dante, mettendo in relazione la pittura e la scultura con la miniatura, le opere di oreficeria e i tessuti. La mostra, inoltre, è parte di un percorso espositivo territoriale di cui Ravenna è capofila e che esalta i luoghi d’arte legati all’esilio del poeta tra l’Emilia-Romagna, la Toscana, le Marche e l’Umbria. Sono presenti in mostra opere dei più importanti artisti del tempo di Dante provenienti dai più prestigiosi musei nazionali e internazionali. Il percorso espositivo, seguendo le tracce dell’esilio dantesco, si apre, ovviamente, con l’imponente scultura di Bonifacio VIII di Manno Bandini da Siena, alta più di due metri, in prestito dal Museo civico medievale di Bologna che, con un accordo di collaborazione con il Museo d’Arte della città, ospiterà al suo posto un’opera a mosaico del mosaicista ravennate Marco De Luca, consolidando, così, il rapporto con la città di Ravenna capitale del mosaico non solo bizantino ma anche contemporaneo. Con la Galleria degli Uffizi il Comune di Ravenna ha avviato una collaborazione che vede la mostra come parte di un percorso espositivo in un circuito che coinvolge anche la città di Forlì con la mostra dedicata a Dante Alighieri che si svolge presso i Musei di San Domenico. Gli importanti prestiti alla mostra ravennate  presentati in una conferenza stampa alla presenza del direttore della Galleria degli Uffizi Eike Schmidt. In virtù della collaborazione pluriennale con la Galleria degli Uffizi di Firenze, il museo vede in prestito un nucleo di opere d’arte ottocentesche per la Casa Dante di Ravenna con  una sezione espositiva dedicata al sommo poeta. Il museo, inoltre, partecipa ogni anno all’Annuale dantesco con il prestito di un’opera d’arte dedicata a Dante Alighieri e un incontro di approfondimento. La terza mostra “Un’epopea pop”, a cura di Giuseppe Antonelli, professore ordinario di Linguistica Italiana all’Università di Pavia e nota firma del Corriere della Sera, si svolgerà al MAR – Museo d’Arte della città e mostrerà la fortuna popolare della figura di Dante Alighieri, che attraversa i secoli e i generi espressivi. Un racconto che presenterà testimonianze letterarie, grafiche e artistiche, fotografiche e cinematografiche, musicali e commerciali legate al Sommo Poeta, con centinaia di oggetti espositivi, dai manoscritti del Trecento fino agli articoli di merchandising. Una narrazione filologica che mostrerà il nome di Dante, le sue parole, il suo inconfondibile profilo usato come marchio commerciale e in chiave pubblicitaria (come nella celebre affiche della Olivetti); il Dante personaggio nelle trame di libri, film, trasmissioni televisive, fumetti, comics e manga, videogiochi. Legato alla mostra un ricco programma di eventi collaterali.
Intrecciato alla mostra un percorso d’arte contemporanea, a cura di Giorgia Salerno, responsabile del coordinamento culturale del MAR. Una voce fuori campo che vedrà le opere di artisti contemporanei scelte in attinenza concettuale a riferimenti danteschi con temi guida come le anime, il viaggio e la figura femminile. In mostra importanti artisti e artiste del panorama internazionale con un nome di punta dell’arte italiana, Edoardo Tresoldi, che realizzerà una grande architettura ispirata al Castello degli spiriti magni per il chiostro del museo. Non mancheranno, inoltre, con la scelta di valorizzare il patrimonio del museo stesso, opere della collezione permanente. Per la promozione delle mostre è stato affidato l’incarico alla società Zeranta Edutainment Srl di produrre una piattaforma web con i virtual tour di tutte le mostre e diversi approfondimenti e focus che sarà possibile consultare online e utilizzare come guida dei percorsi espositivi. Dal 10 ottobre 2020, inoltre, aperta al MAR la mostra “Paolo Roversi – Studio Luce” con il prezioso contributo di Christian Dior Couture, Dauphin e Pirelli e costituisce un’occasione unica per conoscere il lavoro del grande fotografo ravennate, trasferitosi in Francia nel 1973. In occasione del Settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, è presente un’ampia selezione di scatti che celebrano la figura della “musa”, una reinterpretazione contemporanea della figura di Beatrice della Divina Commedia, qui incarnata da donne iconiche come Kate Moss, Naomi Campbell e Rihanna. Anche per la mostra di Paolo Roversi è in produzione il virtual tour consultabile dal sito del museo. Con l’avvio delle celebrazioni dantesche, inoltre, il fotografo Paolo Roversi, prima firma italiana del Calendario Pirelli, realizza, per la sua città natale una serie di scatti dedicati ai luoghi danteschi e per l’Annuale Alex Majoli, presidente dell’agenzia Magnum Photos dal 2011 al 2014 e a cui il MAR ha già dedicato una grande mostra antologica con lavori inediti nel 2018, sarà il regista del video delle celebrazioni.

Si tratta della prima di tre mostre che compongono Il progetto espositivo Dante. Gli occhi e la mente, ideato dal Comune di Ravenna – Assessorato alla cultura, dal MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna e dalla Biblioteca Classense in occasione del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri. Le mostre si svolgono da settembre 2020 fino a luglio 2021 presso il MAR, la chiesa di San Romualdo e la Classense. Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante, a cura di Benedetto Gugliotta, responsabile dell’Ufficio Tutela e Valorizzazione della Biblioteca Classense, è un percorso di documentazione storica che ha il suo nucleo centrale nelle celebrazioni nazionali per il VI centenario dantesco del 1921, inaugurate l’anno prima proprio in Classense alla presenza del Ministro della Pubblica Istruzione Benedetto Croce. Sono esposti libri, manifesti, fotografie, dipinti, manoscritti e numerosi oggetti d’arte conferiti come omaggio a Dante e alla città “ultimo rifugio” del poeta. Ciascuno degli oggetti, testimonianze della storia “ufficiale”, offrirà spunti per raccontare anche storie particolari, spesso sconosciute al grande pubblico e a volte sorprendenti.

Il Secentenario del 1921 fu preceduto da altri momenti celebrativi di valenza nazionale, come per esempio le “Feste dantesche” del settembre 1908, organizzate dalla Società Dantesca Italiana, che riunirono a Ravenna rappresentanti di città e territori allora sotto la sovranità dell’Impero asburgico. In quell’anno si ritrovarono in un fraterno abbraccio Ravenna, Firenze, Trieste, Trento e le città della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia che dopo la Grande Guerra completarono l’Unità d’Italia fino al Golfo del Quarnero. Nacque in quell’occasione la Cerimonia dell’olio, in cui annualmente  Firenze offre l’olio destinato ad ardere nella lampada all’interno della tomba, simbolico atto di espiazione per l’esilio inflitto al poeta. E fu proprio nel settembre 1908 che venne presentata al pubblico la Collezione Dantesca Olschki, uno dei fondi bibliografici a soggetto dantesco più importanti al mondo. Acquisita nel 1905 dal libraio antiquario ed editore Leo Samuel Olschki, è ricca di oltre 4.000 volumi alcuni dei quali molto rari. Grazie alla collaborazione con la Casa editrice Olschki e con il Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali di Ravenna, è  possibile vedere riuniti due esemplari di un’edizione pregiatissima e a tiratura limitata (solo 306 esemplari) della Commedia, insieme al manoscritto autografo del proemio, scritto da Gabriele D’Annunzio. Si tratta dell’edizione celebrativa per i 50 anni dell’Unità d’Italia (1911). La copia prestata da Olschki (l’altra è della biblioteca) è stampata su pergamena poi miniata e ha una legatura con borchie d’argento: un monumento dell’arte tipografica, stampata in soli 6 esemplari.

È stata inoltre stabilita una collaborazione con l’Archivio Chini di Lido di Camaiore (LU), custode della memoria di Galileo Chini (1873-1956), forse il maggior interprete italiano dello stile Liberty. È lui l’autore del manifesto ufficiale del Secentenario, di grande formato (cm 200×150) recentemente restaurato ed esposto a Ravenna per la prima volta dopo il 1921. Oltre a quanto già citato, tra i pezzi più importanti in mostra sono visibili il modello in bronzo del monumento di Dante a Trento, realizzato da Cesare Zocchi nel 1896; Dante nella pineta e I funerali di Dante, opere del triestino Carlo Wostry (1865-1943) e i celebri sacchi donati da Gabriele D’Annunzio e decorati da Adolfo De Carolis col motto “Inclusa est flamma” (“la fiamma è all’interno”) che dà il titolo alla mostra. I sacchi in tela di juta, contenenti foglie di alloro in omaggio a Dante, furono trasportati in aereo a Ravenna da tre aviatori che avevano partecipato a famose imprese militari di D’Annunzio, come il volo su Vienna del 1918 o l’Impresa di Fiume. Il Vate stabilì un parallelo tra la fiamma che ardeva sulla tomba di Dante e la fiamma perenne che veniva custodita presso il santuario di Apollo a Delfi, considerato dagli antichi Greci il cuore vivo della loro civiltà. Una simbologia iniziatica che intendeva rappresentare Dante visto come profeta della Nazione oltre che padre della lingua italiana.  A scandire il percorso saranno diversi Albi di firme della Tomba di Dante e della Classense, che raccolgono autografi di visitatori e visitatrici illustri ma anche di comuni cittadini e cittadine che, tra XIX e XX secolo, intendevano testimoniare i loro sentimenti durante la visita al sepolcro di Dante. Curiosi, su tutti, gli autografi di papa Pio IX, che trascrisse dei versi danteschi ma non lasciò firma, e di quell’anonima fiorentina che, scossa dai sensi di colpa, chiese perdono al poeta quasi fosse stata lei stessa, cinque o sei secoli prima, a decretarne l’esilio dalla sua città natale. Un calendario di eventi e iniziative collaterali, curati insieme alla Fondazione Alfredo Oriani di Ravenna e all’Istituto Storico per la Resistenza e l’Età contemporanea della Provincia di Ravenna, approfondirà di volta in volta alcuni aspetti del percorso espositivo.

Carlo Franza

 

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