Verso le elezioni politiche 2022. In primis aboliamo il reddito di cittadinanza.
“I due guerrieri più potenti sono la pazienza e il tempo” diceva Tolstoj. Le elezioni ora sono alle porte e gli italiani compreso me, sono stanchi e stufi dei governi che ci hanno preceduto. Il grido è: alle urne, alle urne. Ma attenzione, o è la svolta o ci rivoltano ancora come spiedini. Sere fa un gruppo di intellettuali uniti a gente comune in occasione della presentazione di un libro nel “Palazzo Comi di Lucugnano- Lecce”, mi sussurravano che l’ultimo governo quello del Dottor Mario Draghi, non ha potuto dare e fare molto, per non dire niente, perché “il Presidente Draghi con Master al Massachusetts Institute of Technology, ex Governatore della Banca d’Italia, Consulente delle piu’ importanti societa’ del mondo, Presidente del Financial Stability Board, Professore ordinario in politica monetaria, membro del Board of Trustees di Princeton, Presidente per 8 anni della Banca Centrale Europea, ecc., ha dovuto sempre fare le consultazioni in continuazione con il bibitaro, la Signora Pina, chiddo cà terza media, l’ex velina, la lavandaia, l’ex tronista, u dj, il diplomato alle scuole serali, u stugghiolaro”; insomma io al posto di Draghi avrei disertato ogni consultazione. Aggiungo, per fare un esempio, è come se Michelangelo si fosse messo a fare le consultazioni di pittura con quello che fa le strisce pedonali…. E allora, nonostante queste elezioni siano “faticose” perché calate in estate, e che estate torrida, mettiamocela tutta e diamo la svolta a questa sinistra pezzentara.
Uno dei primi decreti legge da abolire e da mettere fuori gioco è il reddito di cittadinanza (introdotto con decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4); dovrebbe essere una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, ma così non è stato. I motivi sono diversi, educativi e sociologici, ma c’è qualcosa di più significante su questo reditto e sono le truffe. Le truffe perpetrate da stranieri e italiani per percepire illegalmente il Reddito di cittadinanza sono una costante e non un’eccezione su tutto il territorio nazionale. Si tratta di uno strumento voluto per scopi elettorali dal M5S iniquo, diseducativo e devastante per la nostra economia. La Guardia di Finanza a Torino ha denunciato che almeno 314 persone, prevalentemente cittadini romeni, hanno fraudolentemente percepito oltre 1.400.000 euro dichiarando falsamente di risiedere a Torino, mentre in realtà vivono in Romania. La truffa si è resa possibile grazie alla disponibilità di una dipendente dell’Ente nazionale assistenza sociale ai cittadini/Caf dell’Unione nazionale sindacale imprenditori e coltivatori, che avrebbe inoltrato numerose richieste al portale Inps, finalizzate a consentire l’indebita erogazione del reddito. La donna, insieme al marito, utilizzando documenti e dichiarazioni false, presentava le istanze senza che ci fosse il requisito previsto dalla normativa di risiedere da almeno dieci anni in Italia di cui gli ultimi due in modo continuativo. A coadiuvarli c’erano quattro romeni che facevano da collettore tra la coppia e i beneficiari della prestazione.
Ma questo fatto eclatante -è di questi giorni- non è il solo, perchè la stampa nazionale ci ha dato altre notizie in merito, di imbrogli e truffe per percepire un reddito che è sbagliato chiamare di cittadinanza. La gran parte dei percettori paiono non essere cittadini italiani. Il 22 aprile 2022 viene annunciato che a Napoli dal novembre 2021 all’aprile 2022, 1.204 persone hanno indebitamente percepito il Reddito di cittadinanza, per una truffa ai danni dello Stato che ammonta a 6.557.931,86 euro.
Il 14 aprile 2022 si apprende che dal primo gennaio del 2021 al mese di febbraio 2022, il Reddito di cittadinanza è stato percepito in modo indebito da ben 955 persone, di cui 472 stranieri, per una truffa di oltre 5 milioni di euro. La scoperta è stata fatta dai carabinieri delle Regioni Lazio, Toscana, Umbria, Marche, Sardegna, inquadrati nel Comando Interregionale “Podgora” e dei locali Nuclei Carabinieri Ispettorato del Lavoro.
Il 13 aprile 2022 i Finanzieri del Comando Provinciale di Crotone denunciano 102 stranieri perché ritenuti responsabili di percepire il Reddito di cittadinanza illegalmente per un importo complessivo di circa 500.000 euro. L’indagine ha verificato la presenza di false attestazioni all’interno delle Dichiarazioni Sostitutive Uniche, le Dsu, da parte dei 102 stranieri.
L’11 novembre 2021 la Guardia di Finanza annuncia l’individuazione di una banda di cittadini di nazionalità rumena sgominata che era riuscita a produrre “indebite istanze per una truffa di oltre 20 milioni di euro”, e che l’operazione ha permesso di “evitare l’indebita percezione di altri 60 milioni di euro”. Si tratta probabilmente della più grande truffa allo Stato legata al Reddito di cittadinanza, culminata nella denuncia di 9 mila persone con arresti e perquisizioni condotte nelle province di Cremona, Lodi, Brescia, Pavia, Milano, Andria, Barletta e Agrigento. I promotori della truffa, cittadini rumeni e un solo italiano, avevano il compito di procurare i documenti e i nominativi di propri connazionali avvalendosi anche dell’ausilio di complici operanti all’estero. Questi documenti venivano poi consegnati, tramite persone di fiducia, ai titolari compiacenti di Caf i quali predisponevano e compilavano la falsa documentazione di supporto alla domanda (DSU e codice fiscale). Successivamente altri membri erano incaricati di ritirare le card presso gli uffici postali.
Il mio amico Magdi Cristiano Allam (Fondatore e Presidente della Comunità Casa della Civiltà) boccia categoricamente il Reddito di cittadinanza e dice: “ L’Inps, Istituto Nazionale Previdenza Sociale, già offre sussidi per le persone in difficoltà. Sarebbe sufficiente adeguare questi sussidi al costo reale della vita. Ma il Reddito di cittadinanza, voluto dal Movimento 5 Stelle e che alle elezioni legislative del 2018 gli consentì di diventare il primo partito in Parlamento conquistando il consenso di quasi il 33% degli elettori, configurandosi come un voto di scambio, è iniquo perché si regalano circa 800 euro al singolo senza chiedere in cambio una prestazione lavorativa; è diseducativo perché inculca il parassitismo soprattuto nei giovani; è devastante per la nostra economia perché induce i giovani a non accettare dei posti di lavoro il cui compenso è più o meno pari al Reddito di cittadinanza”.
E in attesa del voto politico, prepariamoci con la schiena dritta e la fronte alta a fare emergere verità e a cercare sempre il coraggio delle libertà.
Carlo Franza