Il 21 settembre 1920 le vetture tranviarie di Torino vennero tappezzate di volantini sui quali era  scritto “Bandiera rossa trionferà/ se il soldato la seguirà”. E’ uno dei tanti fenomeni che costellano i primi anni di vita di un brano destinato a entrare nella tradizione culturale del Paese Italia. “Bandiera rossa” è forse la più famosa e cantata canzone del movimento operaio italiano. L’anno di nascita pare che sia il 1908, data da ritenersi indicativa. Il testo originale, quello della tradizione socialista, è stato scritto da Carlo Tuzzi, anche se la versione originale ha subito numerosi rimaneggiamenti. Dalla bandiera rossa che per decenni è sventolata sul “Bottegone” in Via delle Botteghe Oscure a Roma, ad oggi,  il passo è breve. Perché nel futuro di questo Palazzo Storico situato nel centro di Roma, in cui sono transitati i leader del Partito Comunista prima (da Togliatti a Berlinguer), del PDS poi per continuare con i DS(Democratici di Sinistra) sino alla vendita odierna dell’immobile, il percorso  va in differente direzione, non più storia, né museo  – come avrebbe potuto essere- ma turismo e capitalismo estremo.  Un palazzo è un simbolo, e quello che viene meno non è il palazzo ma l’idea che ci stava dietro. Idea che si può condividere o meno, – per noi che siamo liberali- dibattere o combattere, se prevaricatoria, ma pur sempre un ideale.  A ben riflettere, l’Italia è l’unico paese occidentale senza un’opposizione reale.  Utopia e non realtà era quella della DC del dopoguerra che avrebbe voluto una vera opposizione, era il sogno di Licio Gelli e della P2, era il sogno della Nato  – ecco da dove partono le propaggini della guerra in Ucraina-  e degli Usa che soffiavano e alimentavano la strategia della tensione, degli anni Settanta del Novecento. Poi la storia volge verso la caduta del    Muro di Berlino, che poteva divenire smarcatura  da chi aveva calpestato un’idea, invece il segretario Achille Occhetto   distrusse completamente  ciò che era stato per decenni il riferimento per una classe sociale.  Infine Tangentopoli, con la resa del Partito  Socialista,  ha distrutto prima gli uomini e poi  l’idea.

Ora la storica sede del P.C.I.  in Via delle Botteghe Oscure a Roma, diventerà un lussuosissimo hotel a 5 stelle. Chi l’avrebbe mai detto?

Un po’ come il P.C.I.  che negli anni è stato tramutato nel PD divenendo a tutti gli effetti il partito di banche e finanza, lontano mille miglia dai lavoratori, e quella storica sede del “Bottegone”  si trasformerà in hotel per  ricchi e miliardari. Poco prima era stata anche la sede della società  Ernst & Young e di recente dell’Associazione Bancaria Italiana.  A darne l’annuncio del nuovo corso dell’edificio  acquistato  nel 1946 per 30 milioni  dal partito  allora guidato  da Palmiro Togliatti, è stato Giampaolo Angelucci Presidente di Tosinvest, al termine  della presentazione della Businnes School  dell’Università San Raffaele di Roma.

L’intera operazione già avviata  -sappiamo dalla Finanziaria-  è finalizzata  alla realizzazione di un Hotel di lusso  a 5 Stelle. Il piano degli interventi  che saranno compiuti nell’edificio , che si sviluppa su una superficie  di 8mila metri quadrati, c’è il restauro  e un rinnovamento “pur mantenendo i canoni architettonici della facciata  e molti dei suoi elementi  storici verranno salvaguardati e valorizzati.

E’ bene sapere che tra le parti che saranno valorizzate, ci sarà “l’androne   disegnato da Giò Pomodoro con la stella a cinque punte incassata nel pavimento, il busto di Antonio Gramsci incastonato nel marmo della parete e la Bandiera della Comune di Parigi esposta in una teca”.  Nel raggiungimento dell’accordo la società locataria – una joint venture partecipata da AG Group e Gruppo Rossfin- è stata supportata dall’advisor Colliers.  “La locataria eseguirà tutti i lavori di riqualificazione -chiariscono dalla finanziaria-. Il progetto prevede la realizzazione di un hotel, composto da 70 camere e dotato di terrazza con ristorante, che sarà gestito dal conduttore sotto il marchio di una delle più note multinazionali attive nel settore hotel e resort di lusso”.

Carlo Franza

 

 

 

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