Aperta al pubblico,  Pirelli Hangar Bicocca presenta la mostra “Breath Ghosts Blind” di Maurizio Cattelan, che sarà visitabile fino al 20 febbraio 2022. Maurizio Cattelan è tra gli artisti contemporanei più noti al mondo, già celebrato come artista internazionale dalla grande mostra antologica al Guggenheim di New York alla fine del 2011. Con le sue opere, spesso provocatorie, ha saputo richiamare l’attenzione sugli aspetti più drammatici e controversi della nostra realtà. 

Il progetto espositivo di “Breath Ghosts Blind”, che segna il ritorno dell’artista nella città di Milano dopo oltre dieci anni, si sviluppa come una drammaturgia in tre atti, scandita dalle tre opere – Breath, Ghosts e Blind – che danno il titolo alla mostra, rappresentando simbolicamente il ciclo della vita dalla creazione alla morte. Rappresentazioni potenti che suscitano profonde riflessioni sugli aspetti più disorientanti della contemporaneità e su questioni esistenziali, dal senso della vita all’ineluttabilità della morte. Le tre opere esposte, dalla nuova scultura Breath (2021), alla riconfigurazione dello storico intervento con i piccioni per la Biennale di Venezia del 1997, ora presentato con il titolo Ghosts (2021), fino alla monumentale installazione prodotta per l’occasione Blind (2021), si inseriscono all’interno di un ambiente solenne e imponente, creando un’esperienza immersiva attraverso gli aspetti più emozionali e significativi dell’esistenza umana, sollecitando sentimenti opposti come il dolore e l’amore.

«Il lavoro di Maurizio Cattelan trasforma una storia o un sentimento in un’esperienza visiva e spaziale. Per la mostra in Pirelli HangarBicocca l’artista ha tramutato l’intera architettura del museo in una dimensione psicologica: in sintonia con la sequenza e la natura dei tre ambienti espositivi – la Piazza, le Navate, il Cubo – le opere si presentano come i capitoli di un film o gli atti di una pièce teatrale, divenendo un unicum» dichiara Vicente Todolí, Direttore Artistico di Pirelli HangarBicocca e co-curatore della mostra.

«“Breath Ghosts Blind” affronta questioni esistenziali che toccano ciascuno di noi, il ciclo della vita dalla nascita alla morte. Queste sono le ossessioni di Maurizio Cattelan, le sue opere sono antenne sincronizzate con il mondo, capaci di catalizzare la nostra eseprienza della storia, anche quando si tratta di eventi drammatici» spiega la Curatrice di Pirelli HangarBicocca e co-curatrice della mostra Roberta Tenconi.

«L’arte affronta gli stessi temi dall’inizio della storia dell’uomo: creazione, vita, morte. I temi si intrecciano con l’ambizione di ogni artista di divenire immortale attraverso il proprio lavoro. Ogni artista deve confrontarsi con entrambi i lati della medaglia: un senso di onnipotenza e di fallimento. È un saliscendi di altitudini inebrianti e discese impervie. Per quanto possa essere doloroso, la seconda parte è anche la più importante. Come tutte quelle che l’hanno preceduta, questa mostra è un concentrato di tutti questi elementi» afferma Maurizio Cattelan.

Il percorso espositivo ha inizio nella Piazza, con l’opera Breath. Realizzata in marmo bianco di Carrara, la scultura rappresenta la figura di un uomo in posizione fetale e un cane, entrambi distesi a terra l’uno di fronte all’altro. La composizione mostra una scena intima, in cui la scala reale dei protagonisti, pur dialogando con i monumentali spazi della Piazza, conserva un senso di raccoglimento e fragilità. L’utilizzo del marmo, materiale per eccellenza della scultura antica, conferisce alla scena un’aura di sacralità e la colloca in uno spazio senza tempo. La figura umana – che può richiamare i soggetti di emarginati già ritratti da Maurizio Cattelan in lavori precedenti come Andreas e Mattia (1996) o Untitled (Gérard) (1999) –, per la prima volta è qui accostata a quella di un animale. Anche questo soggetto è un elemento ricorrente in Cattelan ed è spesso riconducibile all’idea di morte e ineluttabilità, come nel caso dell’asino, del cane, del gatto e del gallo tassidermizzati di Love Saves Life (1995) o del pulcino con due labrador di Untitled (2007). In Breath le due figure si trovano a condividere una funzione vitale, quel “respiro” richiamato dal titolo stesso dell’opera che segna anche il momento generativo di ogni ciclo esistenziale.

La vastità delle Navate accoglie l’opera Ghosts, nuova versione di un intervento storico dell’artista. Presentata in occasione della 47.ma e della 54.ma Biennale di Venezia, rispettivamente con il titolo Tourists (1997) e Others (2011), il lavoro include innumerevoli piccioni in tassidermia, che a dozzine si mimetizzano nell’architettura dell’ex edificio industriale. La loro presenza, che popola travi e anfratti del carroponte, si svela al visitatore solamente nel momento dell’incedere nello spazio, generando un senso di straniamento e inquietudine.

Il terzo e ultimo atto della mostra prende vita nel Cubo e si rivela gradualmente al visitatore, che vi giunge attraverso le Navate. Realizzata in resina nera e composta da un monolite e dalla sagoma di un aereo che lo interseca, l’opera Blind si configura come un memoriale dall’iconografia destabilizzante. Il lavoro si inserisce all’interno di una riflessione pluriennale dell’artista sulla storia – avviata con opere come Untitled (1994) e Now (2004), riferite rispettivamente al rapimento e all’esecuzione del politico Aldo Moro e all’assassinio di John F. Kennedy a Dallas –, e sull’esplorazione del tema della morte, altra costante nella sua pratica artistica, come testimoniano opere come All (2007), una scultura in marmo che rappresenta nove cadaveri anonimi velati da un lenzuolo. Con Blind Cattelan si appropria di un’immagine divenuta parte integrante del repertorio iconografico collettivo, l’attentato dell’11 settembre 2001 al World Trade Center di New York, e la trasforma in un simbolo della perdita e del dolore condivisi. Inscrivendosi nella tradizione di altri monumenti dedicati a eventi storici tragici, quali il Denkmal für die ermordeten Juden Europas (2005) di Peter Eisenman a Berlino, Blind coniuga figurazione e astrazione creando un differente concetto di memoriale. Partendo da un evento drammatico, Maurizio Cattelan riflette sulla violenza della storia più recente e vicina a lui, trasformando un momento tragico in terreno di incontro.

Carlo Franza

 

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