Il nuovo appuntamento di Accademia Carrara dedicato ai grandi protagonisti della pittura europea, dal 17 giugno fino al 28 agosto, presenta Diego Rodriguez de Silva y Velázquez (Siviglia 1599 – Madrid 1660).

Grazie allo straordinario prestito dal Museo del Prado di Madrid arriva a Bergamo uno dei capolavori dell’artista spagnolo, un’opera tanto affascinante quanto monumentale a cui viene dedicato uno spazio appositamente progettato e, insieme, un accostamento virtuoso con un’opera della collezione oltre a un approfondimento sulla moda e le usanze del tempo grazie alla collaborazione con Fondazione Arte della Seta Lisio.

La prodigiosa ascesa di Velázquez lo porta a essere nominato pittore reale a soli ventiquattro anni. Il maestro avrà la meglio sugli altri artisti spagnoli e trasformerà profondamente il gusto artistico della corte madrilena. I diversi viaggi compiuti in Italia e l’incontro con la pittura veneta lo porteranno a sperimentare rivoluzionarie invenzioni cromatiche e una sorprendente libertà di esecuzione. Su questa linea si collocano i ritratti degli ultimi anni della sua vita come il monumentale Ritratto di Maria Anna d’Austria dei primi anni Cinquanta, simbolo della magnificenza della vita di corte spagnola, eccezionalmente concesso a Bergamo dal Museo del Prado.

Il Ritratto di Maria Anna d’Austria porta in città il ricordo della Spagna, conduce nelle stanze dell’Escorial, dove la giovanissima regina faceva il suo ingresso nel 1649, già accolta a Madrid con allestimenti sontuosi e grandiosi festeggiamenti; era da qualche anno che non si assisteva a tanto sfarzo. Re Filippo IV era rimasto vedovo nel 1644 e suo figlio Balthasar Carlos, l’erede al trono, era morto. Fu così che nel 1647 Filippo si sostituì al figlio sposando per procura la nipote Maria Anna, un’Asburgo del ramo tedesco, già promessa in sposa all’infante Balthasar Carlos.

“Un prestito eccezionale come quello dell’opera di Velázquez proveniente dal Prado di Madrid, si inscrive ancora una volta nel solco delle iniziative pensate per favorire la scoperta della collezione della Carrara, ponendo l’opera del maestro in dialogo con il nostro grande patrimonio. Attraverso una politica di scambi di questo tipo, non solo la Carrara consolida la propria dimensione internazionale, ma punta a costruire progetti espositivi dedicati, nel tentativo di rivisitare la propria collezione e offrire ai visitatori punti di vista sempre diversi. L’esposizione del capolavoro di Velázquez traghetta i visitatori e il museo verso l’imminente progetto di riallestimento, previsto dalla fine del prossimo agosto. A gennaio 2023 saranno riaperti gli interni della pinacoteca, in estate il giardino, nell’ottica di assicurare nuovi spazi di qualità a servizio della Carrara. Alla riapertura, il museo avrà guadagnato una maggiore flessibilità, in grado non solo di valorizzare al meglio il proprio patrimonio artistico, ma anche di garantire un migliore rapporto tra collezione permanente e percorsi temporanei (Giorgio Gori, presidente Fondazione Accademia Carrara e sindaco di Bergamo).

“Accademia Carrara in questi anni ha saputo tessere rapporti internazionali con i più importanti musei a livello europeo. Tale sinergia ha permesso la creazione di un format espositivo che prevede che grandi opere provenienti da prestigiosi musei europei  arrivino  in  Carrara,  creando  così  occasioni  di  dialogo  e  riscoperta  delle  opere  del  patrimonio  artistico dell’Accademia. La sontuosa  opera di Velázquez del Museo del Prado di Madrid, Ritratto di Maria Anna d’Austria, dialogherà quest’ anno con l’opera della collezione museale della Carrara Ritratto di bambino. Sarà inoltre occasione per avere uno sguardo glamour sulla moda del ‘600”. (Nadia Ghisalberti, assessore alla cultura Comune di Bergamo).

“Il nostro grazie va a Miguel Falomir, direttore del Museo del Prado che sempre riserva ai progetti della Carrara una attenzione e una collaborazione tanto preziosa da distinguersi nel panorama europeo. L’ospitalità del monumentale dipinto di Velázquez si iscrive nel percorso che il museo ha avviato alcuni anni fa, per richiamare l’attenzione del pubblico sui protagonisti della pittura europea, come con Van Dyck (2017) e Rembrandt (2021). Anche in questa occasione la Carrara coglie l’opportunità per valorizzare un dipinto della collezione museale, Ritratto di bambino, tradizionalmente attribuito a Velázquez, discusso con competenza e finezza da Guillaume Kientz, al quale si deve anche il saggio di apertura in catalogo” (M. Cristina Rodeschini, direttore Accademia Carrara Bergamo).

“Il  rapporto  tra  Accademia Carrara  e  Museo del  Prado  è  davvero  stretto  e  rappresenta  un eccezionale esempio di collaborazione tra istituzioni museali europee. Nel 2018, il pubblico di Museo del Prado ha potuto contemplare a Madrid tre capolavori di Lorenzo Lotto in occasione della mostra Lorenzo Lotto – Ritratti. A giugno 2022, un nuovo scambio: il museo spagnolo presta ad Accademia Carrara un capolavoro di Velázquez, il Ritratto di Maria Anna d’Austria. Si tratta di un dipinto della maturità dell’artista e sono convinto che il pubblico della Carrara sarà felice di poterlo ammirare a Bergamo” (Miguel Falomir, direttore Museo del Prado Madrid).

I prestiti nazionali e internazionali, oltre a consolidare l’ottima rete di rapporti con importanti istituzioni nel mondo, sono per la Carrara e il suo pubblico sempre occasioni per rileggere le opere della collezione sotto nuova luce, questa volta in modo particolare, Ritratto della regina Maria Anna d’Austria di Velázquez  (1652  -1653,  olio  su  tela,  234,2×132  cm)  è accostato a Ritratto di bambino (1650 circa, olio su tela, 34×24 cm).

A  fronte di una qualità  e di  un fascino  innegabile, l’opera resiste ancora a un’attribuzione definitiva e totalmente convincente. Menzionata per la prima volta nel 1838, fu subito riconosciuta come di Van Dyck, prima di essere attribuita a Velázquez e di oscillare poi fra la cerchia dell’illustre fiammingo e del celebre spagnolo. Mentre alcuni rifiutarono il nome di Velázquez, altri esperti riaffermarono l’attribuzione, proponendo di identificare il modello al giovane principe Balthasar Carlos a cui il maestro di Siviglia fece parecchi ritratti. L’opera di conseguenza sarebbe uno schizzo preso dal vivo e lasciato incompiuto, secondo una pratica ben nota al pittore. Se pare dunque opportuno di dover situare questo ritratto nell’ambito del maestro sivigliano, i suoi contorni e i volumi così definiti sembrano escludere Velázquez stesso. Queste stesse caratteristiche corrisponderebbero meglio alla personalità stilistica di Alonso Cano, secondo Guillaume Kientz, direttore di Hispanic Society Museum & Library di New York, già responsabile delle collezioni di arte e scultura spagnola, portoghese e latino-americana al Museo del Louvre di Parigi, e curatore, nel 2015, della grande retrospettiva su Diego Velázquez al Grand Palais di Parigi.

Alonso Cano, anch’egli sivigliano, si formò a fianco di Velázquez nella bottega di Francisco Pacheco prima di lasciare a sua volta la sua natale Andalusia per stabilirsi a Madrid nel 1638, dove ritrovò il suo più vecchio compagno e amico. Alonso Cano fu nominato pittore della camera e divenne il maestro di disegno dell’infante Balthasar Carlos  (1629-1646). La proposta di identificare il giovane fanciullo del ritratto della Carrara con il principe potrebbe andare nella direzione di questa ipotesi, ma la datazione resta problematica. Sembra dunque che, se l’opera è di Cano, non possa rappresentare Balthasar Carlos, di contro se l’opera raffigura Balthasar Carlos, non possa essere di Cano. Queste contraddizioni invitano dunque tutt’oggi alla più grande prudenza, tanto sulla questione dell’attribuzione del dipinto – sebbene il nome di Velázquez debba essere definitivamente scartata – che su quella dell’identificazione del modello. Sempre come indicato da Guillaume Kientz: se il mistero resta, il fascino non diminuisce.

Allestimento. Il progetto di allestimento, previsto in Ala Vitali, è stato affidato a De8_Architetti, Mauro Piantelli con Barbara Ventura. L’idea è stata ispirata dall’opera in cui Velázquez affida a un generoso drappeggio il compito di “incorniciare” la Regina. Il tessuto, impreziosito da sapienti pieghe, è anche la rappresentazione dello spazio dell’opera, un dispositivo pittorico che svela la profondità della scena.  Nell’allestimento, la costruzione dello spazio espositivo vuole essere una sorta di estensione fisica di quello pittorico. Una serie di drappi sospesi – non toccano né il soffitto né il pavimento – suddivide la sala in modo dinamico, fluido, morbido. Le tende-origami, in carta di grande formato piegate secondo una re- interpretazione della tecnica giapponese del Miura Ori, permettono di costruire Lo spazio della Regina.

Videoinstallazione. La videoinstallazione, a cura di NEO [Narrative Environments Operas] intitolata Velázquez, Ritratti invita il pubblico a perdersi di fronte a numerose immagini di dipinti che mostrano l’emanciparsi del ritratto come forma espressiva, al di là di gerarchie, generi e convenzioni. La composizione delle immagini, accostate una accanto all’altra, richiama la struttura espositiva dei grandi musei ottocenteschi di tutto il mondo. Nel racconto multimediale i soggetti dei quadri variano e si moltiplicano in mille dettagli regalando al pubblico il privilegio di entrare, idealmente, nella materia pittorica di Velázquez.

Catalogo edito da Skira con testi di M.  Cristina Rodeschini, Guillaume Kientz, Alessio Francesco Palmieri-Marinoni. Il volume permette un approfondimento sui due dipinti in mostra e, più in generale, sul genere del ritratto in pittura. Oltre ai capitoli più strettamente storico-artistici, un affascinante excursus racconta la moda del tempo, partendo dal sontuoso ritratto di Velázquez per indagare le caratteristiche stilistiche e sociali del XVII secolo, grazie alla collaborazione con Fondazione Arte della Seta Lisio e al saggio di Alessio Francesco Palmieri-Marinoni con Paola D’Alena, Patrizia Lia e Chiara Maggioni. Dai tessuti alla lavorazione ad ago, all’acconciatura, agli accessori e gioielli, perché può sembrare un’ovvietà, ma il binomio Velázquez e moda è imprescindibile.

Fondazione Arte della Seta Lisio. Erede della manifattura fondata da Giuseppe Lisio a Firenze nel 1906, ha lo scopo istituzionale di mantenere in vita e tramandare l’arte della tessitura a mano in seta, oro e argento, attraverso la produzione, le attività didattiche e culturali.

Diego Rodríguez de Silva y Velázquez (Siviglia 1599 – Madrid 1660). Nato da una famiglia della nobiltà sivigliana, a dieci anni entrò nella bottega di Francisco de Herrera il Vecchio e, in seguito, nello studio di Francisco Pacheco del Río, pittore erudito e conoscitore della letteratura classica, che lo introdusse nella vita artistica e culturale della città. In questo periodo Velázquez unisce a una formazione letteraria e culturale l’interesse per il naturalismo e il tenebrismo, conseguendo con straordinaria maestria il dominio della rappresentazione del reale e la resa dei volumi tramite la luce, attraverso dipinti di genere e di natura morta, di grande successo presso la committenza. Attraverso la mediazione di Pacheco, del quale nel 1618 Diego aveva sposato la figlia, il pittore ebbe nel 1623 la commissione per un ritratto equestre di Filippo IV, che ottenne un vero trionfo. Da quel momento Velázquez rimase al servizio della corte, raggiungendo una posizione di grande prestigio. Il pittore studiò assiduamente le collezioni reali di pittura, ricche di dipinti veneziani. Nel 1628 conobbe Rubens, che accompagnò in visita all’Escorial e, certamente in conseguenza dell’incontro con il pittore, Velázquez chiese al sovrano il permesso di compiere un viaggio di studio in Italia. Al seguito del marchese Ambrogio Spinola, giunse dunque a Genova, passando poi a Milano e quindi a Venezia, dove copiò numerose opere dal Tintoretto. Da qui raggiunse Ferrara, Cento (dove conobbe il Guercino), Bologna e Roma, dove si stabilì a Villa Medici e ottenne il permesso di studiare in Vaticano. Al ritorno a Madrid nel 1631, Velázquez dipinse una nuova serie di ritratti reali e vari dipinti celebrativi. Nel 1649 un nuovo viaggio in Italia con l’incarico di acquistare opere d’arte per il sovrano e nel 1650 a Roma fu accolto nell’Accademia di San Luca e là eseguì il ritratto di Innocenzo X. Al ritorno a Madrid gli furono affidate importanti cariche ed ebbe vari onori quali la nomina a cavaliere di papa Santiago, riservata all’alta aristocrazia. Nel 1660, in vista delle nozze tra l’infanta Maria Teresa e Luigi XIV, Velázquez si recò alla frontiera francese, per allestire gli alloggi e gli apparati per l’incontro tra i due sovrani; morì al ritorno dalla sua ultima impresa ufficiale.

Carlo Franza

 

 

 

 

 

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