Oristano, giugno 2022. Un museo d’arte contemporanea a cielo aperto dedicato ai bambini nato da un’idea dell’artista Salvatore Garau, voluto per sensibilizzare l’opinione pubblica verso l’ingiustificato abbattimento di 50 enormi pini che l’amministrazione comunale di Oristano ha deciso di effettuare sulla marina di Torregrande.

ALBERI SCULTURA. L’idea di Salvatore Garau di fondare il MACCAB sul lungomare di Torregrande, che ha da subito trovato il consenso da parte dell’opinione pubblica e della popolazione, stabilisce che i pini presenti sul lungomare da oltre sessant’anni e che dovrebbero essere abbattuti, non sono più solo opere d’arte della natura ma vere e proprie Sculture Viventi di Arte Contemporanea, grazie anche a una targa firmata dall’artista che riporta un titolo appropriato per ogni albero. La nascita del MACCAB con un direttore, un curatore e una commissione scientifica, è stata decisa non da un’istituzione ma da un’artista. Martedì 28 giugno 2022 alle 11,00 sul lungomare di Torregrande Salvatore Garau ha certificato un primo gruppo di 37 alberi (36 più uno invisibile) ai quali seguiranno gli altri 13, mentre nei prossimi mesi, se il comune sposerà l’iniziativa, negli spazi liberi tra un albero e l’altro verranno installate le opere di 40 artisti invitati da tutto il mondo: opere che saranno dedicate agli alberi e all’infanzia, perché entrambi possiedono e vivono la vera purezza della vita.

Ciò che sta accadendo ad Oristano è emblematico di come l’uomo sembra perdere coscienza di ciò che è un vero patrimonio da tramandare, non da cancellare. Fino ad oggi non esiste da parte del Comune di Oristano nessuna relazione che certifichi il reale stato di salute dei cinquanta pini destinati ad essere abbattuti!

Il valore aggiunto di “Opere d’Arte” attribuito agli alberi da parte di Salvatore Garau è un incentivo a cogliere, nel loro valore totale, la bellezza della natura, e stimola i bambini a

sviluppare una sensibilità che i grandi sembrano drammaticamente aver perso, aiutandoli a comprendere il valore immenso che ogni singolo albero rappresenta nel ristabilire la naturale armonia tra uomo e natura.

“Accorro in aiuto degli alberi in un momento pericoloso per la loro estinzione e per difendere un patrimonio paesaggistico, culturale e di memoria dal valore immenso” – sottolinea Salvatore Garau – Può un albero diventare un’opera d’Arte Contemporanea? Si, se a deciderlo è un artista. Se poi quest’azione sarà compresa, condivisa o per niente accettata, poco importa: l’artista deve ‘fare’, perché solo così può aiutare l’uomo a capire l’inscindibile legame fra arte e vita in ogni suo forma; deve aiutare a pensare e a far ‘sentire’ l’insolito, a riflettere su ciò che fino a quel momento sarebbe stato inconcepibile. Ciò che vediamo senza riflettere è uno sguardo perduto”.

Nel giugno del 1982 l’artista tedesco Joseph Beuys, in occasione dei Documenta 7 a Kassel, dava vita alla sua opera più grandiosa e iconica con la messa a dimora della prima di 7000 querce. Quarant’anni dopo Salvatore Garau ha voluto fare un’azione altrettanto significativa salvando la vita a cinquanta enormi pini di appena sessant’anni (la vita media di un pino è di 150/250 anni): infatti, definendoli “Opere d’Arte” ha reso la pratica artistica un gesto collettivo di riconciliazione dell’uomo con la natura mostrando come l’arte possa evitare che l’uomo metta a repentaglio la stessa esistenza dell’umanità e della terra.

“Non ci sarà alcun intervento invasivo sugli alberi” – chiosa Salvatore Garau – “Sarebbe come intervenire sulla Pietà di Michelangelo. L’albero è già perfetto, solo un titolo è più che sufficiente a rivelare l’opera che già esiste. Un’azione poetica, la mia, per ricordare, ora più che mai, che l’uomo deve vivere in simbiosi con la natura e  con se stesso”.

 Carlo Franza

 

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