Giuseppe Penone e le idee di pietra alle Terme di Caracalla a Roma
Giuseppe Penone fa il suo ingresso alle Terme di Caracalla a Roma con un progetto che si inserisce nel monumento e nel suo paesaggio che preserva le imponenti rovine. “Idee di pietra. Giuseppe Penone a Caracalla” – dal 7 giugno al 30 ottobre 2022 – è un intervento promosso dalla Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, prodotto da Electa e curato da Francesco Stocchi. L’artista ha scelto di inserire le quattro le opere nel percorso di visita delle Terme di Caracalla, collocandole nell’antica natatio, dove abbracceranno il visitatore mentre la attraversa. ldentity (2019 – alluminio, bronzo), Triplice (2011 – bronzo, pietre di fiume), Idee di pietra, Olmo (2008 – bronzo, pietre di fiume) e Idee di pietra, Ciliegio (2011 – bronzo, pietre di fiume) sono alberi senza tempo ma che il tempo racchiudono e raccontano attraverso il lavoro dell’artista.
«L’arte contemporanea è di casa alle Terme di Caracalla – dichiara il Soprintendente Speciale di Roma Daniela Porro – come lo era ai tempi degli imperatori Severi, che le adornarono con meravigliose statue e decorazioni di grande valore simbolico, oggi sparse in tutto il mondo in musei, edifici e spazi pubblici. E proprio un artista celebrato nel mondo come Penone con “Idee di Pietra” porta alle Terme un momento di riflessione sull’emblematico rapporto dell’uomo con la natura, lo spazio e il tempo».
«Non è permesso all’albero dimenticare – ha spiegato in un suo scritto Penone –: sono i contorcimenti, il suo equilibrio, la ripartizione armoniosa delle sue masse, la sua perfezione statica, la freschezza del suo modellato, la purezza della sua struttura unita al carattere compatto della sua superficie di bronzo, che ne fanno una scultura vivente».
L’albero in natura con il passare del tempo diviene scultura in sé, cerchio dopo cerchio inciso nel tronco che conta il trascorrere degli anni, e dei secoli. Così come l’acqua leviga i sassi nei millenni, scolpendoli. Penone plasma la materia in un gesto che avvicina l’uomo alla natura.
Un cammino creativo che caratterizza tutto il procedere di Giuseppe Penone a cui si accompagnano, quando non ne è preceduto, parole e pensieri per la prima volta pubblicati in questa occasione in Italia. In concomitanza con il progetto alle Terme di Caracalla, infatti, Electa presenta gli scritti di Giuseppe Penone nel volume “Respirare l’ombra”.
I rami delle sculture di Penone si dispiegheranno, e brilleranno di luce naturale riflessa sul metallo, in un contesto intriso di quotidianità: le Terme Antoniniane che erano il luogo del piacere dei Romani. Quella vita antica, eppure così moderna, che si prendeva cura dell’igiene del corpo e della mente. È in questo spazio socio-politico così evoluto nello spirito, peculiarità delle terme romane, che si integra il contributo dell’artista piemontese nel progetto avviato da tempo dalla Soprintendenza Speciale di Roma, che accoglie con regolarità l’arte contemporanea sempre attento alla valorizzazione della storia del monumento. “Arte del tempo, nella misura in cui è un’arte dello spazio”, è stato scritto sul lavoro di Penone, che trova in questo luogo, le Terme di Caracalla, una simbiosi con il suo pensiero artistico.
Giuseppe Penone (Garessio, 1947) vive e lavora a Torino. Dopo la formazione artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Torino, nel 1968 esordisce nell’ambito dell’arte povera, con una ricerca incentrata sulla natura e i suoi processi di trasformazione. Ha presentato azioni, documentate fotograficamente, tese a visualizzare e modificare i processi di crescita naturali (Alpi marittime, 1968; ciclo degli Alberi, dal 1969; serie dei Gesti vegetali, dal 1984). Anche il corpo umano e le sue relazioni con l’ambiente esterno sono oggetto della ricerca dell’artista, che lavora con fotografie, proiezioni, impronte e calchi di parti anatomiche in vari materiali (Svolgere la propria pelle, dal 1970; Pressione, dal 1974; Palpebre, dal 1978). In opere successive Penone ha svolto il tema del contatto tra corpo e materia (serie dei Soffi, dal 1978), presentando, modificate, ingigantite o elaborate graficamente, parti o impronte del corpo umano (serie delle Propagazioni, Terre d’ombra, Anatomie, dalla metà degli anni Novanta). L’albero, che Penone considera “l’idea prima e più semplice di vitalità, di cultura, di scultura”, è un elemento centrale nel suo lavoro.
La sua opera, accompagnata anche da testi poetici di sua creazione, è stata esposta in numerose mostre nazionali e internazionali. Nel 2007 rappresenta l’Italia alla 52° Biennale di Venezia; nel 2013 espone nei giardini della Reggia di Versailles; gli sono state dedicate mostre personali al Centre Pompidou (Parigi, 2004), al Rijksmuseum di Amsterdam (2016), alla BNF di Parigi (2021). È in corso a New York alla Frick Collection “Propagazioni: Giuseppe Penone at Sèvres”. Per l’autunno è prevista una mostra monografica presso il Philadelphia Museum of Art, oltre a un progetto per il Couvent Sainte-Marie de la Tourette.
Carlo Franza