Palazzo Vendramin Grimani dimora del doge umanista Pietro Grimani rinasce a Venezia grazie alla Fondazione dell’Albero d’Oro.
(Venezia, 4 marzo 2021) Palazzo Vendramin Grimani a Venezia, uno dei più bei palazzi cinquecenteschi affacciati sul Canal Grande, già dimora nel ‘700 del doge Pietro Grimani, torna a vivere grazie alla Fondazione dell’Albero d’Oro.L’istituzione culturale senza fini di lucro è nata nel 2019 per volontà di un gruppo di imprenditori e professionisti francesi e veneziani, appassionati di cultura in tutte le sue forme e fortemente legati a Venezia. L’edificio è stato acquisito e restaurato grazie all’intervento di un fondo privato al fine di restituirlo alla sua secolare vocazione di luogo di cultura. Dopo gli importanti lavori di restauro e rifunzionalizzazione, la Fondazione è ora pronta ad aprire le porte al pubblico in concomitanza con la 17a Mostra Internazionale di Architettura, nell’anno in cui ricorrono anche i 1600 anni dalla fondazione della città di Venezia.
Dal 24 maggio al 6 giugno 2021 il pubblico potrà scoprire palazzo Vendramin Grimani, già noto come palazzo Grimani Marcello, costruito all’inizio del XVI secolo, tramite visite guidate in programma tutti i giorni, su prenotazione e gratuite per l’occasione. Il percorso espositivo rappresenta una vera e propria dichiarazione d’intenti delle diverse linee d’attività che la Fondazione dell’Albero d’Oro, partendo proprio dallo studio delle collezioni Grimani Marcello, vuole perseguire: la valorizzazione della cultura e del collezionismo in tutte le sue forme tra passato e presente per ridare al palazzo un ruolo di crocevia di culture vivo e attivo, anche grazie alla collaborazione con altre istituzioni pubbliche e private.
Nelle sale del primo piano nobile il visitatore potrà approfondire la storia del palazzo, delle illustri famiglie che l’hanno abitato per sei secoli e degli interventi di restauro che l’hanno interessato negli ultimi mesi. Il racconto delle collezioni d’arte disperse, iniziate proprio dalla famiglia del doge Grimani, includerà un primo eccezionale nucleo di dipinti appartenuti al palazzo quali Domenico Tintoretto, Sebastiano Ricci e Francesco Montemezzano. Nel percorso di visita si potrà ammirare un insieme di opere sia antiche che contemporanee in prestito da collezioni private internazionali. Inoltre, il percorso sarà arricchito dalle fotografie dell’artista Patrick Tourneboeuf (Parigi, 1966), per raccontare attraverso l’occhio dell’architetto e fotografo francese l’evoluzione del palazzo prima e dopo i lavori. Questo lavoro costituisce la prima commissione della Fondazione dell’Albero d’Oro – che costruirà nel tempo anche la propria collezione. Dal 7 giugno il palazzo resterà aperto al pubblico sempre su prenotazione e con visita guidata dal giovedì alla domenica. L’accesso sarà subordinato al rispetto delle normative anti-Covid19.
La ricostruzione della storia delle famiglie e delle collezioni un tempo ospitate a palazzo Vendramin Grimani sono al centro anche della prima guida illustrata, edita in italiano, francese e inglese realizzata sul palazzo, curata da Massimo Favilla e Ruggero Rugolo e corredata dalle fotografie dell’artista veneziano Ugo Carmeni. Al compimento delle accurate ricerche d’archivio farà seguito una seconda e più vasta pubblicazione.
Il doge Pietro Grimani e l’Albero d’Oro.Il nome scelto per la Fondazione è omaggio diretto al ramo dei Grimani dell’Albero d’Oro che animò per secoli il palazzo: la denominazione di cui la famiglia si fregiava per alcuni è legata alla purezza della stirpe, per altri alle decorazioni dorate che ne impreziosivano originariamente la facciata. La famiglia diede alla Repubblica un doge, Pietro (dal 1741 al 1752), già ambasciatore in Inghilterra dove conobbe Isaac Newton e divenne socio onorario della Royal Society. Dal primo decennio del Settecento Pietro Grimani, uomo di grandissima cultura, fece del palazzo un vero e proprio cenacolo illuminista, vivacizzato dalla presenza di esponenti di vari rami della cultura, dall’architettura alla poesia, dalle scienze alla filosofia. Oltre che raffinati collezionisti, i Grimani dell’Albero d’Oro furono importanti committenti di opere architettoniche, scultoree e pittoriche sia a Venezia che nei domini di terraferma e d’oltremare. I rivolgimenti seguiti alla caduta della Repubblica (1797) e alle varie divisioni ereditarie provocarono la dispersione delle raccolte d’arte della famiglia. La Fondazione dell’Albero d’Oro si propone, attraverso un futuro progetto espositivo, frutto di un’accurata ricerca, di ricomporre buona parte delle collezioni disperse. A palazzo Vendramin Grimani il tema del collezionismo sarà sviluppato attraverso una programmazione culturale di ampio respiro e di carattere internazionale e il secondo piano nobile con i suoi ricchissimi ed eleganti arredi fornisce un eccellente esempio di stratificazione di epoche, gusti e provenienze. Questo spazio esclusivo sarà riservato a occasioni eccezionali e al mondo corporate per l’organizzazione di eventi privati, in modo da creare un circolo virtuoso che possa sostenere la produzione culturale e le attività di ricerca della Fondazione.
Palazzo Vendramin Grimani rinasce da maggio 2021 come nuovo luogo di trasmissione, scambio artistico e culturale aperto a tutti coloro che amano Venezia, la vivono, la frequentano – siano essi residenti, studenti o viaggiatori internazionali – e le riconoscono ancora oggi il ruolo di punto di partenza e destinazione di quel viaggio – reale o immaginario – che collega Oriente e Occidente. Borse di studio, premi e progetti multidisciplinari rappresentano una parte determinante della programmazione culturale della Fondazione, che intende promuovere ricerche e scambi internazionali in collaborazione con istituzioni pubbliche e private. Residenze, workshop, incontri, concerti e mostrecompleteranno la ricca offerta culturale della Fondazione, animando i diversi spazi dell’edificio, e il terzo piano sarà destinato a foresteria e aree di lavoro.
Il board della Fondazione dell’Albero d’Oro.La Fondazione dell’Albero d’Oro è presieduta da Gilles Étrillard, fondatore di uno dei principali gruppi finanziari indipendenti europei. Il Consiglio di Amministrazione è composto da Béatrice de Reyniès, esperta nello sviluppo e nell’animazione di siti culturali e turistici in tutto il mondo; Daniela Ferretti, architetto, già direttrice del Museo Fortuny di Venezia dal 2007 al 2019, specializzata nel campo della cura e dell’allestimento di mostre, sia in Italia che all’estero; Jean-François Dubos, Presidente della JFD Associates, Presidente della Maison Européenne de la photographie (MEP) di Parigi e segretario generale del Festival d’Aix-en-Provence; StéphaneBouvier, avvocato impegnato da oltre vent’anni nel settore no profit.
Carlo Franza