“Io sono Giorgia”. Giorgia Meloni si racconta in un libro best-seller denso di storie, di vita e soprattutto di futuro.
Nonostante le azioni odiose messe in atto da emeriti sprovveduti in occasione dell ’uscita in libreria del libro di Giorgia Meloni dal titolo “Io sono Giorgia” e pubblicato dalla Casa editrice Rizzoli, queste azioni sono cadute nel vuoto tant’è che il libro a neanche 24ore dall’uscita era il più venduto. In testa alle classifiche, è stato secondo nella top ten generale. A sovrastare la leader di Fratelli d’Italia c’è solo un’altra new entry, la regina del romanzo sentimentale Lucinda Riley, che con il suo La sorella perduta mette a segno l’ultimo successo di una lunga serie.
Una bellissima e fortunata autobiografia, 330 pagine scritte interamente dalla Meloni, la donna e la leader politica alla guida del Partito Fratelli d’Italia. Dice: “È stato un lungo viaggio, scavando nei meandri dei ricordi. Durato mesi.” E ancora: “Ho visto troppa gente parlare di me e delle mie idee per non rendermi conto di quanto io e la mia vita siamo in realtà distanti dal racconto che se ne fa. E ho deciso di aprirmi, di raccontare in prima persona chi sono, in cosa credo, e come sono arrivata fin qui.” In questo libro, Giorgia Meloni parla per la prima volta di sé ad ampio raggio e lo fa con una scrittura limpida, come è limpido il suo parlare, come sono limpide le sue idee, come è limpido il suo vivere italiano. Nel libro ci parla delle sue radici, della sua infanzia e del suo rapporto con la mamma Anna, della sorella Arianna, dei nonni Maria e Gianni e del dolore per l’assenza del padre: “Prima di tutto una premessa – risponde Giorgia Meloni – carriera è un termine che non mi appartiene, perché ho sempre interpretato la politica come una missione, non come il mezzo per arrivare a ricoprire questo o quell’incarico. Certo, l’assenza di mio padre è un vuoto con il quale mi sono dovuta sempre confrontare e con cui dovrò continuare a fare i conti, ma non ho rimpianti e credo sia sbagliato farlo. Per dirla con Eidith Piaf: ‘Non, je ne regrette rien’. Se oggi sono la persona che sono – aggiunge – lo devo un po’ anche a mio padre. Tutto serve nella vita, anche il dolore. Ognuno di noi e’ il prodotto della propria vita e di come ha saputo affrontarla”. E poi nel libro affiora forte la passione viscerale -tremendamente forte- per la politica, che dalla “sua” Garbatella a Roma ( ah! come mi è caro quel quartiere in cui è vissuta e abitava anche la mia cara cugina Maria Franza dirigente dei Monopoli di Stato e la sua cara collega di lavoro e amica a nome Costanza, e quante serate in trattoria), ebbene da quel quartiere romano popolare si è mossa politicamente e quei luoghi l’hanno portata prima al Governo della Nazione come Ministro e poi al vertice di Fratelli d’Italia e dei Conservatori europei; e ancora nel libro ci parla della gioia di essere madre della piccola Ginevra e della storia d’amore con Andrea; dei suoi sogni e del futuro che immagina per l’Italia e per l’Europa. Ma la Meloni ci racconta anche, con schiettezza, semplicità, umanità e chiarezza, dati che la caratterizzano ampiamente, temi complessi come la maternità, l’identità e la fede. Un racconto forte, mirabile, amorevole, identitario, appassionato e appassionante, scandito nei titoli dei capitoli che si susseguono e narrano la storia e le storie di quel libro, assoluto, spettacolare, propositivodiventato un manifesto identitario. Qui in questo libro c’è il passato, presente e futuro del leader politico sul quale sono puntati gli occhi di molti, in Italia e non solo. Io che conosco bene la Roma degli anni Sessanta, e soprattutto degli anni Settanta e Ottanta vissuti come docente all’Università La Sapienza, so molto della stagione della sua formazione culturale, in un contesto, quello studentesco e universitario, egemonizzato dalla sinistra e dai suoi riferimenti culturali; nelle pagine del libro, la leader di FdI ne cita non pochi (Guccini, De Andrè, Moretti, per fare degli esempi), e non è vero che non si concentra su un ipotetico pantheon culturale della destra, i riferimenti culturali della destra sfuggono solo a chi non vuole vederli. Bella e commovente, sulle delicate vicende personali, l’intervista a Giorgia Meloni di Aldo Cazzullo, sul Corriere della Sera. La deputata romana è, dopo la morte di Almirante e i flop di Fini e Alemanno, la leader più convincente e spendibile anche in Europa, dove ha già superato Marine Le Pen della destra post-fascista.
Ecco talune parti del libro: “ Era il 19 ottobre del 2019, e davanti a me piazza San Giovanni c’erano migliaia di italiani venuti a Roma per manifestare con noi, il centro destra, il loro orgoglio italiano contro la nascita del secondo governo Conte, l’ennesimo passato sulla testa dei cittadini”.
“… Parlai per circa 20 minuti, con il cuore, a braccio, seguendo istinto e passione. …Parlavo del valore dell’identità e del grande scontro aperto in quest’epoca…”
“…. Spiegai che tutto ciò che oggi è considerato un nemico dal pensiero unico, e non è un caso se sono sotto attacco la famiglia, la patria, l’identità religiosa e di genere”
“…Conclusi quel concetto con queste parole: ‘Io sono Giorgia. Sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana. Non me lo toglierete’…”.
“… due giovani Dj milanesi, avevano remixato le mie parole… con l’intento di rovesciarne il contenuto e fare satira, in modo da ridicolizzarne il messaggio. Ma le cose non andarono così.”
“… Quella che doveva essere un’arma contro le mie idee era diventata, per paradosso, un potentissimo amplificatore per propagarle… ”.
“… E’ stato quel pezzo la ragione per la quale mi sono convinta a scrivere questo libro…”
Un libro di portata storica, da leggere, dove la leader di Fratelli d’Italia racconta i suoi sogni, della politica, del futuro che immagina per la nostra Nazione, dell’Europa. Una bibbia per i giovani di destra, non solo per la storia privata di questa leader narrata all’interno di questo libro, che è già diventato un ‘best seller’, ma per i grandi tempi dell’Europa, dell’identità italiana, della famiglia, della Patria, della Religione Cattolica, e tanto altro .
Giorgia Meloni è una donna esemplare ed è la leader del partito che secondo i sondaggi di oggi si dà battaglia con il Partito Democratico per il secondo posto tra i più votati d’Italia; ma badate bene che su di lei non si levano mai gli scudi del femminismo pronti a difendere tutte le altre donne, per lei non valgono le battaglie contro il populismo e l’antipolitica; così è capitato che, in una libreria Feltrinelli, il libro di Giorgia Meloni “Io sono Giorgia” è stato trovato vergognosamente con tutte le copie girate al contrario, da far apparire il volto della Meloni in copertina a testa in giù, con chiaro riferimento a piazzale Loreto. Una vergogna senza fine, un’offesa alla persona e alla cultura. E addirittura è potuto capitare, come del resto è avvenuto, che un collega e professore universitario di tutto rispetto abbia fatto una foto e l’ abbia pubblicato su Facebook con un simpatico post in cui ha scritto: “Nelle librerie Feltrinelli può capitare”, il collega era il professore Simon Levis Sullivan, professore associato di storia contemporanea presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Altro che professore di storia! Perché la storia presenta anche pareri diversi e non offende mai.
Ma al di là di tutto ciò, gli italiani hanno fatto e fanno scivolare nella pattumiera questi atti vigliacchi, e il libro della Giorgia Meloni è un libro che fa “storia” – lo dico da Storico-; lei dice : “Noi abbiamo salvato la destra per salvare l’Italia. Abbiamo salvato la destra perché oggi, qui, più che in ogni altro tempo e in ogni altro luogo, la destra è necessaria”. E per chi non ha letto ancora il libro, ne raccomando la lettura, lo troverete denso di storie, di vita e, soprattutto, di futuro.
Carlo Franza