Lunedì 23 gennaio 2023 (ore 13.00), a Roma, nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura (via del Collegio Romano, 27), sono stati presentati 60 reperti archeologici di eccezionale valore culturale che, nell’arco degli ultimi decenni, erano stati commercializzati negli Stati Uniti da trafficanti internazionali, tra cui spiccano: un importantissimo affresco pompeiano raffigurante “Ercole fanciullo con serpente” del I sec. d.C., una testa marmorea di “Atena”, una kylix a sfondo bianco e un busto in bronzo.

L’operazione è stata condotta dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC)

insieme al New York County District Attorney’s Office (DAO).  Sono intervenuti il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano; il Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Angelantonio Racanelli; il Comandante dei Carabinieri TPC, GenB. Vincenzo Molinese; il Viceprocuratore del District Attorney’s Office di Manhattan, col. Matthew Bogdanos.

Una “collezione” di opere dal valore stimato di circa 20 milioni di dollari, il cui “rimpatrio” è frutto della collaborazione investigativa delle magistrature italiane e statunitensi che hanno seguito le tracce di questi reperti, frutto di scavi clandestini o veri e propri furti, immessi nel mercato antiquario internazionale da ricettatori e mercanti d’arte. Come l’affresco pompeiano proveniente da scavi clandestini in area vesuviana: un “Ercole fanciullo con serpente”, risalente al I secolo d.C., commercializzato da un trafficante internazionale e poi acquistato da un collezionista statunitense. O il particolarissimo busto di bronzo maschile, risalente tra la fine del I secolo a.C. e il I secolo d.C., a cui restano ancora tracce materiche usate per la resa degli occhi, finito negli Stati Uniti tramite un commerciante svizzero che lo vendette a un collezionista della contea di New York. Stesso percorso seguito dalla coppa kylix a fondo bianco risalente al V secolo a.C., contrabbandata in Svizzera attraverso un ricettatore internazionale e poi acquistata da una nota istituzione museale newyorkese nel 1979.

“E’ un grande successo contro il traffico illecito”, si  è rallegrato  il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che ha plaudito  al lavoro “competente e di cuore” e di squadra compiuto dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Tpc) e il New York County District Attorney’s Office (Dao). Proprio il ministro  ha parlato  pure di “altre attività di recupero in corso”, su cui tuttavia intende mantenere il riserbo “per motivi di sicurezza”: riportare a casa i gioielli italiani resta comunque una delle sue priorità. “Tanto deve essere fatto ancora su questo fronte. La certezza del diritto deve essere garanzia di civiltà e di rispetto delle leggi nazionali e internazionali, di trattati che impediscono l’esportazione illegale di opere d’arte”, ha aggiunto Sangiuliano presentando le opere assieme, tra gli altri, al comandante dei carabinieri Tpc, il generale Vincenzo Molinese, e al viceprocuratore del District Attorney’s Office di Manhattan, Matthew Bogdanos che vanta di aver già sequestrato circa 500 antichità italiane e promette: “Faremo il possibile per garantire ai nostri figli e alle generazioni che verranno di godere del loro patrimonio culturale”.

Sangiuliano ha parlato di un “risultato di storica portata”,  il generale Molinese  ha ringraziato il personale dell’Arma, mosso “dall’amore per la cultura”, per l’impegno nel neutralizzare “trafficanti senza scrupoli” e restauratori improvvisati che “rischiano spesso di danneggiare le opere che gli capitano per le mani”; il procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma, Angelantonio Racanelli, ha anche proposto di istituire un pool di magistrati che si occupi solo di queste ricerche. Con l’ausilio, ha auspicato il sottosegretario Vittorio Sgarbi, dell’importante strumento delle intercettazioni: “E’ evidente che non si può immaginare di escludere le intercettazioni che riguardano il campo delle opere d’arte trafugate. Nordio ci rifletta”.

Carlo Franza

 

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