La mostra rientra nell’ambito delle iniziative che celebrano i centocinquanta anni dalla proclamazione di Roma Capitale organizzate dalla Sovrintendenza Capitolina, e sarà visitabile fino al 26 settembre 2021. L’esposizione, a cura di Federica Pirani, Gloria Raimondi e Flavia Pesci, con la consulenza scientifica del Prof. Vittorio Vidotto (illustre collega dell’Università La Sapienza di Roma) organizzate dalla Sovrintendenza Capitolina, e sarà visitabile fino al 26 settembre 2021.  L’esposizione, a cura di Federica Pirani, Gloria Raimondi e Flavia Pesci, con la consulenza scientifica del Prof. Vittorio Vidotto (illustre collega dell’Università La Sapienza di Roma) e la collaborazione tecnico-scientifica del Dipartimento di Architettura  e del Dipartimento di Scienze della Formazione  dell’Università  degli Studi di Roma Tre, dell’Archivio della Fondazione Primoli, del Comitato Roma 150, dell’Istituto Luce- Cinecittà, della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia,  del Museo Ebraico di Roma, del Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso, della Fondazione Cineteca di Bologna,   e dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, intende presentare, insieme ai grandi eventi che hanno segnato la storia della nuova capitale dal 1870 fino agli anni del primo conflitto mondiale, anche le profonde trasformazioni fisiche del corpo della città, nelle sue strade, piazze, ville e delle sue componenti sociali. Nel percorso espositivo svolto in un arco temporale che va dalla Breccia di Porta Pia alla Prima Guerra Mondiale, si sviluppano tre principali nuclei tematici raccontati attraverso episodi emblematici che illustrano, insieme agli eventi storici, le trasformazioni urbanistiche e le nuove architetture della nuova Capitale, in dialogo con i mutamenti socio culturali.

Nel racconto, le circa 600 opere tra dipinti, sculture, disegni, grafica, fotografie e materiale documentario provenienti da raccolte pubbliche e private sono poste in continuo dialogo con le suggestive immagini tratte da filmati originali che descrivono Roma nel passaggio tra Otto e Novecento e, a chiusura del percorso, nel momento dei festeggiamenti per la fine del primo conflitto mondiale. Una presenza costante e significativa lungo il percorso è rappresentata dalle immagini fotografiche di straordinaria qualità realizzate dal conte Giuseppe Primoli tra 1888 e 1903, che al valore documentario uniscono quasi un carattere di reportage ante-litteram. Apparati didattici, installazioni immersive, supporti multimediali e video, a volte accompagnati da citazioni di scrittori italiani e stranieri, illustrano i tanti aspetti legati a politica, arte, commercio, industrie nascenti, turismo, sport, vita sociale e mondana che costituirono l’impalcatura su cui costruire l’immagine di una città rivolta alla modernità.

Al grande dipinto di Michele Cammarano con la Breccia di Porta Pia, che per la sua valenza simbolica apre il percorso espositivo, fanno da contrappunto alcuni fotogrammi del film “La presa di Roma” (1905) di Filoteo Alberini, documento storico presentato per la prima volta in quell’anno sulle mura di Porta Pia e in seguito riproposto in tutte le ricorrenze dell’evento. L’importanza dell’avvenimento e la fortuna della sua iconografia saranno rappresentati da dipinti (Bartolena, Ademollo, Tranzi) e da fotografie originali che ricostruiscono l’evento. Ai ritratti in pittura e scultura dei protagonisti (Cavour, Garibaldi, Mazzini, Vittorio Emanuele) si alternano numerosi dipinti e documenti celebrativi del Plebiscito, di carattere ufficiale e popolare (Luigi Riva, Plebiscito a Roma, Vincenzo Giovannini, Il tricolore agli Orti Farnesiani), che evidenziano la risonanza dell’evento a Roma e nel Regno.

Attraverso le rappresentazioni planimetriche del territorio urbano e della salubrità dell’aria, viene raccontato anche il drammatico rapporto della neo-capitale con il flagello della povertà e della malaria. Il grande dipinto di Federico Zandomeneghi, I poveri sui gradini della chiesa di San Gregorio al Celio, testimonia lo stato di indigenza e sofferenza di gran parte della popolazione.  Uno spazio di rilievo è dedicato ad illustrare la stretta relazione esistente fra Roma e il Tevere. Il fiume, via di comunicazione e luogo di scambi commerciali e di svago, è vissuto dagli abitanti anche come costante pericolo legato alle frequentissime e distruttive piene. Le opere esposte (plastico del Porto di Ripetta, dipinti, fotografie e planimetrie) testimoniano l’ambivalenza e la convivenza tra i due aspetti.

Il visitatore poi ripercorre le trasformazioni urbanistiche della Capitale attraverso l’esposizione di modelli, progetti architettonici e bozzetti decorativi degli edifici più significativi costruiti in quegli anni con una ricca documentazione d’archivio sulla storia delle demolizioni (apertura delle grandi arterie di Via Nazionale e Corso Vittorio Emanuele) e della realizzazione dei monumenti più rappresentativi ed emblematici dell’epopea risorgimentale (Palazzo del Parlamento, Palazzo di Giustizia, Vittoriano). Accompagnati da frasi di scrittori e intellettuali che hanno riflettuto sugli eventi relativi alla distruzione/costruzione della città (Gabriele D’Annunzio, Ermanno Grimm, Émile Zola), questi grandi cambiamenti mostrano anche la febbrile attività dei cantieri edili, che apriranno lo sguardo anche su nuove tematiche sociali e politiche, dalla presenza operaia e proletaria alla nascita del socialismo.

Oggetto di focus specifici sono la nascita di nuovi quartieri e la trasformazione del Ghetto, con la realizzazione della nuova Sinagoga rappresentata dal modello ligneo del Tempio Maggiore e i bozzetti preparatori per la sua decorazione, provenienti dal Museo Ebraico di Roma che, nel prossimo autunno, inaugurerà a sua volta una mostra dedicata alle celebrazioni di Roma capitale dal titolo 1848-1871. Gli ebrei di Roma tra segregazione ed emancipazione. Il grande salone del Museo è inoltre dedicato a un’ideale passeggiata attraverso Roma, nella quale vengono proposti numerosi manifesti provenienti dall’importante Collezione Salce di Treviso e una mostra nella mostra, costituita da circa 70 immagini pressoché inedite, dedicata all’attività fotografica del conte Giuseppe Primoli e realizzata in collaborazione con la Fondazione Primoli. Con l’elezione di Ernesto Nathan a Sindaco di Roma si assiste a una modernizzazione senza precedenti della Capitale (diffusione dell’istruzione, sanità pubblica, pianificazione urbana, infrastrutture, trasporti, illuminazione). In questi anni si sviluppano, inoltre, importanti progetti legati alla scuola (scuole in città, scuole dell’Agro Romano e apertura delle “Case del Bambino” di Maria Montessori) e alla promozione dell’immagine internazionale di Roma con la grande esposizione del cinquantenario dell’Unità d’Italia del 1911.

La mostra si conclude con la sala dedicata allo scoppio della guerra che, con i suoi enormi stravolgimenti politici e sociali, segnerà uno spartiacque cruciale nella storia del Novecento. Alla proiezione di alcuni frammenti tratti dal film “Gloria” con immagini del conflitto e di alcune fotografie di manifestazioni interventiste – accompagnate da una lettura attoriale delle parole di Gabriele D’Annunzio a favore dell’entrata in guerra –, è riservata una sala con un effetto “immersivo”. Concludono l’esposizione alcuni dipinti interventisti di Giacomo Balla, mentre L’ultima veglia di Edoardo Gioja rappresenta simbolicamente con efficace sintesi la fine del conflitto.

Carlo Franza

 

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