Fabrizio D’Amico e il suo “L’ansia e la grazia” in uscita da Quodlibet. Raccolta di scritti di uno storico dell’arte di eccellenza.
“L’ansia e la grazia. L’arte a Roma negli anni Cinquanta”, di Fabrizio D’Amico, a cura di Lara Conte nella collana Biblioteca Passarè Studi di Arte contemporanea e arti primarie ovvero Critica e storia dell’arte (pp. 256, euro 24,00, 2023) è in uscita da Quodlibet. E’il testo in cui sono raccolti gli scritti di un collega qual è stato Fabrizio D’Amico, che ci ha trovati amici e sodali di lavoro nei primissimi anni Settanta, studenti prima e docenti poi, dell’Università La Sapienza a Roma, lui assistente di Cesare Brandi e io assistente di Giulio Carlo Argan. Un libro testimoniale che mostra interessi, influssi, contatti, e quant’altro vive a documentare un’ intera o più stagioni.
L’ansia e la grazia raccoglie una selezione di testi sull’arte a Roma negli anni Cinquanta, ambito di ricerca che Fabrizio D’Amico ha vivificato e in parte avviato in prospettiva storiografica scrivendo, a partire dalla fine degli anni Ottanta, fondamentali e pionieristici contributi su artisti come Toti Scialoja (al quale ha dedicato una delle prime monografie e numerose mostre – imprescindibili momenti di studio della sua pittura), Achille Perilli, Afro Basaldella, Giulio Turcato, Antonio Corpora e Antonio Sanfilippo, del quale ha altresì curato, con Giuseppe Appella, il catalogo ragionato dei dipinti. Con lo sguardo sempre ravvicinato sull’opera, D’Amico mette in luce la centralità di Roma nella nuova geografia artistica postbellica, le dinamiche degli scambi transatlantici, ma anche le resistenze legate alle feconde connessioni mitteleuropee.
- Lara Conte, Introduzione
- La nuova pittura
- Antonio Corpora: gli anni cruciali (1946-1952)
- Turcato: dagli esordi al Gruppo degli Otto
- Tancredi 1950
- Prima pittura di Antonio Sanfilippo
- Il lungo laboratorio della pittura di Salvatore Scarpitta
- Achille Perilli: il tempo cruciale
- Pittura a Roma negli anni Cinquanta: tracce di un tempo felice
- L’ultimo Mafai
- Afro alla svolta del 1958
- Toti Scialoja: dagli esordi agli anni Sessanta
- Scialoja e Leoncillo, ottobre 1957
- Sempre un poco più in là delle attese: il lungo percorso del disegno di Rotella
- Disegno e colore nell’opera di Pietro Consagra
- I Cementarmati, alba bianca del fare
- Inizi d’uno scultore: Carlo Lorenzetti
- Nota ai testi
- Nota sull’autore
Fabrizio D’Amico (Roma, 1950-2019), critico e storico dell’arte, dal 1996 al 2009 ha insegnato storia dell’arte contemporanea all’Università Sapienza di Roma, all’Università della Tuscia e all’Università di Pisa. Dal 1976 ha collaborato alle pagine culturali del quotidiano «la Repubblica», per il quale si è occupato della rubrica di arte contemporanea. Ha pubblicato saggi e volumi sulla pittura manierista e barocca e sull’arte italiana ed europea del XIX e del XX secolo. Ha curato mostre di Claude Monet, Giorgio Morandi, Mario Mafai, Antonietta Raphaël, Fausto Pirandello, Hans Hartung, Afro Basaldella, Giulio Turcato, Toti Scialoja, Fausto Melotti, Achille Perilli, Pino Pascali, Vasco Bendini, Eliseo Mattiacci.
Carlo Franza