È tornata nuovamente in cella Farideh Moradkhani, nipote della Guida suprema dell’Iran l’ayatollah Ali Khamenei, figlia della sorella e di Ali Moradkhani, e attivista per i diritti umani, dopo aver invitato i governi mondiali a rompere i rapporti con Teheran per la sua repressione della rivolta popolare, a “recidere i loro legami con Teheran”.  

Mahmoud Moradkhani, fratello di Farideh, nipote del leader supremo iraniano Ayatollah Ali Khamenei, arrestata dalle autorità iraniane, ha pubblicato su YouTube un video in cui la sorella descrive le autorità guidate dallo zio come un “regime assassino e che uccide i bambini”. Farideh Moradkhani proviene da un ramo della famiglia che ha un passato di opposizione alla leadership iraniana ed è stata già incarcerata anche in passato nel Paese. E’ scesa in piazza unendosi alla folla in protesta per Mahsa Amini, la 22enne curda arrestata perché portava il velo in maniera non corretta. Farideh e Mahmoud Moradkhani sono i figli di Ali Tehrani, religioso e figura di opposizione di lunga data, morto il mese scorso e sposato con la sorella del leader supremo, Badri Hosseini Khamenei.

Mahmoud Moradkhani ha scritto su Twitter che la sorella è stata arrestata dopo essersi recata nell’ufficio del procuratore a seguito di una convocazione. Ieri ha pubblicato un video su YouTube, il cui link è stato condiviso su Twitter, nelle immagini la donna condanna la “chiara ed evidente oppressione” di cui sono vittime gli iraniani e critica l’inazione della comunità internazionale. “Popolo libero, sii con noi! Dite ai vostri governi di smettere di sostenere questo regime assassino e assassino di bambini”, afferma.  E ancora prosegue: “Questo regime non è fedele a nessuno dei suoi principi religiosi e non conosce alcuna legge o regola se non quella della forza e del mantenimento del potere in ogni modo possibile”. Non è chiaro quando il video sia stato registrato. La donna si lamenta del fatto che le sanzioni imposte contro il regime per la sua repressione sono “ridicole” e ha detto che gli iraniani sono lasciati “soli” nella loro lotta per la libertà. Per l’attivista Farideh Moradkani non è la prima volta. La donna, che è la figlia della sorella di Ali Khamenei, nei mesi scorsi era già stata arrestata per aver partecipato a un evento online per il compleanno dell’imperatrice Farah Pahlavi, la moglie del defunto Shah, e averla chiamata “cara regina”. C’ è da dire, coraggiosa, e anche di più. Ma l’Iran oggi è piena di queste donne, di donne come Farideh Moradkani, che senza l’aiuto dell’esercito, sbalzeranno dal trono questo violento regime teocratico di preti islamici.

“Il problema non sono alcuni rivoltosi nelle strade, anche se ogni ribelle, ogni terrorista deve essere punito”, ha aggiunto  l’Ayatollah Ali Khamenei; “Ma la battaglia è molto più importante. Il vero nemico è l’arroganza globale”. Nel frattempo, le proteste continuano in diverse università della capitale Teheran e in altre grandi città, secondo i social media. Le proteste hanno suscitato un largo appoggio, sia nel mondo occidentale che da parte degli stessi iraniani, che in alcuni casi lo hanno dimostrato anche simbolicamente, come nel caso della nazionale iraniana di calcio, che ha rifiutato di cantare l’inno durante le partite della coppa del mondo in Qatar. L’intero Iran è in rivolta, anche lì presto arriverà la primavera di libertà.

Carlo Franza

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