“Il dolore dell’arte è raro, è cosmico. E’ una disgrazia feroce che non si esprime con le lacrime. E’ un dolore con tante catene, molte frecce, e tante ferite. E’ un dolore fatto di umiliazione, che consuma l’immaginazione, che ti risveglia dai sonni profondi e ti fa soffrire in nome della tua specie. E’ la piaga invisibile. E’ lì che nasce, se mai nasce, il talento dell’artista” (Matta). Sebastián Matta è stato uno degli artisti più rappresentativi e originali del Novecento. Ma se la sua opera è nota, esposta nei maggiori musei del mondo, ciò che offre questo libro è un ritratto più intimo, domestico, che si arricchisce di sfumature man mano che si sfogliano le lettere, i biglietti, le cartoline inviate a Luisa Laureati, che di Matta è stata prima rappresentante per l’Italia, poi amica e confidente di una vita. Grazie ai sorprendenti disegni, agli schizzi improvvisati, alle immaginifiche illustrazioni – a volte accenni, altre vere e proprie opere pensate per la destinataria ‒ con cui Matta adornava sia gli scambi epistolari sia le comunicazioni più estemporanee, scopriamo così l’artista nella sua quotidianità, i lati ignoti del suo carattere, il suo rapporto con le donne e con il denaro, le piccole manie, la sua generosità. Apre il volume “Matta. Lettere a Luisa. La Corrispondenza dall’Archivio Laureati-Briganti”( Treccani Libri 2022), una toccante introduzione di Luisa Laureati, che rammenta le origini di un’amicizia che ha segnato il suo percorso umano e professionale e ci riconduce al clima culturale e artistico del tempo; segue un’intervista di Antonio Gnoli a un Matta ormai novantenne, ancora incredibilmente lucido e brillante; un saggio di Giulia Lotti e un’autobiografia dell’artista. Chiude infine la pubblicazione, lo speciale contributo di Giuliano Briganti, storico dell’arte, marito di Luisa, che di Matta è stato amico e acuto critico. “Le lettere contenute in questo volume – scrive Luisa Laureati – sono il racconto del nostro patto di allora e del nostro rapporto, durato fino alla sua morte, il 23 novembre 2002: l’inizio del mio lavoro e della mia vita di mercante, una vita bellissima che non ho mai rimpianto”.

 Roberto Sebastián Antonio Matta Echaurren (Santiago del Cile 1911 – Civitavecchia 2002) apparteneva a un’antica e agiata famiglia basca, imparentata con l’allora presidente del Cile. Dopo essersi laureato in architettura all’Universidad Católica di Santiago, nel 1934 si trasferì a Parigi per lavorare presso lo studio dell’architetto Le Corbusier. Qui conobbe Picasso, Dalí, García Lorca, Breton. Nel 1937 aderì al movimento surrealista e due anni dopo si trasferì a New York. Nel 1948 tornò in Europa, stabilendosi prima a Roma e poi a Parigi. Espose, tra l’altro, alla Biennale di San Paolo nel 1962, a Berlino nel 1970 e ad Hannover nel 1974. Nel 1990 ha ricevuto il Premio Nazionale d’Arte del Cile.

Luisa Laureati è stata una delle protagoniste della scena intellettuale romana fin dal 1965, quando la sua libreria L’Oca divenne luogo d’incontro prediletto da intellettuali, poeti, scrittori come Moravia, Ungaretti, Morante, Pasolini, Parise, Flaiano. Nel 1967 la libreria si trasformò nella celebre Galleria dell’Oca, frequentata da Matta, Kounellis, Paolini, Carol Rama, Novelli e Mattiacci e sede di importanti mostre di grandi artisti del Novecento: vi esposero, tra i tanti, De Pisis, Morandi e Guttuso. Laureati ha diviso passione e cammino con il marito, lo storico dell’arte Giuliano Briganti.

Carlo Franza

 

 

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